Tutte/i nel pallone

Nella 127esima puntata di «Ci manca(va) un Venerdì» l’astrofilosofo Fabrizio Melodia prova a parlare del calcio come se fosse una “cosa” seria (*)

«A me io lo sport che preferiscolo e il calcio, perche si segnano molti gol, mentre nelo sci e nel cavallo non si segna neanche un gol» si legge nel libro «Io speriamo che me la cavo»: l’annotazione di un anonimo ragazzino, per quanta sgrammaticata, segna un bel punto a favore di quello che viene definito LSPBdM cioè «Lo Sport Più Bello del Mondo».

Siamo in tempi di Calcio Mondiale senza la presenza dell’Italia; le TV private a pagamento fanno man bassa di abbonamenti e decoder venduti a caro prezzo (pure con supplementi per i “dietro le quinte”)… Come a Natale: se il calcio non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.

Come ricorda lo scrittore Marco Malvaldi: «C’era un tempo, ormai lontano, in cui la Gazzetta di luglio e agosto considerava il calcio solo per cortesia, nelle pagine centrali, contrassegnate da un emblema in alto con un pallone sotto l’ombrellone e la scritta “Calcio d’estate”. Il resto del giornale era atletica, nuoto, ciclismo, pugilato. E calciomercato certo, ma solo per casi clamorosi. Oggi invece il calcio monopolizza: a partire dalle prime pagine su ipotesi non confermate di possibili trasferimenti di mercenari strapagati da un club a un altro».

Dall’antica Roma, dove tale sport ebbe origine, ai giorni nostri, il calcio ha conservato il suo spirito gladiatorio, tanto da essere seguito esattamente come gli scontri fra guerrieri al Colosseo. Ma i calciatori non sono poveri schiavi che rischiano la pelle bensì mercenari strapagati e seguiti in mondovisione, I veri “giudici sportivi” sono i telespettatori, partecipanti in semi diretta con il famigerato televoto.

«È una religione organizzata e la FIFA è la sua Chiesa. Pensateci: il suo leader è infallibile, convince nazioni sudamericane a spendere soldi che non hanno per costruire opulenti cattedrali [la costruzione degli stadi per la Coppa del Mondo in Brasile] e potrà risultare responsabile della morte di un incredibile numero di persone in Medio Oriente. [gli operai che costruiscono le infrastrutture in Qatar per la Coppa del Mondo del 2018] […] Ma per milioni di persone in tutto il mondo, come per me, è guardiano dell’unica cosa che dà un senso alle proprie vite» scherza – o no ? – il comico britannico John Oliver.

In fin dei conti se la religione risulta uno dei migliori strumenti di potere, allora il calcio è solo una delle tante maschere per sedurre e addomesticare le menti, via tv.

E’ una questione di forza o di numeri? L’ex calciatore spagnolo Javi Poves sembra non avere dubbi: «Il calcio professionale è solo denaro e corruzione. Il calcio è capitalismo e il capitalismo è morte. Non voglio più far parte di un sistema che si basa su ciò che guadagna la gente grazie alla morte di altri in Sudamerica, Africa o Asia. A cosa mi serve guadagnare tanto se quello che ottengo è frutto della sofferenza di molta gente? La fortuna di questa parte del mondo esiste solo grazie alle disgrazie del resto».

Umberto Eco pare far eco: «Il calcio è un rituale in cui i diseredati bruciano l’energia combattiva e la voglia di rivolta».

Macchina industriale macinatutto, ascolti compresi, il “gioco del pallone” è dunque il nuovo oppio dei popoli?

Enzo Jannacci cantava così: «Quelli che quando perde l’Inter o il Milan dicono che in fondo è solo una partita di calcio e poi tornano a casa e picchiano i figli». Un altro cantautore, cioè Francesco De Gregori, cercava lo spirito più sano del football: «Sole sul tetto dei palazzi in costruzione, | sole che batte sul campo di pallone | e terra e polvere ché tira vento, | e poi magari piove. | Nino cammina che sembra un uomo, | con le scarpette di gomma dura: | dodic’anni e il cuore pieno di paura. | Ma, Nino, non aver paura di sbagliare un calcio di rigore: | non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore; | un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia».

E’ una delle mie canzoni preferite. Proprio perché da ragazzini si gioca a pallone in cortile – nel mio caso in Campiello con recupero del suddetto pallone in canale grazie a un collaborativo barcaiolo – mai si dovrebbe aver paura di tirare un calcio di rigore, piuttosto impegnarsi a mettere cuore in quel che si fa. Per dirla con le parole della schermitrice paraolimpica Bebe Vio: «Il futuro è una figata».

Semprechè non avesse ragione Cesare Zavattini: «Dategli 22 palloni, così la smettono di litigare».

(*) Chi frequenta la “bottega” soprattutto di Marte e di Venere avrà notato che si sono moltiplicate le assenze di una delle nostre spine dorsali ovvero Fabrizio Melodia: sono autorizzato dal “comitato di controllo” che sovrintende gli asterischi bottegardi (**) a dirvi che il nostro astroFaber ha avuto e ha problemi di salute ma f-i-n-a-l-m-e-n-t-e  le prospettive sono rosee.

(**) Non sapevate che abbiamo un comitato di controllo agli asterischi? Ah, ecco al volo alcuni nomi – presi quasi a casaccio – fra i 108 attualmente “in carica”: Albert (quello della boccaccia), Alice con annesso BiancoConiglio, due Armstrong (a voi indovinare quali), Buddha, Carla Capponi, Emmeline Pankhurst, Eric Dolphy, Giordano Bruno, Hinmaton Yalaktit, Horty Bluett, Houdini (Harry), Ipazia, Ishtar, John Coltrane, Ken Parker, James Baldwin, Lilith, Lucy, Marcel Marceau, Majakóvskij (Vladímir Vladímirovič), Manitù, Maria Occhipinti, Maria Skłodowska-Curie, Marie Laveau, due Marx (indovinate quali), Nefertiti, Odo, Ornette Coleman, Rita Levi Montalcini, Rosa Luxemburg, Rosa Parks, Spartaco, Valentina Tereshkova, Vigo (Jean), Wa-Tho-Huk, Wangari Maathai, Wislawa Szymborska, Zoroastro…. Se avete candidature fatecele avere.

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

Un commento

  • giuseppe callegari

    Ottima analisi che riesce a coniugare la drammaticità con l’ironia e il sarcasmo fornendo una visione di sintesi. Solo un piccolo neo: i mondiali in Qatar si svolgeranno nel 2022.

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