Universo in biblioteca

I fondi (pubblici e privati) di fantascienza in Italia

di Gian Filippo Pizzo

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E’ ormai un dato assodato che la fantascienza da qualche anno sia entrata nel mondo accademico. Superate antiche resistenze essenzialmente di tipo elitario, grazie alla bravura di scrittori come Philip K. Dick o James G. Ballard, alla vitalità di correnti come il cyberpunk, al successo mediatico di film quali Matrix, all’emergere di uno stuolo di scrittori italiani molto validi (a partire da Valerio Evangelisti) perché più calati nel mondo reale rispetto ai loro predecessori, l’ambiente universitario accetta con sempre maggior frequenza e interesse la stesura di tesi di laurea dedicate a questo genere letterario o a singoli scrittori del genere.

Tutto ciò è favorito anche dalla disponibilità di materiale, perché autori come Dick, Ballard, Stanislaw Lem ed Evangelisti sono sempre in catalogo e film come «Matrix» o «The Cube» sono facilmente reperibili. Ma che accade se uno studente vuol fare la tesi su un autore magari validissimo ma meno conosciuto (mettiamo un Heinlein o un Leiber) o un periodo storico particolare? Qui si verifica uno scollamento, perché reperire testi e fonti non è affatto agevole: nelle biblioteche italiane, sia universitarie che non, mancano libri e repertori e soprattutto mancano i fondi librari espressamente dedicati, cosicché se un testo esiste resta confuso tra le migliaia di altri volumi e se non è correttamente classificato o soggettato (cosa purtroppo frequente, spesso ad esempio un testo di Sf viene inserito genericamente nel fantastico o confuso con il fantasy) difficilmente lo si può ritrovare.

In questo, l’Italia resta purtroppo molto lontana da quanto avviene in altri Paesi, soprattutto in quelli anglosassoni, dove invece questi fondi esistono e sono fruibilissimi. Solo per fare qualche esempio citiamo la Spaced Out Library (costituita sull’iniziale donazione della scrittrice Judith Merrill) della Toronto Pubblic Library, non tra le più ricche ma fra le meglio organizzate. Superiori come dimensioni sono l’Università di Sidney, Australia, e la J. Lloyd Eaton Collection dell’Università di California Riverside, che ha un notevole fondo di saggistica e critica (ed è anche tra le poche ad aver pubblicato il proprio catalogo, in tre grossi volumi). Ancora l’Università di Louisville nel Kentucky possiede 10.000 pulps, mentre la Ohio State University Library e la Texas A&M University vantano la collezione quasi completa di tutte le riviste di fantascienza inglesi e americane; il maggior numero di testate è posseduto dalla Bowling Green State University, sempre nell’Ohio, con 500 riviste. Al di fuori degli Stati Uniti è da citare la Maison d’Ailleurs di Iverdon in Svizzera, anche questa inizialmente frutto di una donazione da parte del noto studioso Pierre Versins.

La situazione in Italia è talmente diversa che non comprende nessuna istituzione universitaria (con una piccola eccezione nella Biblioteca della Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze, che possiede un fondo di qualche decina di volumi, soprattutto saggi e repertori) e perciò ci sembra tanto più importante documentare quel poco che esiste.

La biblioteca comunale della città di Cattolica (Rimini) possiede un fondo di fantascienza che, quando fu acquisito, era cospicuo. La stessa biblioteca aveva (ed ha) un fondo sulla letteratura poliziesca molto importante e il Centro Culturale Polivalente (cui la Biblioteca fa riferimento) per ben 17 anni ha organizzato un festival cinematografico unico nel suo genere, il MystFest, collegato con convegni e premi letterari (il «Gran Giallo Città di Cattolica»). Probabilmente l’amministrazione comunale voleva allargare il campo anche alla letteratura fantascientifica (in effetti non si parla singolarmente di vari fondi, ma di un unico fondo sulla paraletteratura) e per questo ha acquisito da un collezionista, l’avvocato Paolo Anelli, un fondo librario che comprendeva tutto quanto pubblicato in Italia dal 1952 fino alla fine degli anni Ottanta. Presentato, dopo qualche anno dalla sua acquisizione, il 23 ottobre 1992 con un convegno, una proiezione cinematografica e una mostra dei pezzi più rari, il fondo è però poi rimasto fermo. Accresciuto grazie a piccole donazioni di altre biblioteche, incrementato per breve tempo grazie ai doni di alcune case editrici (in primis l’Editrice Nord), attualmente le nuove acquisizioni riguardano la sola Urania. Il materiale librario è sistemato in magazzino, non è ammesso al prestito esterno, e la sua catalogazione arriva ad appena il cinquanta per cento del posseduto.

