I muri e le statue che cadono in Cile

È dalla metà di ottobre, quando il governo ha dichiarato lo stato di emergenza e avviato una repressione di inaudita violenza, che il Cile vive una lunga e drammatica rivolta contro le abissali disuguaglianze del paese, le discriminazioni di classe, il razzismo contro le popolazioni indigene e l’oppressione quotidiana e sanguinosa del patriarcato. di Raúl Zibechi (*)

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Bolivia: lo scempio

Evo Morales da tempo non era più l’indio ribelle che toglieva il sonno a Washington. L’ultradestra ha sfruttato nel modo migliore le sue enormi contraddizioni, e quelle del Movimiento al Socialismo, per dare vita ad un colpo di stato apertamente programmato e capeggiato da fondamentalisti religiosi quali l’autoproclamata presidenta Jeanine Añez e il picchiatore Luis Fernando Camacho. In gran parte

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Il diluvio è forte, annebbia la vista

Intervista a Raúl Zibechi di Gloria Muñoz Ramirez (*) Delle attuali rivolte latinoamericane, del ruolo dei popoli indigeni, dei giovani e delle donne, del ruolo degli Stati Uniti, delle elezioni in Bolivia e in Argentina, della congiuntura in Messico, dell’ultra-destra e di ciò che segue per chi cerca un mondo più degno, parla in questa intervista Raúl Zibechi, giornalista e

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La rivolta dell’Ecuador

Due articoli ripresi da Comune-Info raccontano le “Giornate di Quito”. Raúl Zibechi e Marcelo Jara raccontano come è nata la rivolta popolare, analizzano il ruolo dei movimenti sociali, parlano in maniera critica del presidente precedente Rafael Correa. Dai suoi tentativi di cooptare le organizzazioni popolari ha tratto vantaggio Lenín Moreno, le cui politiche economiche autoritarie e la svolta repressiva hanno finito

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