Uno straordinario artista: Jacek Yerka 07

di Mauro Antonio Miglieruolo
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Parlerò oggi, considerando la coppia di tipologie fantascientifiche che più hanno avuto effetti positivi sulla mia immaginazione e che ritengo abbiano prodotto effetti analoghi in Jacek Yerka, della prima, e cioè quella degli animali-macchine (da qui in poi animacchine), interpretata dall’artista in modo più esemplare e credibile che altri.

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C’è poco da dire, in più del dovuto elogio, sugli animacchine: che non si tratta per lo più di ibridi o cyborg, li definisca come ognuno vuole, ma di creature vere, effettive, frutto non si sa bene dell’evoluzione o dell’intervento umano sull’evoluzione. Queste animacchine sono “invenzioni” effettive, con un possibile ruolo tecnologico (esempio le automobili-rettile), ostentatamente artificiali, ma disegnate tanto bene da apparire quasi naturali (un “quasi” arbitrario, introdotto più che altro per prudenza), individui veri, capaci non solo di produrre utilità e movimento, ma di integrarsi perfettamente nel panorama generale della vita (vedi più avanti).

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Il risultato è certamente effetto della bravura grafica dell’artista, dell’estro inventivo; ma è anche effetto di una capacità prodigiosa di scegliere gli elementi da combinare e del modo giusto di combinarli. Per quanto eterogenei, Yerka riesce a dissolvere nel prodotto finito ogni elemento di eterogeneità.
Ma è anche effetto del “contorno”, del panorama generale in cui sono immessi, per il quale acquisiscono un supplemento di credibilità. È l’immagine complessiva (effetto d’insieme) in ultima analisi a rendere accettabile il particolare alieno, che spezza la continuità del reale. La macchina dinosauro o la macchina varano, ad esempio, non verrà ordinariamente esposta come mero fenomeno o indice del grado di bravura dell’autore (effetto da circo), ma verrà immessa nel luogo logicamente deputato a contenerla: dentro un garage o ai piedi di un albero, per usufruire della protezione della chioma. Interni o esterni che un animale non spregerebbe quale riparo; e che volentieri il proprietario di un’auto utilizzerebbe per evitare che il mezzo si arroventi o ne venga alterato l’aspetto esteriore.

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Dunque è nella totalità del quadro che la singola invenzione prende consistenza. O, al contrario, è la singola invenzione che fornisce consistenza e validità al quadro.

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Altro elemento degno d’attenzione è che la fusione, pur trattandosi di effettiva fusione, lascia sempre prevalere, a secondo dell’inquadratura o dell’azione che l’immagine presenta, una delle due identità dell’animacchina. Identità che permangono identificate e persino ostentate nel prodotto finale. Per cui, di volta in volta, la particolare animacchina creata, sembrerà essere un animale completato e forse anche ampliato da una macchina (quasi mai da parti di una macchina, anche se la macchina necessariamente è inclusa nell’ibrido solo per metà); oppure di una macchina che si espande attraverso parti di un animale. Il che mi porta a definire l’operazione compiuta dall’artista una “fusione per differenza” piuttosto che una “fusione per coerenza” (la quale pure esiste).

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In ultima analisi è proprio questo aspetto a destare il più dello stupore. Che Yerka non si nasconda dietro il prodotto, che voglia spacciarlo nella finzione del vero, come avviene per tanta arte e tanta letteratura. Accede al vero proprio attraverso l’esposizione del falso, del quale si serve per realizzare i suoi effetti di coerenza pur navigando nelle acque perigliose della differenza. Il suo è un messaggio complesso che si serve della semplicità e della trasparenza, che utilizza materiali ordinari per produrre lo straordinario.
Tutto questo testimonia la presenza di un grande artista, non c’è dubbio. I dubbi sono relativi a una ulteriore considerazione. Dopo Yerka, che porta all’estremo e al massimo alcune modalità fantascientifiche (se non tutte) potrà esserci produzione letteraria che possa spingersi di là dagli orizzonti da lui tracciati? L’interrogativo è tale che non può ricevere una risposta teorica, puramente speculativa. Solo la pratica ci dirà se vi saranno autori che raccoglieranno la sfida e porteranno l’immaginazione fantascientifica in territori nuovi, in territori diversi, più avanzati di quelli che Yerka medesimo ha brillantemente esplorato.

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(la seconda parte dell’articolo al prossimo mercoledì, 17 settembre)

La galleria di immagini dedicate a Jacek Jerka ha avuto inizio il 3 settembre. Per rileggerla e visionarla clickare QUI

Per l’esame dell’anteprima clickare invece QUI

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