Una faccia una razza? Probabilmente da comuni antenati neolitici

di Giorgio Chelidonio (*)

Italiani ed europei come mosaico di geni e di culture, profondo almeno 8-9 millenni

Giorgio-palazzoMinosse

Sono appena tornato da una breve vacanza a Creta. Ci sono andato, per la prima volta, inseguendo immagini mitiche: Minosse (LINK 1) – figlio di Europa, una principessa fenicia, e di Zeus, che la rapì assumendo le sembianze di un toro – e il suo labirinto che fece costruire da Dedalo per imprigionarvi il Minotauro (simbolo freudiano dell’invidia del padre?). Quel Dedalo che, assieme il figlio Icaro (caduto in volo sulle foci del Po!) poi dovette fuggire a Cuma (vicino a Napoli). Fra le trame di quest’ultima figura mitologica è possibile intravedere l’ordito di un’altra storia: Cuma (LINK 2) fu fondata, come colonia, dai greci di Kymi (LINK 3), provenienti dall’isola di Eubea (affacciata sul Mar Egeo) circa 2750 anni fa. Ma, tornando a Creta, anche l’immagine archeologica mi ha fatto scegliere questa meta solo apparentemente esotica: fra 5650 e 3400 anni fa vi si avviò lo sviluppo della prima grande civiltà mediterranea, detta (appunto dal mitico Minosse) minoica (LINK 4).
In sintesi, già 4700 anni fa circa – quando, cioè, fra il lago di Garda e le Alpi si costruivano le prime palafitte – la società cretese aveva acquisito tecniche e cultura tipiche dell’età del Bronzo. In tal modo, un millennio più tardi, la civiltà minoica influenzò l’evolversi della stessa Grecia dei micenei. La dimensione “internazionale” dei minoici è confermata dai contatti con l’Egitto faraonico avviati già 4200 anni fa; solo un paio di secoli dopo avevano stabilito una rete di commerci marittimi tale da definirli come la prima “talassocrazia”, cioè un vero e proprio impero marittimo (LINK 5).
Quale e quanta ricchezza avessero raggiunto con il loro dominio sul Mar Egeo, ce lo narra l’incredibile massa di reperti esposti nel rinnovato – nel 2013 – Museo archeologico di Iraklio (la Candia dei veneziani), la città principale di Creta, alla cui periferia ci sono le rovine del palazzo di Knosso, creduto la reggia del mitico Minosse. La Creta turistica si articola non solo in spiagge gremite, più o meno grandi, ma anche in villaggi dell’interno, spesso circondati da grandi montagne sulle cui pendici si aprono grotte altrettanto mitiche: come quella di Psychro (LINK 6) – sull’altopiano di Lassithi – che la tradizione identifica con il Dikteon Andron, cioè la leggendaria cavità in cui venne nascosto Zeus appena nato, per occultarlo alla voracità di Saturno, suo padre. É stato proprio nel villaggio di Archanes, zona vitivinicola da almeno 3500 anni e dove i locali masticano ben poco inglese, che in un’osteria dopo aver bevuto un bicchiere di vino rosso decisamente intrigante mi sono sentito riconoscere come “italikòs” e, subito dopo, un vecchio signore ha esclamato sorridendo “una faccia, una razza!”. Chissà quante volte avete sentito questa frase (spesso l’unica conosciuta in lingua italiana), ma solo in Grecia: pare sia stata diffusa dal governo fascista durante l’occupazione italiana del Paese nella Seconda Guerra Mondiale (LINK 7). Lo scopo, probabilmente, era quello di farci accettare come occupanti ma, a dispetto degli oltre 13.000 morti subiti da entrambi gli eserciti (LINK 8) per qualche misteriosa selezione la frase è rimasta nella memoria come traccia di “simpatica fratellanza”.
