UN TRENO IN POLONIA (1939)

(Roba del Pabuda…)

c’è ancora

dei treni da prendere:                

nella Polonia occupata.

uno almeno, al volo,

di straforo, va preso:

se parte,

se arriva e poi si muove,

se è sgombra la strada ferrata.

un treno per svignarsela zitti

o per portare qualcosa

a qualcuno.

non importa

se è lento, lentissimo,

freddo,

zeppo, sporco, cadente:

oggi basta che vada.

c’è già gente assiepata

a guardar l’orizzonte

ferroviario:

fitta, stretta ad acciuga

dietro la curva

che fa il binario:

a gradini di gambe

 sulla massicciata.

c’è dei nostri e dei loro:

soltanto per oggi:

senza precauzioni:

gente confusa e mescolata,

con tutti i rischi che comporta

la promiscuità di speranze,

mete, motivi, destinazioni:

difetto eterno

delle partenze affrettate

e delle stazioni.

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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