Biblioteca Comunale, Piazza della Repubblica 31, 47841 Cattolica (RN), Tel. 0541/966612, e-mail: biblioteca@cattolica.net, sito internet:
www.bibliotecheromagna.it/main/index.php?id_pag=12&id_loc=16

 

Diverso il caso del “Fondo Fantascienza” della biblioteca comunale di Borgo San Lorenzo (Firenze). Anche questo nasce agli inizi degli anni Ottanta da un lascito, quello dello psichiatra Antonio Torelli, prematuramente scomparso, che oltre a molto materiale d’interesse storico locale comprendeva la sua personale biblioteca fantascientifica, con tutti i libri pubblicati in Italia dagli anni Cinquanta (qualcuno anche precedentemente) fino ai primi anni Ottanta. Mancano quasi del tutto le pubblicazioni periodiche (ed è senz’altro una grave lacuna) perché Torelli le aveva lasciate nella casa dei genitori e non sono quindi rientrate nella donazione da parte della vedova. A parte questa mancanza, il fondo è ben gestito: è collocato in una sala apposita a scaffale aperto, è tutto catalogato, addirittura i volumi hanno le copertine cellofanate per meglio preservarli. Soprattutto, i libri sono ammessi al prestito, anche interbibliotecario, e questo per gli studiosi è sicuramente utile. Col tempo il fondo si è notevolmente accresciuto (pur senza arrivare a coprire quanto pubblicato in Italia) sia per una politica di acquisti mirata che per singole donazioni, ma soprattutto grazie al fatto che per qualche anno è stata il “deposito” ufficiale della World SF Italia. Infatti, in analogia con quanto avviene in America, dove molte biblioteche hanno sezioni che fungono da depository ufficiali di varie associazioni (la California State di Fullerton è depositaria della SF Writers of America, la K. Spencer Research dell’Università del Kansas lo è della SF Research Association e della SF Oral History Association, la Michigan State del Clarion Workshop – uno dei più importanti corsi di scrittura creativa sulla SF – e dello SFWA Oral History Project, altre biblioteche hanno depositi ancora della SFWA e della World SF americana e internazionale) la biblioteca di Borgo San Lorenzo ha stipulato una convenzione con la sezione italiana della World SF. Per effetto di questo accordo, fra l’altro, la biblioteca riceveva copia di quanto prodotto dai soci della World SF, e poiché tra i soci vi erano anche i più importanti editori, l’incremento della collezione era assicurato. Da parte sua la biblioteca avrebbe pubblicato la bibliografia «Fantascienza, Fantasy & Horror in Italia» di Ernesto Vegetti, precedentemente edita dalla sola World Italia, della quale però in coedizione sono uscito solo i volumi 1991-1992, 1993 e quello retrospettivo dedicato al 1989 (la bibliografia proseguì poi in versione informatizzata su compact disc e in seguito su internet, dov’è tuttora disponibile). Sebbene formalmente la convenzione dovrebbe essere ancora valida, in realtà gli editori non inviano più i loro prodotti e solo con molta fatica – per i mali cronici di assenza di personale e di carenza di fondi che da sempre affliggono le biblioteche italiane – la biblioteca riesce ancora a incrementare, sia pure solo parzialmente, il suo fondo. Fondo che, dai duemila esemplari della donazione, è arrivato a oltre cinquemila, ai quali si devono aggiungere un migliaio di fanzine (dono di Enrico Rulli), non catalogate, per le quali c’era addirittura un progetto di digitalizzazione.

