Filippo Abignente, deportato dimenticato

di Mauro Sonzini Raccontare le storie della deportazione è difficile perché talora non ci s’immagina dove prendano avvio né quando e dove si concludano. Inoltre spesso s’avvitano su se stesse fino al punto da distorcere gli assunti da cui s’è partiti. Più che asserire, è dunque utile conoscere. Serve pazienza. Prima ancora umiltà. Questa storia nasce ben prima della deportazione.

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Deportati a Dachau: storia di un treno fantasma

di Mario G. Salzano (*) All’alba dell’8 ottobre 1943, un manipolo di soldati tedeschi irruppe nel carcere della Badia e, dinanzi al direttore dell’Istituto Corrado Dejean, e del personale di guardia, radunò tutti i detenuti, non meno di 383, nel cortile principale dell’antico monastero. Tutta l’operazione, secondo le testimonianze, durò soltanto venti minuti. Sotto la minaccia costante delle armi, i detenuti

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