Tempo Zero, Belzebù, Sator: fermate quel libro

   un racconto-recensione intorno a «Cherudek» (del 1997) di Valerio Evangelisti: è la quinta incursione in “bottega” di Johnny Sheetmetal (*)

Johnny-Yerka

M.R. prese la scheda tra le mani. Prima di iniziare a leggerla, si soffermò ancora a riflettere. Un evento del genere non era mai successo. La commissione gli aveva fatto pervenire quella scheda ormai vecchia di vent’anni in una busta, con su scritto: “Codice viola.” Dentro c’erano anche una busta sigillata e una nota del responsabile dei lettori, che diceva così:

Segnalatami dall’estensore della scheda, che ha riletto di recente il romanzo. Esaminare prima la scheda, poi il mio commento chiarificatore contenuto nella busta sigillata, scritto dopo aver letto io stesso il romanzo. Consigliato il ritiro dal mercato di tutte le copie, con procedura d’emergenza. Attendo disposizioni.

Per quale motivo tornava a galla un libro così vecchio, e con un codice viola, per giunta? M.R. non aveva mai letto quel libro. Nel 1997 lui era solo un giovane neolaureato che iniziava a farsi strada nel mondo, e al suo posto sedeva l’uomo dalla faccia di mortadella. “E Belzebù era ancora vivo non riuscì a esimersi dal pensare, con una punta di irritazione.

Quali segreti doveva sopportare un uomo nella sua posizione…

Si riscosse e iniziò a leggere.

***

SCHEDA NR. T6215

AUTORE: VALERIO EVANGELISTI (rif. A665)

TITOLO: CHERUDEK

EDITORE: MONDADORI (rif. E003)

GENERE: ROMANZO DI FANTASCIENZA, ROMANZO GOTICO, ROMANZO STORICO

ANNO DI USCITA: 1997

Tema (applicare codice rosso a questa sezione, vedi parte inclusa fra due asterischi): Si tratta del quinto romanzo della serie avente come protagonista l’inquisitore Nicolas Eymerich. Si vedano le schede T4235, T4888, T5106 e T5764 per i precedenti quattro. Come questi il romanzo si muove tra passato (il 1360, anno in cui Eymerich agisce fisicamente e in cui si svolgono gli eventi centrali) e presente, un presente questa volta “distorto”, dai forti connotati onirici e simbolici (il misterioso Tempo Zero in cui si muovono come fantasmi alcuni personaggi). Si aggiunge una terza dimensione temporale, chiamata inizialmente “Neghentropia”, in cui una voce mentale separata dalla propria dimensione fisica e vagante nei sogni degli uomini di tutte le epoche cerca di spiegare, sia a se stessa sia ai lettori, il significato della propria condizione. Il tema centrale dell’opera è la personalità stessa di Nicolas Eymerich, le cui molteplici ramificazioni e lati oscuri si può affermare costituiscano letteralmente la struttura portante di tutta l’architettura del romanzo. Il “Cherudek” non è altro che la trasposizione in realtà immaginifica dell’inquisitore stesso. Gli altri temi trattati nel libro, anche incidentalmente (il quattordicesimo secolo, * le lotte intestine tra i diversi ordini all’interno della Chiesa che s’intrecciano con la situazione politica del tempo, i cruenti metodi dell’inquisizione *, e insieme la possibilità della coscienza di espandersi e viaggiare nel tempo passando attraverso una dimensione altra, che si nasconde nelle pieghe della materia, il cosiddetto “mondo sottile”, e a cui è possibile accedere tramite pratiche esoteriche o pseudoscientifiche, ecc.) sono simili a quelli delle precedenti opere e fanno sia da supporto allo svolgersi dell’avventura, sia da riferimenti all’interno della complessa personalità del protagonista principale.

Personaggi: ho già scritto che Nicolas Eymerich è il romanzo. Per le peculiarità di questo personaggio, e per le sue radici storiche, si vedano le schede dei precedenti libri. Lo accompagnano questa volta padre Corona e padre Lambert, che recitano un po’ il ruolo di “dr. Watson” nell’indagine che si svolge nel quattordicesimo secolo. Dalla parte degli eretici spiccano Fratel Richer, Fulbert e soprattutto Roquetaillade, tre seguaci delle dottrine di Lullo e di Arnaldo da Villanova, che incarnano sia una visione della Chiesa riportata alla povertà sull’esempio di san Francesco e in risposta alla crescente corruzione del clero e del papato, sia – lato opposto della medaglia – la ricerca del potere tramite l’evocazione di visioni apocalittiche e con pratiche al limite della negromanzia. Degni di nota anche Brigida, Caterina e il santo bambino Vicente Ferrer, alleati di Eymerich ma in realtà suoi nemici ideali, nella loro santità esibita e stracciona molto più vicini ai nemici che combattono. Nel Tempo Zero ritroviamo ancora padre Corona, questa volta nei panni di un gesuita, insieme ai due confratelli padre Celeste (timido e insicuro ma ambizioso) e padre Clemente (più rumoroso e sbruffone ma forse il più debole dei tre). Loro scopo pare essere ritrovare le tre incarnazioni della dea Ecate – Brimo, Bendis e Nokya – per sacrificarle e sconfiggere così definitivamente il culto della dea, unico culto eretico sopravvissuto e responsabile della moderna stregoneria. Sarà proprio l’elemento femminile, rappresentato da una bambina che accompagna Nokya, Ariel, a mettere in difficoltà l’inquisitore, snudando l’estremo limite della sua crudele inflessibilità.

