Tutte le mafie del mondo: non solo Cosa nostra

di Gianluca Cicinelli

In Giappone la mafia aiuta la popolazione colpita dal terremoto? Incredibile! La Yakuza, la mafia del Sol Levante, starebbe operando nelle zone colpite dallo tsunami per far affluire aiuti ed alleviare così la sofferenza delle popolazioni. Nonostante la coltre di silenzio calata sopra la tragedia di Fukushima, alcune notizie filtrano dal Giappone, e sono le più imprevedibili. Una vera e propria gara di solidarietà sarebbe in corso fra le più temute “famiglie” della Yakuza.

In particolare, l’Inagawa-kai (terza organizzazione mafiosa giapponese, fondata nel 1948) avrebbe inviato nei territori disastrati della provincia Tohoku camion zeppi di generi alimentari, di medicine e di altri strumenti utili. Stessa operazione starebbero compiendo sia la Yamaguchi-Gumi (prima famiglia), sia la Sumiyoshi-Kai (seconda famiglia).
Forse non c’è da stupirsi più di tanto. In effetti, “la parola Yakuza significa 8-9-3. Ya sta per 8, Ku per 9 e Za per 3. E’ tratta dalla versione giapponese del Black Jack, l’Oicho-kabu. La vera differenza fra i due giochi consiste nel fatto che le carte dell’Oicho-Kabu sono 19 invece che 21. La somma tre numeri citati è 20, una carta che non esiste, senza valore per il gioco praticato in Giappone. Di qui l’origine della parola Yakuza: indica coloro che nella società non hanno valore, i disadattati, gli emarginati, gli ultimi che, a certe condizioni, potrebbero essere i primi”.

Oggi, gli ultimi sono proprio i cittadini sottoposti ai dardi del destino ed alle conseguenze delle colpevoli negligenze di una compagnia privata che, con l’assenso governativo, non ha chiuso per tempo un centrale nucleare vecchia di 40 anni. Potrebbe essere una spiegazione romantica. Più concretamente, le mafie nipponiche intendono perseguire tre obiettivi strategici: a) entrare nel business miliardario degli aiuti e della ricostruzione; b) estendere/rafforzare il proprio consenso presso la popolazione;c) intimidire/ammorbidire le autorità pubbliche, garantendosi maggiore “complicità” ed una più duratura tolleranza.
In ogni caso, se volete saperne di più della storia, della struttura e delle attività di questa pericolosissima formazione malavitosa secolare, oggi con proiezioni internazionali, dovete leggere l’ultimo libro di Aldo Musci (giornalista esperto di cronaca nera e di politica di intelligence) “Tutte le mafie del mondo“, Stampa Alternativa Nuovi Equilibri, 2011. Si tratta di un vero e proprio atlante dei sistemi criminali organizzati operanti a livello mondiale, suddiviso per continenti e per aree geopolitiche. In altre parole, un libro ricco di dati e di storie che delinea una mappa delle “Forze del Male” in tutte le zone del pianeta, intrecciando in forma suggestiva episodi tragici, retroscena sconosciuti, complotti micidiali, personaggi leggendari e traffici illeciti.

Dalla Yakuza giapponese alla nuova mafia russa, dalle Triade cinesi al commercio di esseri umani in Africa, dai trafficanti di droga colombiani agli intrecci con il terrorismo jihadista, il libro mette a fuoco le strategie antiche e recenti delle mafie, oggi modernizzate in chiave globale, che, anzi, della globalizzazione hanno anticipato, in forme perverse, dinamiche e traiettorie. Da segnalare, infine, una particolarità che merita attenzione, forse un ulteriore pregio del volume: l’autore ha volutamente evitato di trattare in maniera approfondita le mafie nazionali (Cosa Nostra, Camorra, ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita), ritenendo che sull’argomento esistano già contributi importanti e difficilmente eguagliabili. Ha preferito, invece, dedicare un capitolo ai rapporti, alle connections, che i boss nostrani intrattengono con le gang straniere trapiantatesi nella Penisola.

ciuoti

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