Fabbricanti di guerre sempre all’opera. E noi?
Articoli di John Scales Avery, Tommaso Di Francesco, Antonio Mazzeo, Gregorio Piccin e due appelli sulla crisi ucraina
Continua a leggereil Blog di Daniele Barbieri & altr*
Articoli di John Scales Avery, Tommaso Di Francesco, Antonio Mazzeo, Gregorio Piccin e due appelli sulla crisi ucraina
Continua a leggereUn dossier con articoli tratti da Medicina democratica, Comune-Info e il rapporto Isde “L’Istituto Superiore di Sanità ha recentemente pubblicato un rapporto (http://old.iss.it/binary/publ/cont/19_11_web.pdf) nel quale si ritiene che “l’uso comune del cellulare non sia associato all’incremento del rischio di alcun tipo di tumore cerebrale” e che “nell’insieme gli studi sperimentali su animali non mostrano evidenza di effetti cancerogeni dell’esposizione a RF, né effetti di promozione
Continua a leggeredi Giorgio Ferrari
Continua a leggeredi Gianluca Ricciato* Nel dibattito pubblico dei media mainstream sul 5G, cioè sulla connessione di nuova generazione, è totalmente assente il fattore ecologico, che il principio di precauzione ratificato nel 1992 imporrebbe a tutti gli stati prima di prendere decisioni a rischio per la salute della popolazione, dei territori e dell’ecosistema. Ma non è una novità, naturalmente, anzi ormai è la regola
Continua a leggere… dall’olocausto nucleare il 27 ottobre 1962 (… 21 anni prima di Stanislav Petrov) di ANGELO BARACCA (*)
Continua a leggeredi Angelo Baracca (*)
Continua a leggeredi Mario Agostinelli (*) Con un occhio alla manifestazione del 20 gennaio a Ghedi (**)
Continua a leggeredi Franco Astengo
Continua a leggereImpressionante dossier di Gettiamo le basi sulla farsesca “Commissione parlamentare su uranio e poligoni” che verrà in gita di Stato nell’Isola (*)
Continua a leggereGreenpeace (*) Trenta anni dopo l’inizio del disastro di Chernobyl, più di 10.000 km2 di terra sono ancora inutilizzabili per le attività economiche, e circa 5 milioni di persone vivono in zone ufficialmente contaminate (1,1 milioni in Bielorussia; 1,6 milioni in Russia e 2.3 milioni in Ucraina). La ‘zona di esclusione’ di 30 km intorno al reattore rimane altamente contaminata
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