In occasione della presentazione della convenzione fra biblioteca e World SF Italia fu realizzata la manifestazione «Libri e immagini dall’iperspazio», con presentazione del fondo, proiezioni cinematografiche, mostra di libri e riviste provenienti dal fondo stesso e un convegno sull’editoria specializzata svoltosi il 1993. Saltuariamente, per mantenere l’attenzione sul fondo fantascienza, la biblioteca organizza varie manifestazioni, come il convegno «Il diverso e il suo ruolo nella fantascienza e nel fantasy» tenutosi il 25 novembre 2005, i cui atti furono pubblicati da Polistampa l’anno successivo e presentati in occasione dell’altro convegno «Per chi vota l’alieno?» del 15 ottobre 2006. Per curiosità, ma non poi tanto, perché il fatto ci sembra lodevole, segnaliamo infine che il fondo fu oggetto nel 1996 di una tesi di laurea discussa presso l’Università di Firenze: «Il fondo di fantascienza della Biblioteca Comunale di Borgo San Lorenzo» di Francesca Maestrelli (relatrice Liana Borghi, corso di laurea in lingue e letterature straniere moderne). L’autrice si soffermava, oltre che sul fondo e sulla fantascienza in generale, anche sulla personalità del Torelli, che essendo uno psichiatra aveva una sua particolare visione della letteratura fantascientifica.

Biblioteca Comunale,Palazzo del Podestà,piazza Garibaldi,50032 Borgo San Lorenzo (FI),tel. 055/8457197, e-mail:biblioteca@comune.borgo-san-lorenzo.fi.it,
sito internet:
easy.cm-mugello.fi.it/easyweb/w2007/

 

Di costituzione più recente (1997) ma di livello culturale decisamente elevato è la Biblioteca di via Senato di Milano, gestita da una fondazione di cui è presidente il senatore Marcello Dell’Utri e nel cui consiglio di amministrazione troviamo nomi noti alle cronache finanziarie quali quelli di Fedele Confalonieri o Ennio Doris. Costituita da vari fondi autonomi e differenziati (letteratura italiana del Novecento, libri di pregio, storia e politica, arte e architettura, storia dell’imprenditoria italiana) ha il suo nucleo nel fondo antico, che dedica particolare attenzione al tema dell’utopia. Accanto a questo, il fondo di fantascienza, anche questo inizialmente frutto dell’acquisizione della biblioteca privata di un libraio-collezionista romano, Italo Pileri, che spazia dal 1500 ai giorni nostri. Si tratta di appena quattromila volumi, che però coprono molto bene la parte più antica, quella dei viaggi straordinari e delle utopie del Settecento e dell’Ottocento, fino agli anni Sessanta del secolo scorso. La Fondazione è un centro culturale in piena attività, tra le sue varie iniziative quella che ci interessa di più è stata la mostra «Dalla Terra alle stelle: tre secoli di fantascienza e utopie italiane», tenutasi nel 2005, che ha prodotto anche un pregevole catalogo curato da Giuseppe Lippi, con interventi di specialisti ma soprattutto numerose illustrazioni a colori di libri e riviste posseduti dalla Biblioteca. A fianco del fondo fantascienza c’è da qualche anno anche il fondo delle fanzine, intitolato a Sandro Sandrelli (tra i primi creatori di fanzine di fantascienza italiane) in precedenza detenuto dalla libreria Bottega del Fantastico, che documenta la produzione amatoriale in questo ambito dal 1962 in poi. La Biblioteca di via Senato è una biblioteca privata ma aperta al pubblico, quindi il materiale librario è consultabile, ma solo previo appuntamento.

