Trani/amianto: lettera aperta al sindaco e al governatore

di Vito Totire (*)

Si continua a temporeggiare per la bonifica della tettoia dell’ex Supercinema

Lettera aperta al sindaco di Trani e al presidente della Regione Puglia

La vicenda della tettoia dell’ex Supercinema di Trani è diventata francamente kafkiana. A parte gli aspetti sanitari e ambientali, che sono i più gravi, si sta consumando un notevole spreco di risorse e di tempo. Se per ogni tettoia in cemento-amianto in Italia dovessimo convocare una (peraltro non risolutiva) conferenza dei servizi, se dovessimo appellarci alla procura della Repubblica (cosa che i cittadini hanno dovuto fare per “legittima difesa” a causa dell’inerzia dell’ente locale) fra 500 anni in Italia ci sarebbe ancora amianto disperso – “appositamente aggiunto” per usare la definizione azzeccagarbugliesca nel decreto del 14.12.2004) – nel territorio. Con buona pace dell’obiettivo della UE che ipotizza un territorio libero da amianto entro il 2023. Ma, se continua così, andiamo al 2523.

L’inverno ha fatto il suo ennesimo passaggio da Trani. Questa volta anche con grandine e neve. Negli anni trenta del secolo scorso una rivista di agricoltura [1] richiamò l’attenzione sul fatto che una forte grandinata può disintegrare una tettoia in cemento-amianto; va precisato che l’articolo riguarda l’effetto di una grandinata su una tettoia nuova. Evidentemente le esperienze e le riflessioni accumulate in quasi un secolo di esperienza con l’amianto non hanno ancora convinto i “decisori” circa la necessità di fare una valutazione dinamica [2] e non statica del rischio per orientare le politiche sanitarie e ambientali.

Dobbiamo dunque sperare che le (prossime) grandinate siano lievi, che non si verifichino trombe d’aria o fortunali, che le piogge dei prossimi anni non siano particolarmente acide ecc. Gli ultimi eventi metereologici, anche se non particolarmente violenti, hanno comunque comportato ulteriore distress termico e ulteriore incidenza di quel fenomeno che i geologi chiamano crioclastismo, fenomeno che, in pratica, riesce a lesionare e spaccare anche le montagne. La conclusione è che nelle ultime settimane a Trani inevitabilmente si sono verificati nuovi rilasci di fibre bell’ambiente.

Gli esperti sanno che fare misure estemporanee delle fibre aerodisperse costituisce un metodo non attendibile e di fatto “sconsigliato” per decreto, addirittura dal 1994. Per un semplice motivo: la dispersione di fibre da una superficie non è continua (come se fosse da una flebo, cioè goccia a goccia) ma invece è una dispersione che possiamo definire a poussées, cioè “a zaffate”. Rispetto a questa dinamica il controllo per brevi lassi di tempo delle fibre aerodisperse non solo è inutile ma è fuorviante nel senso che è ben suscettibile di dare come risultato “falsi negativi”. In proposito abbiamo citato il “metodo deposimetrico” come criterio alternativo di valutazione proposto ormai diversi lustri fa dall’Università di Milano. Anche se, nel caso di Trani, l’ispezione visiva, i dati storico-cronologici e la valutazione del materiale depositato nei canali di gronda paiono elementi ad abundantiam per decidere.

Vogliamo dire con chiarezza che questo inutile e deleterio temporeggiamento si verifica perché l’autorità sanitaria locale rinvia l’emanazione di un atto… emanato migliaia di volte in Italia da sindaci anche per tettoie in condizioni meno degradate di quella dell’ex-Supercinema di Trani. Non comprendiamo le motivazioni di questo ritardo nel momento in cui ormai gli elementi che depongono a favore della bonifica integrale si stanno affermando dappertutto. Nel dicembre del 2017 “persino” (le virgolette non vogliono avere un intento polemico) si decise di non finanziare gli interventi su cemento-amianto se non di bonifica integrale: un’impostazione avviata circa dieci anni fa dalla Regione Emilia-Romagna e generalmente condivisa dalla comunità scientifica. Qualche giorno fa ci siamo confrontati con un sindaco della provincia di Bologna su un dato: nessun finanziamento per sovracoperture o incapsulamenti ma solo per bonifiche radicali. Ormai il buonsenso si radica ovunque… Salvo che a Trani?

