Turchia: salvare Ebru Timttik e Aytac Unsal

Appello promosso dagli avvocati turchi 

IL NOSTRO APPELLO A TUTTE LE ORGANIZZAZIONI E FORZE PROGRESSISTE PER LA SOLIDARIETÀ CON LA RESISTENZA PER LA GIUSTIZIA E LA VITA IN TURCHIA!

Il popolo rivoluzionario e progressista in Turchia che lotta per la giustizia si trova ad affrontare un attacco dopo l’altro. 

E così, ci sono resistenze anche una dopo l’altra, che costano un prezzo molto alto.

Da un anno artisti rivoluzionari, prigionieri politici e avvocati del popolo in Turchia continuano a resistere con i loro corpi per respingere il pesante attacco e i tentativi di annientamento dell’intero movimento progressista nel Paese.

Siamo ben consapevoli e cerchiamo di seguire e organizzare al meglio la solidarietà con i popoli dei diversi Paesi, che sono anche in condizioni molto repressive e affrontano un periodo speciale di attacchi.

Tuttavia, vorremmo chiedervi di alzare la voce o con una dichiarazione video o con un messaggio scritto a sostegno dei due avvocati del popolo Ebru Timtik e Aytac Ünsal, che sono in punto di morte in Turchia per difendere la giurisdizione indipendente e i processi equi. In stato di arresto insieme a 8 loro colleghi, sono in sciopero della fame da 227 giorni (Ebru Timtik) e 196 giorni (Aytac Ünsal) per ottenere giustizia per il loro caso e in generale per la loro professione e la giustizia nel Paese.

Sono in punto di morte e sono tenuti in due diversi ospedali di Istanbul contro la loro volontà. Questo dimostra che le autorità mirano ad effettuare un intervento medico forzato non appena perdono i sensi. 

La polizia aveva arrestato 17 avvocati, tra cui Ebru e Aytac, nel 2017, quando hanno difeso un caso molto importante di resistenza dei lavoratori pubblici. Il governo voleva lasciare i resistenti senza avvocati, come tutte le altre persone che hanno bisogno di difesa contro l’ingiustizia del regime.

Un tribunale ha ordinato il loro rilascio nella prima udienza dopo un anno di reclusione e l’accusa è intervenuta immediatamente: la giuria è stata sostituita con un altro tribunale che è ancora in carica e continua a mettere a repentaglio la loro vita con le sue decisioni ingiuste. Quando la 37a Corte d’Assise ha ricevuto questo caso ha ordinato il riarresto di 12 di questi avvocati nel giro di 10 ore. Sono stati condannati con un totale di 159 anni di carcere per aver fatto il loro lavoro di avvocati! Uno di loro ha ricevuto una pena di più di 18 anni di carcere.

L’ingiustizia continua in questo momento. Un altro tribunale ha confermato la sentenza, gli avvocati hanno portato il caso alla Corte Suprema e hanno iniziato lo sciopero della fame.

Ebru e Aytaç hanno iniziato lo sciopero della fame rispettivamente a gennaio e febbraio, lo hanno trasformato in death fast (sciopero della fame fino alla morte) il 5 aprile (significa che moriranno di fame se la loro richiesta per un nuovo e giusto processo non sarà accettata).

Ma il governo della Turchia continua con la sua ingiustizia e vuole che muoiano. I suoi media di supporto hanno cercato di influenzare i tribunali fin dall’inizio con menzogne e notizie false su di loro.

Quando la situazione degli avvocati è diventata molto grave, un gran numero di giuristi, associazioni nazionali e globali degli avvocati hanno spinto la Corte Suprema a prendere una decisione verso un processo equo.

Ma la Corte Suprema non fa altro che perdere tempo per lasciare morire di fame gli avvocati.

A seguito di questo tergiversare, i loro avvocati hanno chiesto un esame medico che rilevasse che non possono rimanere in prigione a causa delle loro gravi condizioni di salute. Anche in questo caso è stata la 37a Corte d’Assise ad occuparsi di questa richiesta. Accettò l’esame e l’Istituto di Medicina Legale inviò persino un rapporto in cui si diceva che non erano idonei al carcere.

Ma il tribunale ha ignorato il rapporto. Ha continuato la detenzione e ha ordinato il loro immediato trasferimento in due diversi ospedali, dove sono già da un mese in una stanza di isolamento non ventilata di 12metri sotto la supervisione di decine di gendarmi e la minaccia di essere alimentati con la forza in qualsiasi momento.

I loro colleghi, le famiglie, i clienti, gli intellettuali, gli artisti, i giornalisti, i deputati chiedono il loro rilascio e che le loro richieste siano accettate immediatamente. In diverse città del Paese, le guardie sono tenute quotidianamente davanti ai tribunali e agli ospedali.

