INTERVISTA DI NATALE – di Mark Adin

Dalla terrazza si vedono i tetti, e il vento spiffera con cattiveria, aumentando la percezione del freddo-umido padano. La cartolina retroversa, il disvelamento di Matrix con i suoi fumi, le sue sedimentate bruttezze, le spoglie di attività abbandonate, sta tutto dalla parte diametralmente opposta alla città oleografica, al centro della quale si stagliano l’erezione Antonelliana, “pantheon aereo”, e le linee

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Mia città, tu che arresti i poeti – di Mark Adin

Telegramma alla amata Sibilla: “Arrestato a Novara vieni a vedermi”. E’ l’undici settembre millenovecentodiciassette. (Dino Campana, “Opere e contributi”, vol. II, Vallecchi) Il grandissimo del secolo scorso, poeta d’impeto, precursore dei beat, alfiere barbaro e fervente sacerdote della lingua più sonora, fermato e rinchiuso perché privo di documenti. Sans papier. Imprigionato perché di identità incerta. Clandestino.

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