Se la preferenza deve andare, in termini sistematici, alla bonifica integrale, la cosa risulta ancora più lampante nel caso dell’ex Supercinema di Trani. Capiamo che – sia detto senza offesa anzi con grande rispetto della tradizione e della storia – fino a qualche decennio fa nei comizi in Puglia qualcuno invitava a organizzare processioni “ad petendam pluviam” ma oggi non possiamo più fare valutazioni del rischio sperando nella buona sorte o nei miracoli. Occorre invece una valutazione concreta e soprattutto (come già detto) “dinamica” del rischio.

Infine c’è sullo sfondo la questione della compravendita di immobili contenenti amianto: il prossimo governo – quando ci sarà – vorrà affrontare questo problema che la legge 257/92 considera illegale? Lo abbiamo ripetuto centinaia di volte: vogliamo in Italia una legge come la “Cassez” francese: divieto di vendita di materiali e quindi anche immobili contenenti amianto.

Oggi se in Italia stai acquistando un appartamento e chiedi all’agente immobiliare «questo linoleum è senza amianto?» la risposta è quasi sempre «non lo so»; in altri termini «non mi sono neanche posto il problema».

Quel divieto è incluso e implicito nella legge 257/92 ma questo tema è stato gestito “all’italiana” cioè senza precise indicazioni.

Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia – che è stato da noi tenuto al corrente, dell’incresciosa vicenda dell’ex Supercinema – darà qualche segnale di attenzione? Certamente avrebbe più peso delle nostre osservazioni e rimostranze.

Infine una domanda al sindaco di Trani: lei pensa di poter incaricare un perito che (ovviamente senza mandato a priori) certifichi l’opportunità o meno di una bonifica integrale dando supporto a una sua successiva ordinanza? Lasciando poi alla proprietà (ipotesi fantascientifica) l’onere di contestare. Questo supporto tecnico glielo possiamo fornire noi, gratuitamente. Lei però potrebbe pensare: “così rischio di rivolgermi a chi ha già “preso partito”. Si rivolga allora ai servizi di sanità pubblica locali, ma li si senta su un quesito chiaro: cosa è obbligatorio – ma al limite anche cosa è preferibile – fare nel caso dell’ex-Supercinema?

Per quel che ci riguarda abbiamo indirizzato un messaggio chiaro alla Sovrintendenza di Foggia: attenzione affinché il vostro parere non sia oggetto di lettura errata… Se vogliamo dialogare noi siamo disponibili!

Ma davvero si vuole delegare al privato la scelta sul tipo di approccio al problema lasciandogli la possibilità di dichiarare equipollenti bonifica integrale e incapsulamento? Non sarà che il privato si trova in quel “conflitto di interessi” di cui tanto si parla per le televisioni italiane? In questo caso certo è un piccolo conflitto però non meno lampante. Al privato “conviene” spendere meno…In verità per casi del genere il privato alla fine spenderà molto di più, ma non siamo noi fra i suoi consulenti… Nella specifica vicenda peraltro si tratta di un privato palesemente e da lungo tempo inadempiente.

Spiace constatarlo ma temiamo che queste incomprensibili tergiversazioni aumentino la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni democratiche. Perciò signor sindaco e onorevole Emiliano “cerchiamo di risalire la china!”. La popolazione di Trani si sta mobilitando su diversi fronti; le tremila firme sulla “cava fumante” mostrano sensibilità e domande di salute. Ovviamente siamo solidali con i cittadini firmatari di quella petizione; non solo: siamo anche consapevoli di come sia necessario sviluppare azioni comuni dal basso nel contrastare tutte le fonti di inquinamento visto che anche gli inquinanti (visibili e invisibili) agiscono in sinergia fra loro.

Per una città di Trani più pulita : consolidiamo la sana tradizione delle grandi pulizie intorno a Pasqua. Lo abbiamo già detto: Trani è una delle città più belle del mondo, che tale rimanga.

(*) Vito Totire è medico del lavoro/psichiatra e presidente nazionale AEA-associazione amianto e rischi per la salute

[1] Archivio centrale dell’AEA.

[2] «Carta di Viareggio, per una valutazione dinamica del rischio nel territorio», 4 agosto 2017

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