Ventimiglia: accoglienza e diritti dei migranti

   Riflessioni di Angelo Maddalena sull’incontro al cinema Cristallo di Dolceacqua: discorsi interessanti e inediti. A seguire il testo dell’appello «PER LA SOLIDARIETÀ, CONTRO L’INTOLLERANZA»  


L’incontro del 20 aprile al cinema Cristallo, prima della proiezione del film «
Redemption Song» di Cristina Mentis, è stato un momento di riflessione interessante e inedito sin dal titolo cioè «Conversazione su diritti e accoglienza dei migranti». Interessante perché finalmente abbiamo assistito a una serie di testimonianze che hanno sviscerato le pieghe di una realtà, quella dell’accoglienza dei migranti a Ventimiglia (ma anche più in generale) in modo approfondito; spiegherò in che senso.

Fra le cose che avrei voluto dire ma visto i tempi stretti (aperitivo e film dopo la conferenza che è iniziata lievemente in ritardo) non son riuscito a dire, ci metterei la bella notizia del “premio per la pace” assegnato al sindaco Giusy Nicolini di Lampedusa. Scusate se mi viene spontaneo, mi chiedevo se si potrebbe fare un raffronto tra Lampedusa e Ventimiglia e, di conseguenza, fra i due sindaci: Nicolini ha mai approvato un’ordinanza che criminalizza la solidarietà con i migranti con una non ben chiarita motivazione “igienico sanitaria”? A questo proposito, durante le testimonianze, Matteo Lupi ha citato un accordo raggiunto proprio l’altro ieri fra Enrico Ioculano, il sindaco di Ventimiglia, e alcune associazioni per stabilire un punto della città in cui alcune associazioni potranno distribuire cibo ai migranti, che è una sorta di “alleggerimento” dell’ordinanza di Ioculano, anche se non è un’abrogazione. Finalmente per più di una volta si è parlato della responsabilità e della durezza sproporzionata delle politiche francesi alla frontiera di Ventimiglia. Lo ha accennato Enzo Barnabà (moderatore della conferenza) ricordando lo sproposito della Prefettura delle Alpi Marittime che la domenica di Pasqua ha chiuso la frontiera a Mentone per l’allarme suscitato da un semplice corteo organizzato dai noborders, cioè da chi lotta e denuncia, tra le altre cose, da anni il crimine delle frontiere chiuse come accade in Europa e nella fattispecie fra Ventimiglia e Mentone. Anche Maurizio Marmo, direttore della Caritas diocesana, ha finalmente detto quello qu’il faut dire: «bisognerebbe fare pressione sulla Francia affinché la smetta di ostruire la frontiera in modo così ostinato e spietato» (parola più parola meno e ricordiamo che l’altro ieri due ragazzi africani sono stati trovati, uno era ferito, sopra il tetto di un TGV che partiva da Ventimiglia; scoperti a Nizza sono stati ricoverati per ustioni da fili elettrici del treno).

Buona cosa che almeno se ne parli anziché stornare l’attenzione vagheggiando di possibilità alquanto aleatorie per quanto riguarda la gestione dei migranti, come quella che ogni tanto citano il sindaco e il vicesindaco di Ventimiglia, cioè «che una regione dell’Argentina ha dato disponibilità di accogliere migranti», della serie: li spediamo come pacchi postali da un continente all’altro. Il problema è la frontiera, non alcuni Paesi lontani che potrebbero o vorrebbero accogliere migranti… a sentimento! Fra le altre cose, il direttore della Caritas ha sottolineato il fatto che dei 20mila migranti passati da Ventimiglia negli ultimi due anni pochissimi sono stati responsabili di azioni delinquenziali, motivo per cui «anziché spendere tutti questi soldi in Polizia, si sarebbero potuti spendere in accoglienza».