Ambientazione: Del quattordicesimo secolo ho già detto e si possono vedere le schede dei precedenti romanzi per maggiori dettagli. Più interessante l’ambiente del cosiddetto “Tempo Zero”. Si tratta di una cittadina italiana posta sulle rive del mare, in cui regna una perenne nebbia che pervade anche gli ambienti chiusi. La pianta della città è costruita secondo un antico simbolo esoterico: due quadrati uno dentro l’altro con i lati tra di loro paralleli, tagliati da una croce che interseca i lati sulla mezzeria, e i cui bracci terminano in altrettante croci. Nella chiesa della città sono custodite le spoglie di san Malvasio, o san Malvagio, che si scopre essere nient’altro che lo stesso Nicolas Eymerich. Gli abitanti della città appaiono spesso come privi di volontà, o ossessivi nella ripetizione degli stessi gesti. Peculiare il fatto che camminano spesso in file ordinate, tenendo il passo, come fossero formiche che ritornano al loro formicaio. E proprio la presenza di insetti anche mostruosi, che sbucano dalle pareti o dai pavimenti, è un’altra caratteristica di questo luogo. In realtà il “Tempo Zero” è il cosiddetto “Cherudek superiore”, un mondo dominato dalla personalità di Nicolas Eymerich, sospeso in una dimensione slegata dal tempo (da qui la denominazione). Il “Cherudek superiore” è anche l’anticamera al purgatorio, o “Cherudek inferiore”, dove l’inquisitore è presente in forma visibile, e insieme ad alcuni confratelli continua la sua opera di processo agli eretici. Tramite indagini complesse, soprattutto sulla base di interpretazioni di antichi scritti e decrittazione di simboli esoterici, come il famoso quadrato magico del SATOR, i tre gesuiti scopriranno il passaggio verso il “Cherudek inferiore”, dove incontreranno il loro nemico per la resa dei conti finale.

Stile: lo stile è asciutto, essenziale e pulito. La limpidezza (esemplare è la quasi totale assenza di avverbi) si accompagna però a una rigorosa precisione, sia nella descrizione delle azioni, sia soprattutto nei riferimenti storici e ai testi di carattere esoterico, religioso e scientifico. Ottimo l’uso dei dialoghi e perfetta l’alternanza delle azioni ai pensieri di Eymerich, che ne cesellano in modo inequivocabile il carattere e le fobie.

Giudizio da lettore sganciato dalla commissione: Il miglior romanzo di Eymerich uscito finora. Nonostante l’architettura complessa e la profondità di alcuni passaggi, la lettura avvince ed è difficile staccarsi dal libro. La commistione fra romanzo storico, fantascienza di ascendenza dickiana, gotico e romanzo filosofico è originalissima. Il personaggio dell’inquisitore raggiunge qui una statura che va oltre il mito e si fa metafisica. Si potrebbe quasi dire che Cherudek è Eymerich.

– Voto da lettore sganciato dalla commissione (in decimi): 9 (nove)

– Giudizio per la commissione: non si segnalano particolari aspetti critici. L’unico punto, comune ai precedenti romanzi del ciclo, è quello segnalato al codice rosso: il ritratto della Chiesa e dei religiosi che viene fuori dal romanzo, pur essendo storicamente realistica e anche in parte oggi ammessa dalle stesse autorità ecclesiastiche, non è certo edificante. Evangelisti al solito mischia le carte e rende impossibile districare da che parte stia il bene rispetto al male, e perfino che cosa fosse all’epoca considerato bene e che cosa male. Giudicando con i criteri di oggi, si può quasi dire che tutti i personaggi agiscano nel nome di un loro personale bene, sulla base di visioni distorte o di tare psicologiche, che li portano a cercare la sopraffazione per acquisire il potere.