Con la loro resistenza gli avvocati del popolo hanno accettato la loro disponibilità a sacrificare la loro vita per il bene della giustizia per il popolo e per un futuro luminoso nel Paese. 

Ma il governo agisce da sordo e vuole che muoiano.

Già 3 combattenti sono stati uccisi nella loro resistenza in sciopero della fame di giustizia, 2 dei quali musicisti del collettivo musicale socialista Grup Yorum – Helin Bölek e Ibrahim Gökcek – che hanno lottato contro la repressione, gli arresti arbitrari e i divieti di concerti. Mustafa Kocak, prigioniero politico, è morto di fame dopo 296 giorni per la sola richiesta di un processo equo: era stato punito con l’ergastolo senza alcuna prova, sulla base di informatori della polizia e di dichiarazioni firmate sotto tortura. 

In questo momento altri due prigionieri politici oltre ai due avvocati stanno portando avanti uno sciopero della fame sino alla morte (death fast) da 180 giorni per ottenere un processo equo e per protestare contro la condizione disumana del loro regime di isolamento in prigione. 

Sarebbe un grande sostegno, se si potesse inviare un breve messaggio di solidarietà e di difesa della vita dei quattro scioperanti della fame Ebru Timtik e Aytaç Ünsal (avvocati dell’Ufficio legale del Popolo) e Didem Akman e Özgür Karakaya (prigionieri politici che chiedono i loro diritti umani fondamentali).

Vi ringraziamo molto e sappiamo che la situazione in molti Paesi è grave. Tuttavia in questo caso concreto potete contribuire a mantenere in vita i nostri avvocati e prigionieri che resistono e a difendere direttamente la giustizia per il popolo.

VIVA LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE!

SE RESISTIAMO VINCEREMO!

Cari avvocati tutti, vi inviamo questo nuovo e urgente appello dei vostri colleghi in Turchia. La vostra firma è nuovamente richiesta con urgenza. Come sapete, la vita degli avvocati Ebru Timtik e Aytac Ünsal, che stanno facendo lo sciopero della fame per un processo equo e una giurisdizione indipendente, è appesa a un filo. 

Grazie per il vostro sostegno.  

Vorremmo chiedere il vostro sostegno per una chiamata che è stata designata dai nostri colleghi in Turchia e che mira a riunire, un’altra volta, i colleghi internazionali e quelli turchi. Stiamo raccogliendo le firme per l’appello allegato. Si tratta di una brevissima dichiarazione che chiede alle autorità turche di rilasciare nuovamente Ebru e Aytaç in attesa di processo, e di far sapere a Ebru e Aytac che noi, come loro colleghi, abbiamo bisogno di loro nella nostra lotta per lo stato di diritto e la protezione dei diritti dei nostri clienti a un processo equo.  

Questo invito è aperto alle firme dei singoli avvocati. Se volete firmare, seguite il link sottostante e scrivete il vostro nome e cognome, è molto rapido e semplice farlo.

Il link è il seguente: https://forms.gle/Dj9yxrdRQTExhvoy6

L’avvocato Ebru Timtik e l’avvocato Aytaç Ünsal hanno iniziato uno sciopero della fame il 5 febbraio e hanno trasformato il loro sciopero in death fast il 5 aprile. Siamo preoccupati per la loro salute. Come è noto 18 «avvocati del popolo» in Turchia sono in carcere dal 2017 e sono stati condannati a 159 anni di carcere con tutte le falle procedurali dei vari casi e violando il loro diritto alla difesa. I giudici che all’inizio avevano emesso il verdetto di scarcerazione furono rimossi dall’incarico e dopo poche ore sono arrivati nuovi ordini di arresto per tutti gli avvocati rilasciati. Con il loro sciopero della fame chiedono una giurisdizione indipendente dalla politica e rivendicano il diritto a un processo equo.
Una petizione è stata lanciata per supportare le loro richieste. Per firmarla, scrivere una mail – indicando nome, lavoro e località – a savunmayaozgurluk@gmail.com
Per altre informazioni: comitatosolidalegrupyorum@gmail.com

UNA NOTA DELLA BOTTEGA

Vale ricordare che l’alimentazione forzata è considerata da Amnesty International una forma di tortura e provoca danni irreparabili fisici e psichici.