Ersilia Ferrante – avvocato che collabora anche con Terres des hommes e che difende alcuni imputati per trasporto illegale di migranti – ha parlato della possibilità di dichiarare «incostituzionale il decreto legge Minniti-Orlando» e anche questa è una cosa interessante e “inedita”, nel senso che in un contesto istituzionale o paraistituzionale discorsi simili avrebbero probabilmente meno spazio: per esempio, l’8 aprile, all’incontro organizzato dal circolo Arci Al Confine – era presente anche ieri il suo presidente Gianni Cappelletti – con l’intervento iniziale del sindaco e quello finale del vicesindaco è chiaro che certi argomenti sono stati toccati e affrontati con più cautela (*). La Ferrante ha ricordato la sproporzione della pena che potrebbe scontare Felix Croft, se fosse confermata l’istanza dell’ultima udienza, e cioè «più di tre anni di detenzione» per aver accompagnato illegalmente in Francia una famiglia di africani, mentre Cedric Herroux – per avere fatto passare illegalmente in Francia circa 200 persone – ha dovuto pagare “soltanto” una multa di 3000 euro. Il 27 aprile ci sarà un’altra sentenza… Poi ci sarebbe anche l’udienza per Francesca, di Cuneo, accusata degli stessi reati: fra le altre cose, Francesca ha dichiarato in tribunale che «la frontiera serve a non far passare le persone che hanno la pelle nera». La regista del film, Cristina Mantis, ha ricordato all’inizio del suo intervento Gabriele Del Grande, blogger attualmente detenuto in un carcere della Turchia. Il contesto in cui ci troviamo è quello in cui il signor Piccolo – di un coordinamento dei commercianti di Ventimiglia – sul quotidiano «La Stampa» del 20 aprile – diceva che per fare la conferenza dei commercianti prima bisogna risolvere la questione dei migranti e cioè «non farli più arrivare a Ventimiglia, visto che la Francia non li fa passare».

Nel mio intervento, rinviato a dopo il film, come tanti altri, avrei parlato della iniziativa di un coordinamento nazionale di operatori sociali che l’8 aprile si sono riuniti a Roma (più di 200 persone da 16 regioni) per la «prima assemblea autoconvocata degli operatori sociali contro i decreti Minniti-Orlando». L’iniziativa si chiama Io diserto: la disobbedienza degli operatori sociali ai decreti Minniti-Orlando (**). Dopo il film non son riuscito a seguire “le domande”… Forse sarebbe stato meglio farle a caldo. C’era una presenza importante, invitato come relatore ma arrivato tardi – dopo il film avrà parlato ma io ero dovuto andar via – cioè don Rito, della parrocchia delle Gianchette che da circa un anno accoglie donne e minori nel quartiere Roverino di Ventimiglia.

Il cinema Cristallo di Dolceacqua si conferma spazio di confronto “inedito” e se, come ha auspicato Agnese Molinaro, si faranno più spesso incontri simili ci sarà modo di scandagliare l’attualità. Un intervento che non ha ricevuto risposta «perché c’è poco tempo» è stato quello di Pasquale, il quale ha chiesto «che solidarietà è quella che comporta una multa o un foglio di via a chi dà da mangiare ai migranti a Ventimiglia per strada?» e lui parla con cognizione di causa, perché già colpito con un “foglio di via” da Ventimiglia. Per non dimenticare: nell’ultimo anno e mezzo, sono circa 80 le persone colpite da provvedimenti “sproporzionati” per aver difeso i migranti da espulsioni e repressioni varie. A proposito di decreto Minniti vale leggere il post «Lo stato penale di Minniti e Orlando» (***): fra le altre cose si parla del «Daspo urbano» introdotto dal nefasto decreto legge di Minniti che comporta l’espulsione dalle città dei soggetti ritenuti «atti a offendere il decoro urbano» o «pericolosi socialmente»; quindi torniamo al foglio di via che, leggiamo nel documento, a esempio è stato distribuito PREVENTIVAMENTE a decine di manifestanti che volevano partecipare il 25 marzo scorso alle manifestazioni critiche per la celebrazione del 60° anniversario dei Trattati di Roma ma non hanno potuto arrivare in città per manifestare. Viene in mente un aneddoto raccontato dalla regista del film, la quale ha raccontato di un suo coinvolgimento per poter far uscire dal carcere un ragazzo africano che aveva rotto un vetro e lesionato un tavolo in un contesto di protesta all’interno del Centro di accoglienza dove si trovava in Calabria, accusato di “devastazione”. Enzo Barnabà ha ricordato che il 30 aprile ci sarà una manifestazione a Ventimiglia appoggiata anche da don Ciotti, presente fra gli altri Moni Ovadia (vedi qui sotto).