Biblioteca di Via Senato, via Senato 14, 20121 Milano Tel: 02 76215318, e-mail: servizigenerali@bibliotecadiviasenato.it, sito internet: www.bibliotecadivia senato.it/biblioteca/archivio-moderno/fondo-di-fantascienza.aspx

 

Altra istituzione, riconosciuta giuridicamente a livello regionale e nazionale, è la Fondazione Rosellini di Senigallia (AN), costituita nel 1997 da un magistrato con la passione per la letteratura popolare, Adriano Rosellini. Cultore principalmente di gialli, Rosellini ha raccolto sin dai prima anni Cinquanta tutto quanto veniva pubblicato di fantascienza sia in edicola che in libreria, compresa la produzione di piccoli editori e con una particolare attenzione nel seguire la storia editoriale dei testi, scegliendo quindi di procurarsi anche le ristampe, le ricopertinature eccetera (cosa che non tutti i collezionisti fanno). La Fondazione è dedicata a tutta la narrativa popolare, ma la fantascienza è seconda solo al poliziesco (che d’altra parte ha una storia editoriale più lunga e densa) con i suoi settemila volumi che comprendono la serie completa di tutte le pubblicazioni periodiche. La collezione di fantascienza, “I Libri del Futuro”, è sistemata in una sala apposita, non è catalogata, è visitabile solo su prenotazione. La Fondazione Rosellini ha anche una limitata ma prestigiosissima attività editoriale che si concretizza in una collana, “I libri della Fondazione”, nella quale sono apparsi – limitatamente al campo fantascientifico – «Il ventesimo secolo» di Albert Robida (due romanzi illustrati di protofantascienza); «Jeff Hawke di Sidney Jordan» (in due volumi le storie inedite del celebre personaggio dei fumetti disegnate da Lance McLane); e per la serie Gli illustratori di Urania il volume dedicato a tutte le copertine di «Caesar & Jacono» e quello con tutte le copertine mondadoriane (quindi non solo Urania ma anche le testate collegate e gli Oscar) di «Karel Thole pittore di fantascienza». Tutti volumi di gran pregio, di grande formato, illustrati a colori e arricchiti da articoli e testimonianze.

Fondazione Rosellini, viale Bonopera 21, 60019 Senigalla (AN), tel. 07163144, email: info@fondazionerosellini.it, sito internet: www.fondazionerosellini.it

 

Assieme alle biblioteche c’è da registrare nel nuovo Millennio la nascita di altre due organizzazioni di tipo diverso ma ugualmente dotate di fondi librari. Il MuFant, il museo della fantascienza e del fantastico di Torino è un centro culturale polivalente, fondato e curato da Silvia Casolari e Davide Monopoli, che organizza convegni, proiezioni e mostre ma anche laboratori per le scuole. Lo spazio espositivo è diviso in aree tematiche, delle quali la più importante è quella sui poster della cinematografia fantastica (in particolare Dracula, la fantascienza dagli anni Cinquanta e i film sui mostri), ma che comprende anche sezioni sul fantasy, Jules Verne e la protofantascienza, le serie tv e le saghe cinematografiche, eccetera. La biblioteca comprende appena un migliaio di volumi che spaziano dal gotico alla fantascienza, compresi fumetti ed enciclopedie, ma è in continuo aggiornamento.

Mu.Fant, Via Reiss Romoli 43, Torino, tel. 34754405096, email: associazioneimmagina@gmail.com,
sito internet:
mufant.wordpress.com/mufant-torino/

 

Altro museo, di recentissima costituzione essendo stato (pre)inaugurato il 28 giugno 2015, è il MuseF, museo della scienza e della fantascienza, particolarmente dedicato al rapporto fra questi due mondi e quindi anche all’astronomia e all’astronautica. Nato dalla donazione di Giovanni Mongini, collezionista, critico cinematografico e scrittore, che ne è il curatore, comprende 7 mila dvd, oggettistica varia (una piastrella dello Shuttle, un pezzo di un V2, la tua indossata da Sean Connery in «Atmosfera Zero»), francobolli, manifesti, autografi, medaglie, modellini, libri di astronomia anche antichi, in particolare per ciò che concerne il rapporto fra cinema e letteratura. Il fondo librario è di seimila volumi. Il museo e dunque la biblioteca sono visitabili dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 17.