(*) su questa tragica vicenda vedi il recente post Il lager Turchia continua a uccidere e molti articoli su Yorum Grup; più in generale cfr Turchia: dove la tortura è il Potere (di Lanfranco Caminiti.)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

6 commenti

  • Vorrei ORGANIZZARE qualcosa… …
    recuperando firme:
    – GRUPPO DI CONTROINFORMAZIONE anni ’70” –

    • Daniele Barbieri

      Rispondo a Sarina.
      La tragedia della Turchia è sempre più “silenziata” dai media ufficiali e sappiamo perchè: il primo motivo, non l’unico, è che Erdogan viene ben pagato per bloccare i profughi alle porte della fortezza Ue. Nel frattempo, grazie a soldi e armi europee, la Turchia espande la sua influenza (Siria, Libia e non solo).
      Cosa possiamo fare? Raccogliere firme certo. Sollecitare chi può farsi sentire: gli avvocati e le avvocate, intellettuali e artisti, quel che resta del giornalismo non asservito e la (piccola) parte delle istituzioni che ha ancora un cuore antifascista. C’è poi l’impegno individuale – o di piccoli gruppi – ovviamente: sostenere cioè, anche economicamente, le molte iniziative solidali con i curdi e con gli oppositori democratici del tiranno Erdogan.
      Ma è ovvio che se alcune organizzazioni (associazioni, partiti, centri sociali, comitati: fate voi … anzi facciamo noi) in Italia non si uniscono per lanciare una martellante e quotidiana campagna contro il nazista Erdogan io temo che poco si potrà incidere.
      Il riferimento di Sarina alla controinformazione degli anni ’70 (in particolare, dopo il massacro di piazza Fontana, la controinchiesta dal basso che poi sfociò nel libro «La strage di Stato») presuppone che un gruppo di compagne/i si metta al lavoro per offrire ai movimenti – e a chiunque voglia sapere – notizie e analisi sulla Turchia (e sulle complicità italiane) che la dis-informazione ufficiale nasconde. Questa piccola “bottega” non ha le forze per assumersi un tale compito ma ovviamente è a disposizione per aiutare chi si getterà in questa urgente quanto difficile fatica.

      • E’ molto importante quel che proponi, purtroppo però in Italia c’è una sottovalutazione delle politiche autoritarie e di espansionismo neo-ottomano di Erdogan. Occorre mettere in campo una campagna com’è avvenuto in occasione del colpo di stato in Cile: come allora, la situazione è eccezionale. Basti pensare che i due co-presidenti del maggior partito di opposizione sono in carcere da anni, insieme a deputati e amministratori. Per non parlare dei giornalisti e della situazione delle carceri o dei piani di devastazione di intere regioni (come la diga di Ilisu che ha sommerso Hasankeyf o quel che si sta preparando per la valle del Munsur). Insomma, l’opposizione è tutta in carcere in Turchia o ha dovuto riparare all’estero mentre Erdogan continua indisturbato ad attuare i suoi piani. Ricordiamoci che la sopravvivenza del Rojava dipende da quanto si riuscirà a costruire in termini di opposizione e di progetti solidali in Turchia, nel momento che l’Europa gira la testa altrove
        Antonio

    • Valentina Vallesi

      Gentile Sarina Aletto!
      Attualmente le attività di solidarietà e sostegno ai death fasters (persone che sono in sciopero della fame fino alla morte o fino a quando le loro richieste non saranno accettate) sono molto semplici da attuare:

      *Scrivere email almeno una volta a settimana (lunedì o mercoledì) all’ambasciata della Repubblica di Turchia (il modello nel link in calce)

      Mr. Murat Salim Esenli
      ambasciata.roma@mfa.gov.tr

      *Aderire allo siopero della fame di un giorno in solidarietà che si tiene a livello internazionale il sabato (mandare foto con cartello con le motivazioni dello sciopero a comitatosolidalegrupyorum@gmail.com )

      *Se si è un avvocato si può firmare la petizione contenuta nell’articolo di Daniele Barbieri

      https://www.anti-imperialistfront.org/blog/2020/08/19/modello-lettera-per-lambasciatore-della-repubblica-di-turchia/

  • Daniele Barbieri

    Il Comitato turco di solidarietà con gli avvocati detenuti ha presentato un nuovo ricorso alla Corte Suprema di Ankara per ottenere la liberazione dell’avvocata Ebru Timkit e del suo collega Aytac Unsal, in fin di vita dopo oltre 200 giorni di sciopero della fame estremo. I due avvocati chiedono un giusto processo, dopo la loro condanna ingiusta con l’accusa di “terrorismo”, per aver difeso degli imputati che il governo Erdogan intendeva lasciare senza difensori di fiducia.
    La Corte suprema aveva rigettato un precedente ricorso, ma le condizioni di salute di Ebru Timkit si sono aggravate. Non parla e non si muove ed è stata trasferita in ospedale sotto stretta sorveglianza della polizia. Anche Aytac Unsal è ricoverato in un’altra struttura ospedaliera. Il ricorso chiede la revisione del processo nei confronti del gruppo di 18 avvocati detenuti per motivi politici.
    (notizia ripresa dalla “Rassegna Anbamed” di artedì 25 Agosto 2020; per ascoltare l’audio: http://www.ildialogo.org/anbamed/indice_1598332910.htm)

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