Tre poesie di Guergana Radeva

respiri

la morte stringe

concentrica

orbite fredde

di pianeti orfani

cerchi zen

nel deserto del cuore

anelli di fumo

nel nulla tossico

iride

pupilla

lacrima

pupilla

iride

baci-anelli

su ciglia di luce

risaie verdi

nell’acqua del cuore

orbite stellari

di cieli rotanti

concentrica

la vita si espande

centrifuga

la vita è di tutti

centripeta

la morte – solo nostra

fisica delle emozioni

un corpo in caduta libera

non avverte il proprio peso

la materia si fa spirito

lo spirito si fa materia

danzando

uniti dall’energia del vuoto

morendo

separati dalla gravità del pieno

brandelli di ciò che mai sarà

sul filo spinato di ciò che è

on the road

trainato dalle ombre dei ragazzini

un vecchio rasta

incagliato nell’afa

già

quel vecchio rasta,

ubriaco di erba

impiastra di blues l’acciottolato

medicando i ricordi degli zoccoli

in piazza dei cavalieri

DUE RIGHE SU GUERGANA RADEVA

Penso sia una maga e l’ho scritto in una recensione (sul quotidiano “Liberazione” nel luglio 2008 ma potete leggerla anche su questo blog) al suo primo – e per ora purtroppo ultimo – romanzo che si intitolava misteriosamente “Amalgrab”: se amate i Carnevali della sovversione e le favole molto nere ve lo stra-consiglio. La ringraziavo per «il dono infantile della meraviglia». So che Guergana detta Ghery abita in Toscana e lei mi ha pure invitato a casa sua: ma io vilmente non sono ancora andato. Le maghe fanno un po’ paura no? E poi sono già circondato di streghe sia nel mio spazio interno (l‘inconscio e dintorni) che esterno (il mondo cosiddetto reale): e se poi la nuova maga litigasse con le antiche streghe?

Redazione
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