UN BIANCO

(Roba del Pabuda…)

 

entro in questa

 vecchia tavernuccia                                     

scendendo lento

i suoi tre gradini malsani:

per ciascuno maturo

un sospetto.

ci potrei scommettere:

questa un tempo

non era una mescita:

con qualche altra

tecnica

la luce della Riviera

tenevan fuori dalla porta.

dietro il bancone,

insieme a quattro bottiglie,

è avanzato

un giovanotto lungo e secco

e scuro e fumigato

e un po’ storto:

proprio come le pareti

che ci tengono assieme.

non sembra aver voglia

di far due chiacchiere,

come nessuno da queste parti.

oltretutto, poggiandosi

col gomito al niente

mostra d’essere di tutto quanto

definitivamente stufo e stanco.

per non rischiare

d’interrompere il filo

dei suoi cupi e segreti pensieri

mi limito al minimo:

“buongiorno, un bianco”.

bevo, ringrazio, pago, saluto:

ma tutto risulta

assolutamente inutile.

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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