MuseF, via Provinciale 51, 45030 Gaiba (RO), tel. 0532984976, email: info@musef.it, sito internet: www.musef.it/

 

Come si vede, la situazione dei fondi di fantascienza pubblici non è per nulla rosea: forse neanche mettendo insieme – in una ipotetica biblioteca unica, eventualmente anche virtuale – i fondi posseduti dalla biblioteche citate si arriverebbe a coprire tutta la produzione italiana in questo campo, per non dire di testi e repertori in lingua straniera che sarebbero utili a uno studioso. Per avere un quadro più completo ci si dovrebbe rivolgere a un collezionista: che, essendo per l’appunto un privato, non è tenuto a mettere a disposizione il suo materiale. Comunque diamo anche qualche indicazione sulle collezioni private di cui siamo a conoscenza.

Qualche anno fa erano note nell’ambiente specialistico le collezioni dell’udinese Alfio Bertoni (autore insieme a Gianluigi Missiaja del primo catalogo, amatoriale, della fantascienza in Italia: «Catalogo generale della fantascienza», Edizioni CCSF, Venezia, luglio 1968) e del milanese Aurelio De Grassi; entrambe sono andate disperse, la seconda dopo la prematura scomparsa del suo proprietario. Una collezione notevole era quella del triestino Lucio Fait (in una lettera privata di vari anni fa ci scriveva di comprare tre copie dello stesso libro: una la leggeva, un’altra la lasciava cellofanata, la terza era di riserva!) del quale però da anni non abbiamo notizie.

E’ andata parzialmente dispersa dopo la prematura scomparsa del proprietario anche quella di Ernesto Vegetti (Borgomanero, NO), ricca di ventimila pezzi che coprono tutto quanto uscito in Italia dal 1952 a oggi e l’ottanta per cento di quanto pubblicato nel mezzo secolo precedente, mentre ci risulta integra quella similare di Pino Cottogni a Strambino (TO). Non a caso entrambi erano anche i compilatori, assieme ad Ermes Bertoni, del «Catalogo SF, fantascienza e horror» su Internet all’indirizzo www.fantascienza.com/catalogo/, oggi purtroppo non più aggiornato con regolarità. La collezione del romano Bruno Baronchelli arriva addirittura a cinquantamila pezzi, ma nel novero sono comprese anche riviste e quotidiani di non esclusivo o prevalente interesse fantascientifico, ma raccolte solo perché contenenti anche solo un singolo testo. Di un certo interesse anche le collezioni, ancora limitate al periodo moderno, dal 1952 in poi, del pisano Francesco Ghetti e del fiorentino Luca Ortino, questa ultima particolarmente ricca di libri autografati dagli autori.

Ci sono poi collezionisti che raccolgono prevalentemente pubblicazioni americane (ad esempio i critici e traduttori Sandro Pergameno e Riccardo Valla, anche quest’ultimo prematuramente dipartito) ma l’interesse da parte dei cultori italiani per questo materiale è molto relativo.

C’è semmai da auspicare che queste collezioni “quasi” complete possano seguire l’esempio delle prime citate ed essere messe in qualche modo a disposizione di tutti.

 

NOTA DI GIAN FILIPPO PIZZO. Questo intervento è un aggiornamento del mio saggio (a sua volta derivato da un precedente articolo pubblicato su Urania) apparso su «Cartografia dell’inferno: 50 anni di fantascienza in Italia, 1952-2002», a cura di Gianfranco de Turris con Ernesto Vegetti, Elara Libri (La Biblioteca di Alessandria 7) 2012.

(*) da World SF Italia, 27 luglio 2015

L’ULLUSTRAZIONE, SCELTA QUI IN “BOTTEGA”, E’ DI KAREL THOLE

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