PER LA SOLIDARIETÀ, CONTRO L’INTOLLERANZA

Prima tappa: VENTIMIGLIA domenica 30 aprile 2017, ore 12 – stazione ferroviaria

Dar da mangiare a chi ha fame è, da sempre, il gesto fondamentale della solidarietà. È ciò che fonda una comunità di uguali. Punire la solidarietà o impedirne l’esercizio, qualunque ne sia la ragio-ne, mette in pericolo i principi e i valori minimi di umanità e di civiltà.
Per questo ci preoccupa e ci indigna l’avvenuta incriminazione a Ventimiglia, nel marzo scorso, di alcuni volontari francesi, denunciati per il reato di cui all’articolo 650 del codice penale (“inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”) per avere distribuito cibo a migranti contravvenendo al divieto previsto nell’ordinanza 11 agosto 2016 del sindaco della città. E tanto più ci preoccupa e indigna il contesto in cui questa vicenda si colloca: un contesto in cui si moltiplicano ordinanze e divieti analoghi, che trovano la loro “legittimazione”, da ultimo, nel decreto legge n. 14/2017 (il cosiddetto decreto Minniti) in cui, evocando la tutela di un non meglio precisato “decoro urbano”, si attribuiscono ai sindaci enormi poteri sulla libertà delle persone più vulnerabili. E ciò mentre, sul confine, italo-francese crescono i processi contro chi sostiene e appoggia la libertà di circolazione dei migranti, processi che vedono in questi giorni imputati Francesca Peirotti a Nizza e Felix Croft a Imperia.
Non è questa la strada indicata nella storia della parte migliore dell’umanità e nella Costituzione repubblicana il cui articolo 2, oltre a «riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell’uomo», richiede esplicitamente a tutti «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà economica e sociale».
Per affermare questi princìpi è necessaria una campagna per la solidarietà, contro l’esclusione e l’intolleranza. Cominciamo a Ventimiglia il 30 aprile. Sarà un’occasione di incontro di italiani e francesi. Un’occasione per opporci alla criminalizzazione della solidarietà, che colpisce proprio chi cerca di sopperire alle lacune delle istituzioni. Un’occasione per sollecitare la revoca dell’ordinanza sindacale dell’11 agosto 2016, per chiedere un’inversione della linea politica sottostante ai decreti  legge degli ultimi mesi in tema di immigrazione e sicurezza, per contribuire a costruire una mobilitazione diffusa e una rete di sostegno all’accoglienza in tutte le sue manifestazioni.

19 aprile 2017 – QUI PER ADESIONI: solidarietavsintolleranza@gmail.com

(*) cfr qui Ventimiglia specchio di tendenze “sinistre”… come il D’Alema del ’99

(**) #IoDiserto: la disobbedienza degli operatori sociali ai decreti Minniti-Orlando

(***) Lo Stato Penale di Minniti e Orlando

LE VIGNETTE – SCELTE DALLA “BOTTEGA” – SONO DI MAURO BIANI.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Daniele Barbieri

    23 aprile, pomeriggio: VEDO IN RETE QUESTO MSG
    buongiorno a tutte/i, un primo risultato è stato raggiunto: il sindaco di Ventimiglia ha revocato l’ordinanza concernente il divieto di somministrare cibo ai migranti! Ovviamente è uno stimolo per continuare. Dunque la manifestazione del 30 aprile è confermata e ne daremo atto da martedì anche con nuovi interventi su “il manifesto. Aspettiamo tutti quelli che possono il 30 aprile alle 12 davanti alla stazione di Ventimiglia! Per intanto riporto di seguito il comunicato che Marco e io abbiamo inviato. – Buon lavoro, Livio

    Dopo l’appello del 19 aprile per una grande manifestazione a Ventimiglia il sindaco della città, «dato atto che appare doveroso (seppur temporaneamente) rimuovere i divieti che impediscono la somministrazione volontaria da parte di singoli o associazioni operanti sul territorio» di cibo ai migranti, ha disposto la revoca dell’ordinanza che tale somministrazione vietava.
    È il primo rilevante successo di una mobilitazione che sta avendo adesioni crescenti: dall’associazionismo del territorio fino all’Arci nazionali, dalle organizzazioni politiche della sinistra a numerosi intellettuali e attivisti italiani e francesi (tra gli altri Carlin Petrini, José Bové ed Erri De Luca).
    Ed è una ragione in più per confermare e far crescere la mobilitazione del 30 aprile. Perché la revoca della ordinanza è “provvisoria”. Perché ci sono procedimenti penali pendenti contro chi l’ha violata o, comunque, ha fornito aiuto concreto ai migranti. Perché cresce nel paese la criminalizzazione persino delle associazioni che cercano di salvare in mare i migranti, perché il decreto Minniti autorizza e induce pratiche di rifiuto e di discriminazione.
    Dunque la manifestazione di Ventimiglia del 30 aprile è non solo confermata ma rilanciata con maggior impegno.
    23 aprile 2017
    Livio Pepino, Marco Revelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *