Una scor-data: 7 dicembre 1975, Timor Est

di Alberto Melandri (*)

TimorEst

«Il 7 dicembre ci siamo svegliati, abbiamo sentito questo forte rumore di aeroplani ed abbiamo visto paracadutisti e aerei che nascondevano la luce; erano così numerosi, che il cielo era divenuto scuro. Poi ci furono dei colpi, ci riparammo e cominciammo a sentire sparare sempre più intensamente. Nel pomeriggio arrivarono dei timoresi a dirci che tutti dovevamo andare ad arrenderci al quartier generale. Quando fummo lì, loro ci dissero: da una parte le donne, i bambini e gli anziani, dall’altra gli uomini e i ragazzi. Poi un indonesiano urlò un ordine e sentimmo le armi automatiche che trafiggevano gli uomini. Abbiamo visto i ragazzi e gli uomini che morivano sotto i nostri occhi. Alcune di noi hanno visto morire i loro mariti. […] Più tardi mia sorella venne a cercare suo marito e suo figlio. Ma sulla strada ha incontrato un amico che gridava e che le ha detto: “Non cercare di andare di lì: ho visto mio cugino divorato da un cane. Sono tutti morti. Solo i cani sono vivi”». Questa testimonianza, raccolta dal giornalista inglese Matthew Jardine e riportata nel suo «Genocide in paradise» ci riporta alla data del 7 dicembre 1975, giusto 40 anni fa.

Timor Est, ex-colonia portoghese, è la parte orientale dell’isola di Timor, che si trova a nord dell’Australia, all’estremità orientale dell’arcipelago della Sonda. Il 1975 è un anno cruciale nell’ambito dei processi di decolonizzazione. E’ l’anno dell’indipendenza di Mozambico, Angola, Guinea Bissau, Capo Verde, Sao Tomè e Principe, tutte ex-colonie portoghesi, ma è anche l’anno in cui cade Saigon e le forze di liberazione vietnamite occupano tutto il Vietnam del Sud; cade anche il regime filo-americano di Lon Nol in Cambogia; nel Laos viene abolita la monarchia e il Paese diventa la Repubblica Popolare Democratica del Laos; così gli Stati Uniti, ormai in ritirata dall’Indocina, aumentano del 450% rispetto al 1974 l’aiuto militare all’Indonesia, saldamente governata dal generale golpista Suharto, impadronitosi del potere nel 1965, con un sanguinoso colpo di stato che aveva prodotto da 500.000 a un milione di vittime fra gli oppositori. L’importanza strategica di Timor è costituita dall’esigenza, da parte del governo Ford, di controllare, a nord di Timor, lo stretto di Ombai-Wetar, l’unico passaggio percorribile in acque profonde dai sottomarini nucleari fra il Pacifico e l’Indiano. Mentre Timor Ovest fa parte dell’Indonesia dai tempi della decolonizzazione dall’Olanda, Timor Est – anche in conseguenza della “rivoluzione dei Garofani” che ha abbattuto la dittatura dei continuatori di Salazar, portando il Portogallo alla democrazia – si sta avviando all’indipendenza. Nel luglio 1975 si svolgono a Timor Est elezioni locali, le prime da sempre, che vedono la vittoria del FRETILIN (Fronte di Liberazione di Timor Est) che ottiene il 55% dei voti; si giunge così alla proclamazione dell’indipendenza il 28 novembre dello stesso anno. A questo punto l’Indonesia decide di intervenire militarmente invadendo il territorio della neonata repubblica democratica di Timor Est. Nei primi anni dopo l’invasione circa un terzo della popolazione timorese (200.000 persone su 600.000) viene uccisa dalle truppe di occupazione indonesiane. Il Fretilin però continuerà la sua lotta in clandestinità fino a ottenere, sotto l’egida dell’Onu, un referendum in cui il 78,6% dei votanti , il 30 agosto 1999 si è pronunciato per l’indipendenza.

(*) Alberto Melandri è del Cies Ferrara e di Pontregradella in transizione.

Come sa chi frequenta il blog/bottega per due anni ogni giorno – dall’11 gennaio 2013 all’11 gennaio 2015 – la piccola redazione ha offerto (salvo un paio di volte per contrattempi quasi catastrofici) una «scor-data» che in alcune occasioni raddoppiava o triplicava: appariva dopo la mezzanotte, postata con 24 ore di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; ma qualche volta i temi erano più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi.
Tanti i temi. Molte le firme (non abbastanza probabilmente per un simile impegno quotidiano). Assai diversi gli stili e le scelte; a volte post brevi e magari solo una citazione, una foto, un disegno… Ovviamente non sempre siamo stati soddisfatti a pieno del nostro lavoro. Se non si vuole copiare Wikipedia – e noi lo abbiamo evitato 99 volte su 100 – c’è un lavoro (duro pur se piacevole) da fare e talora ci sono mancate le competenze, le fantasie o le ore necessarie.

Abbiamo deciso – dall’11 gennaio 2015 che coincide con altri cambiamenti del blog, ora “bottega” – di prenderci un anno sabbatico, insomma un poco di riposo, per le «scor-date». Se però qualche “stakanovista” (fra noi o all’esterno) sentirà il bisogno di proporre una nuova «scor-data» – come in questo caso – ovviamente troverà posto in blog; la redazione però non le programmerà.

Però…

(c’è quasi sempre un però)

visto il “buco” e viste le proteste (la più bella: «e io che faccio a mezzanotte e dintorni?» simpaticamente firmata Thelonius Monk) abbiamo deciso di offrire comunque un piccolo servizio, cioè di linkare le due – o più – «scor-date» del giorno, già apparse in blog.

Speriamo siano di gradimento a chi passa di qui: buone letture o riletture

La redazione (in ordine alfabetico): Alessandro, Alexik, Andrea, Barbara, Clelia, Daniela, Daniele, David, Donata, Energu, Fabio 1 e Fabio 2, Fabrizio, Francesco, Franco, Gianluca, Giorgio, Giulia, Ignazio, Karim, Luca, Marco, Mariuccia, Massimo, Mauro Antonio, Pabuda, Remo, “Rom Vunner”, Santa, Valentina e ora anche Riccardo e Pietro.

 

Redazione
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