– Azioni da intraprendere: non si reputa necessaria alcuna azione da intraprendere. I romanzi di Evangelisti stanno acquisendo un pubblico crescente, ma solo in un bacino già in sintonia con le posizioni espresse dall’autore. Inoltre lo stesso genere del romanzo, collocato temporalmente lontano dai nostri giorni, e dichiaratamente di evasione (anche se la statura di quest’opera lo colloca al di sopra della pura evasione), smorza il potenziale eversivo di qualsiasi idea pericolosa si possa nascondere nelle sue pagine.

Scheda redatta da M.C. (rif. 17)

***

Durante la lettura della scheda l’umore di M.R. si era incupito. Era successo in particolare alla fine del paragrafo relativo all’ambientazione. Cominciava a capire cosa avrebbe trovato nel “commento chiarificatore” del responsabile dei lettori; del resto tutti i ministri e i sottosegretari dovevano essere messi al corrente di certi segreti, era inevitabile. Belzebù abitava quelle stanze, ed era impossibile farlo andare via, perché lui era quelle stanze. Anzi, lui era l’Italia intera. Ma su quali basi il lettore, invece, aveva riesumato quella scheda segnalandola al responsabile? C’era stata una fuga di notizie? O forse il responsabile gli aveva mentito? Gettò un’occhiata nell’angolo in fondo a destra; gli parve di scorgere un velo di fumo, e sentì nelle narici un lontano odore di zolfo. Si strofinò gli occhi. No, tutto tranquillo, per fortuna. Forse era solo lo stress.

Aprì la busta sigillata. Il “commento chiarificatore” diceva così:

Consideri il Cherudek superiore, cioè il cosiddetto “Tempo Zero”, la città avvolta dalle nebbie e i suoi abitanti somiglianti a zombi. E’ una visione di Eymerich, una creazione del suo spirito indotta dall’assunzione dell’acqua celestina, o quinta essenza. Tutta la sua mente e la sua anima pervadono quella sorta di anticamera del Purgatorio, specie di limbo dove vivi e morti si confondono.

Le ricorda niente questo luogo?

Io credo di sì, ma voglio aiutarla. Provi a sostituire l’Italia intera al Cherudek superiore, gli italiani agli zombi che lo abitano, e soprattutto il nostro amato Belzebù all’inquisitore Nicolas Eymerich… Del resto non è dalla morte del suo involucro fisico, più o meno, che l’Italia sta vivendo in una sorta di Tempo Zero?

Capisce ora perché è consigliabile ritirare tutte le copie di questo libro dal mercato, con una procedura di emergenza?

M.R. trasse un lungo respiro. Proprio come sospettava. E il responsabile aveva ragione anche sull’emergenza. Certe cose non dovevano uscire dal palazzo. Se fosse divenuta pubblica l’idea che Belzebù era ancora vivo, e che anzi tutti loro stavano vivendo nient’altro che dentro il suo personale purgatorio…

Dall’angolo in fondo a destra venne un rumore a metà strada fra uno scoppio e uno sbuffo. Una nuvola di fumo riempì l’ambiente, insieme all’odore di zolfo. M.R. si alzò in piedi, insieme sollecito e pieno di timore, e passò davanti alla scrivania. La sagoma di Belzebù si stava materializzando, come aveva visto succedere innumerevoli altre volte. M.R. si mise in ginocchio, e chinò la testa in segno di sottomissione.

«Maestro» lo salutò.

La testa triangolare si piegò a guardarlo e parve che anche le piccole orecchie sporgenti si muovessero, in un gesto di condiscendenza.

«Provvederemo subito a far scomparire ogni traccia di quello stupido romanzo», aggiunse M.R., anticipando la sicura richiesta di Belzebù, che sicuramente era già al corrente di tutto.

Dietro le grandi lenti rettangolari degli occhiali, due puntini neri parvero dilatarsi, come sull’onda di un’emozione sgradita.

«Sì, è necessario far sparire quel libro. Lei sa bene che nel mio personale Cherudek aborro ogni forma di pubblicità. Dia subito l’ordine, per favore.»

«Come desidera», rispose M.R., senza guardarlo negli occhi.

(*) Come qualcuna/o ha appreso – leggendo i 4 precedenti post qui in “bottega” – «Johnny Sheetmetal» è lo pseudonimo scelto da un collaboratore del Marte-dì. E’ ormai chiaro che rumina di fare all’incirca ogni mese un racconto/recensione, ovviamente con idee, protagonisti e ambientazioni diverse ma in stretta relazione al libro “censito” … sempre muovendosi nei vasti territori del fantastico. Il titolo è mio e non di Johnny; c’è bisogno di aggiungere che anche questo mese l’illustrazione è del qui in “bottega” amatissimo Jacek Yerka? Diamo appuntamento a Sheetmetal per giugno. Come dite? Consigli per altri libri da recentare, cioè da recensire/raccontare? Sono ben accetti. (db)

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

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