Leggendo di un giovane afgano semi-assiderato

Lella Di Marco sulla nostra impotenza ma anche sulla speranza nei giorni futuri… con i versi di Vladimir Majakovskij e di Leonardo Sciascia L’altra mattina quando ho letto che è stato lasciato a Imola (proveniente dalla Grecia – rotta balcanica) un altro giovane afgano semi assiderato mi sono venuti in mente questi versi di Vladimir Majakovskij:  Per non essere più vittime  nei covi delle

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Vladimir Majakovskij, la rivoluzione necessaria e «la barca dell’amore»

un ricordo (con troppa passione?) di d. b. «Battete in piazza il calpestio delle rivolte». E per essere ancor più chiaro, essendo lui un poeta: «Abbasso il vostro amore, abbasso la vostra arte, abbasso il vostro regime, abbasso la vostra religione». Non ha dubbi: «E’ la mia rivoluzione» spiega nell’autobiografia. Satira e rabbia, amore traboccante e senso di giustizia, rifiuto

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