Solo nel 2015 uno studio paleogenetico, condotto dalle università di Pisa e di Oxford ha confermato la frequenza nel nostro meridione (e in modo particolare in Sicilia) di persone dotate di DNA mitocondriale (ma anche di cromosoma Y) ereditato da coloni greci giunti nella penisola italiana fra 2800 e 2500 anni fa circa. Probabilmente non si trattò di una migrazione di massa, anzi la si stima in qualche migliaio di maschi e in poche centinaia di femmine, ma sufficiente a lasciare un’impronta genetica tuttora rilevabile (LINK 9). Ma nel Mediterraneo i flussi di meticciamento sono ben più antichi: si è da poco diffusa la notizia che la diffusione delle prime forme di agricoltura sedentaria – modalità proprie del Neolitico – si deve a discendenti diretti dei primi coltivatori originari dell’Anatolia, cioè dell’attuale Turchia (LINK 10). Partiti dal Levante circa 8500 anni fa, seguirono due rotte principali verso Ovest:
via terra espandendosi attraverso i Balcani (diffondendosi nell’Europa centrale qualche secolo dopo, utilizzando il Danubio e i suoi affluenti come “piste fluviali”) e colonizzarono le isole britanniche solo 5.500 anni fa circa; via mare (con imbarcazioni più simili a piroghe che a “navi”) probabilmente procedendo di isola in isola, estendendosi da Cipro, Creta, Malta e Sicilia, dove arrivarono già 8.000 anni fa (LINK 11). Da lì e dalle coste calabresi e pugliesi si irradiarono lungo le coste tirreniche e adriatiche, raggiungendo la pianura padana nel VI millennio avanti Cristo. Ma la presenza di allevatori-agricoltori neolitici è documentata già 6800 anni fa circa in Liguria, nella Grotta delle Aree Candide (Savona).
In sintesi, noi siamo il risultato genetico di tutte queste antiche migrazioni, oltreché di quelle successive avvenute in tempi storici (barbari, arabi, vichinghi e poi, in direzione opposta, crociati, veneziani, genovesi, pisani etc. etc.). Lo studio di paleogenetica appena pubblicato evidenzia però che la diffusione verso Ovest dell’agricoltura e dell’allevamento non siano state (fra 8.000 e 5.000 anni fa circa) solo novità che le popolazioni mesolitiche europee appresero dai neolitici migranti: in quei 3 millenni non ci furono molti meticciamenti con i nuovi arrivati forse perché, ipotizzano i paleo-genetisti, questi ultimi parlavano lingue sconosciute oltreché apparire culturalmente diversi.
Infine, i migranti neolitici non furono gli ultimi: circa 5000 anni fa altre popolazioni migrarono verso Ovest dalle steppe dell’Asia occidentale (LINK 12). Insomma, europei come mosaico di geni e di culture profondo almeno 8-9 millenni: “una faccia, una razza” anche geneticamente!

LINKS

  1. http://www.treccani.it/enciclopedia/minosse/
  2. http://www.summagallicana.it/lessico/c/Cuma.htm ,
  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Kymi
  4. https://it.wikipedia.org/wiki/Civilt%C3%A0_minoica
  5. https://it.wikipedia.org/wiki/Cronologia_minoica#Tavola_della_cronologia_minoica
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Psychro
  7. http://www.translatum.gr/forum/index.php?topic=199893.0
  8. https://it.wikipedia.org/wiki/Campagna_italiana_di_Grecia#Perdite_e_bilanci
  9. http://www.greenreport.it/news/scienze-e-ricerca/una-faccia-una-razza-la-grecia-e-anche-nel-nostro-dna/ + http://www.nature.com/ejhg/journal/v24/n3/full/ejhg2015124a.html
  10. http://www.lescienze.it/news/2016/06/07/news/origine_anatolia_primi_agricoltori_europei-3115619/
  11. Cocchi Genick D., 2009: Preistoria, QuiEdit, Verona.
  12. https://www.sciencedaily.com/releases/2016/06/160606154907.htm

NELL’IMMAGINE, ripresa da Wikipedia. IL PALAZZO DI MINOSSE

Giorgio Chelidonio

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