Un mondo di follower. E di Kapò

La rubrica settimanale (con brevi testi e fotomontaggi) di Chief Joseph: 41esimo appuntamento

Gli “influencer” sono quegli individui ai quali si attribuisce autorevolezza e che hanno un alto numero di seguaci all’interno di un certo pubblico. Possono essere vip, personaggi famosi, giornalisti, politici ecc. e sono “consacrati” in questo ruolo dalle loro capacità comunicative, una sorta di ”investitura divina” emanata da internet e dai mass media. In pratica indirizzano le scelte della massa acefala.

Accanto al capo indiano c’è Maddalena Corvaglia, una influencer che offre consigli su fitness e benessere con un milione e duecentomila follower.

 

Il 2 aprile scorso, la guardia giurata Alessio Rizzuti ha detto al clochard Alfonso Russo: «Qui non ci dormi più. Adesso, ti faccio vedere io che cosa succede a chi si ribella. Se non te ne vai ti uccido». E l’ha colpito più volte alla testa con un estintore. Questo perché il senzatetto, un umano di 51 anni, si era addormentato, come spesso gli accadeva, nel sottoscala del reparto Otorinolaringoiatra del Policlinico Umberto I di Roma.

(*) Kapò: prigioniero di un campo di concentramento nazista al quale era affidata la funzione di comando sugli altri deportati.

 

L’AUTORE 

Chief Joseph – o se preferite Capo Giuseppe – è stato una guida (militare e spirituale) dei Nasi Forati, un popolo nativo americano. Si chiamava in realtà Hinmaton Yalaktit, che in lingua niimiipuutímt significa Tuono che rotola dalla montagna. Da tempo riceviamo contributi alla “bottega” firmati Chief Joseph. Sono fotomontaggi per dialoghi immaginari (spesso volutamente anacronistici) a commentare una notizia o un breve testo. Ci piacciono per l’estrema sintesi e la contrapposizione fra mondi diversi. Così la “bottega” ha chiesto a Chief Joseph di prendersi uno spazio fisso (come hanno da tempo le vignette di Energu) e lui ha accettato: faremo il mercoledì mattina. [db]

NELLA FOTO IN ALTO:  Capo Giuseppe, Specchio e Uccello Bianco nella primavera del 1877 durante la cosiddetta “guerra dei Nasi Forati”.

 

Redazione
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