Veneto: PFAS, veleni e bugie

Greenpeace scrive ai consiglieri della Regione Veneto: i nuovi limiti per i PFAS non sono i più bassi al mondo. E se lo facessimo anche noi?

Comunicato di Greenpeace Italia

2 ottobre, 2017

Nelle ore che precedono l’adozione da parte della Regione Veneto della delibera che fissa i nuovi limiti ai PFAS, sostanze chimiche inquinanti presenti nelle acque potabili di molti comuni, Greenpeace ha mandato a tutti i consiglieri regionali la comunicazione allegata per spiegare perché non è vero che i nuovi limiti sono i più bassi al mondo.

Dopo mesi di pressione da parte dei cittadini, la Regione Veneto ha annunciato di voler mettere dei nuovi limiti alla presenza di PFAS nell’acqua potabile.
Secondo quanto afferma il Governatore Zaia sui giornali, questi limiti saranno i più bassi del mondo. E’ FALSO! In altri Paesi questi limiti di sicurezza sono molto più bassi. Zaia si limiterà solo a legalizzare concentrazioni che, per quasi tutti i PFAS, sono già la realtà dei fatti.
Forse i cittadini veneti sono più resistenti di quelli svedesi?
Quando si parla della salute dei cittadini, non siamo disposti ad accettare sconti!
Facciamoci sentire ORA, prima che sia troppo tardi! INVIATE UN TWEET

In Veneto il limite di PFOA proposto è di 60 nanogrammi per litro in tutta la Regione e di 40 per la Zona Rossa. Ma in Vermont il limite è di 20 nanogrammi e in New Jersey il limite raccomandato è di 14. In Svezia il valore complessivo per la somma di 11 PFAS, inclusi PFOA e PFOS, è 90 nanogrammi per litro. Zaia, si può fare molto meglio!

Tutelare davvero la salute dei cittadini non vuol dire limitarsi a legalizzare concentrazioni che sono già la realtà dei fatti.

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IN BOTTEGA CFR  Greenpeace: salute a rischio…

 

Redazione
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2 commenti

  • Daniele Barbieri

    COMUNICATO Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
    I valori limite proposti dalla Regione Veneto per le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) non sono, non possono e non devono essere considerati come protettivi per la salute umana.Per le PFAS, come per molte altre sostanze tossiche e cancerogene, non è ancora stato chiarito il livello minimo di concentrazione, nelle acque ad uso umano
    come nelle altre matrici fondamentali per la vita, che possa essere considerato “innocuo” in termini sanitari.
    Tale evidenza scientifica assume particolare rilievo per le fasce di popolazione maggiormente a rischio (età pediatrica, gravidanza) ed esposte cronicamente, anche considerando le conseguenze del bioaccumulo e le inevitabili interazioni con altre sostanze inquinanti presenti nelle matrici ambientali.
    Pertanto, nel rispetto dei principi di precauzione e di prevenzione e indipendentemente dai limiti imposti dalla legge, la concentrazione di PFAS nelle acque dovrebbe tendere a zero.
    Questo obiettivo deve essere perseguito mettendo in atto tutte le azioni efficaci per garantire da subito acque salubri e pulite alle comunità esposte ma anche, a monte e nel rispetto del principio di prevenzione primaria, evitando in ogni modo (eventualmente anche con specifiche disposizioni legislative) la stessa produzione di queste sostanze tossiche per l’ambiente e per la salute umana e la loro potenziale immissione nell’ambiente.
    Tali misure devono essere considerate le uniche in grado di ridurre il livello di rischio per la salute pubblica e di evitare un ulteriore aggravamento della già critica situazione esistente.
    11 ottobre 2017
    ATTENZIONE – questo è il comunicato stampa definitivo di ISDE Italia che si scussa per quello inviato il 6/10 (e riportato anche qui in “bottega”) che «era una bozza partita per sbaglio».
    PER INFORMAZIONI
    Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
    Via XXV Aprile, 34 – 52100 Arezzo
    Tel: 0575-23612 – e-mail: isde@isde.it
    Web: http://www.isde.it

  • Riprendo dal sito di di Rifondazione comunista -Padova e sostanzialmente sottoscrivo
    (GS)

    “Senza pudore.

    Le foto delle agenzie ritraggono Zaia e Salvini nei luoghi dell’ultimo disastro ambientale nel Veneto. Eventi che ogni volta vengono definiti straordinari, si ripetono con tale frequenza da essere per nulla eccezionali ma “normali” e attendibili. La forza con cui impattano nel nostro paese e nel Veneto e le devastazioni che provocano sono figlie delle logiche predatorie che hanno informato le politiche di gestione del territorio. Il Veneto insieme alla Lombardia, governate da decenni dalla Lega e dai suoi alleati, sono le regioni che hanno in assoluto la percentuale più alta di consumo di suolo. La Lega è da sempre, tra le principali forze politiche, una strenua sostenitrice delle grandi opere. La Lega nel parlamento Europeo ha votato contro la ratifica degli accordi sul clima di Parigi.

    Solo un imbroglione della portata di Salvini può permettersi di accusare gli “ambientalisti da salotto” di avere una qualche responsabilità per il disastro che ha colpito una parte importante del nostro territorio.

    La verità è un’altra. Quello che è accaduto è figlio di una gestione criminale della nostra terra, della totale incomprensione della sua fragilità e della potenza dei cambiamenti climatici che ormai sono sotto gli occhi di tutti, tranne quelli di Zaia e di Salvini che hanno precisi interessi da difendere, quelli di chi sulla rapina del nostro territorio sullo sfruttamento del lavoro e dell’ambiente ha costruito le sue fortune.

    È ora che le forze che si battono con coerenza a difesa del nostro territorio, dell’ambiente e del lavoro si uniscano per costruire una alternativa di governo per la nostra regione. Un altro Veneto è possibile; soprattutto è necessario!

    Paolo Benvegnù, segretario regionale di Rifondazione Comunista – Veneto”

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