«Urlo» per i giorni nostri – 1

La Round Robin [Ginsberg] Story inizia con Gianluca Cicinelli (*)

A Daniel Solomon Barb
Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla consegna pizze e dai call center, urlanti al microfono, isteriche  trascinarsi nei quartieri gialli al tramonto, per vedere chi tesse il filo tarocco a ogni ora, chiuso in stanze controllate da caporali alternativi connessi soltanto con la dinamo oscura nell’ingranaggio della notte,
per vedere in quella povertà di stracci scelti a Prato tra fabbriche che bruciano con le persone dentro qualcosa di meglio di quello che la vita loro offre chiamando sconosciuti,
abitando in squat senz’acqua né riscaldamento, ascoltando trap nei bassifondi della città, che esponevano neuroni al tetraidrocannabinolo e vedevano angeli che ridevano di loro, di Gesù e di Maometto,
che pisciavano nell’università con occhi ridenti e feroci tra gli studiosi della falsa pace, che costringe a far finta che esista ancora il dissenso verso i governi del mondo, che li costringono in mutande a elemosinare crack negli angoli distopici dei muri costruiti col terrore.
Cercando di raggiungere la piazza con una cintura d’esplosivo reso umido dal pianto,
che mangiavano merda in fast foond la cui la merda era comunque più buona che in ufficio, sognando mentre aspirano vernici di poter avere il privilegio di comprare droga vera con cui dimenticare felicità aspirata da bomlucabolette spray, sognando a occhi chiusi di scopare nei vicoli ciechi di nuvola vibrante

(*) qui Round Robin (Ginsberg) Story trovate tutte le spiegazioni necessarie… e l’invito a giocare.

 

Redazione
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