Victor Jara, il Cile di ieri e di oggi

di Giorgio Chelidonio

«Hoye es el tiempo que puede ser mañana» (Victor Jara)


Il mio amico db ha ritenuto opportuno stuzzicarmi su uno dei temi canoro-politici che più mi hanno toccato e che tuttora mi stanno a cuore: le canzoni di Victor Jara. In “bottega” se ne è già parlato più volte; provo ad evidenziarle:
http://www.labottegadelbarbieri.org/11-settembre-ma-di-che-anno/ (2012)

http://www.labottegadelbarbieri.org/scor-date-14-settembre-1973/ (2014)

http://www.labottegadelbarbieri.org/victor-jara-11-settembre-ma-di-che-anno/ (2015).
N
on conoscevo ancora il raffinato video prodotto dalla “Fundación Víctor Jara” (http://fundacionvictorjara.org/sitio/) con la partecipazione di diversi artisti cileni: è stato divulgato dalla sera del 27 ottobre 2019, il giorno dopo le prime grandi manifestazioni.
Era passato da appena un mese il 46° anniversario del feroce assassinio del cantante, avvenuto nei primi giorni del golpe militare dell’11 settembre 1973.
Questa è la nuova versione del suo
«El derecho de vivir» https://www.youtube.com/watch?v=wlfAf2AibA8, un testo che allora univa la “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo” con il clima di protesta internazionalista che stava montando contro la guerra in Vietnam.

Questa credo sia la versione discografica originale registrata nel 1971, sull’onda delle elezioni cilene del 1970, che videro la vittoria di Unidad Popular (*): https://www.youtube.com/watch?v=wlfAf2AibA8

Quest’altro sito – dedicato a testi musicali tradotti – contiene anche un raro video televisivo in cui lo stesso Victor Jara presenta e canta la sua canzone: (https://lyricstranslate.com/it/el-derecho-de-vivir-en-paz-il-diritto-di-vivere-pace.html.

Non sappiamo ancora quali potranno essere gli esiti delle manifestazioni in Cile, durante le quali la suddetta canzone è nuovamente sbocciata nelle piazze come “memoria di massa”. Ecco i link di 3 emozionanti filmati:

https://www.youtube.com/watch?v=U8PGDSKgBeA

https://www.youtube.com/watch?v=4_zY_x7-HX0

https://www.youtube.com/watch?v=dh5kmDPI8WI

Sebbene il testo originale sia reperibile in molti siti Internet (es. https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=876&lang=it) mi pare utile riportarne questa traduzione:

Il diritto di vivere in pace

Il diritto di vivere
poeta Ho Chi Minh,
che scuote dal Vietnam
tutta l’umanità.
Nessun cannone cancellerà
il solco della tua risaia.
Il diritto di vivere in pace.

L’Indocina è il posto
al di là dell’ampio mare,
dove annientano ogni fiore
col genocidio e col napalm.
La luna è un’esplosione
che fonde ogni clamore.
Il diritto di vivere in pace. 

Zio Ho, la nostra canzone
è fuoco di puro amore,
è colombo di colombaia
è olivo d’oliveto.
È il canto universale
catena che farà trionfare,
il diritto di vivere in pace.

Personalmente ho avuto modo di conoscere e amare questa canzone e la lucidità struggente del suo testo nel 1974. Ma ancor più, se possibile, amo “Plegària a un labrador” un’altra canzone di Victor Jara scritta nel 1969 (https://www.youtube.com/watch?v=jmUnNbAKPNE ):

Levántate y mira la montaña
de donde viene el viento, el sol y el agua.
Tú que manejas el curso de los ríos,
tú que sembraste el vuelo de tu alma.

Levántate y mírate las manos
para crecer estréchala a tu hermano.
Juntos iremos unidos en la sangre
hoy es el tiempo que puede ser mañana.

Líbranos de aquel que nos domina
en la miseria.
Tráenos tu reino de justicia
e igualdad.
Sopla como el viento la flor
de la quebrada.
Limpia como el fuego
el cañón de mi fusil.
Hágase por fin tu voluntad
aquí en la tierra.
Danos tu fuerza y tu valor
al combatir.
Sopla como el viento la flor
de la quebrada.
Limpia como el fuego
el cañón de mi fusil.

Levántate y mírate las manos
para crecer estréchala a tu hermano.
Juntos iremos unidos en la sangre
ahora y en la hora de nuestra muerte.

Preghiera a un lavoratore

Alzati e guarda la montagna
da dove vengono il vento, il sole e l’acqua.
Tu che cambi il corso dei fiumi,
tu che il volo hai seminato della tua anima.

Alzati e guardati le mani,
per crescere stringile al fratello.
Insieme andremo, uniti nel sangue,
oggi è il tempo che può farsi futuro.

Liberaci da chi ci domina
nella miseria.
Venga il tuo regno di giustizia
e di uguaglianza.
Soffia, come soffia il vento
sul fiore della gola montana.
Lucida come il fuoco
la canna del mio fucile.
Sia fatta alfine la tua volontà
qui sulla terra.
Dacci la tua forza e il tuo valore
nella lotta.
Soffia, come soffia il vento
sul fiore della gola montana.
Lucida come il fuoco
la canna del mio fucile.

Alzati e guardati le mani,
per crescere stringile al fratello.
Insieme andremo, uniti nel sangue,
ora e nell’ora della nostra morte,
amen.

Per una più completa collocazione dei suoi significati storico-sociali, trascrivo (con alcune abbreviazioni) il commento fatto da Riccardo Venturi nel 2014:

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=46582
«
La Plegaria a un labrador era una chiamata alla lotta contadina. Un richiamo a coloro che lavoravano la terra con le proprie mani e producevano i suoi frutti affinché si unissero con i propri fratelli nella lotta per una società giusta. Víctor Jara la scrisse nel 1969, un anno prima che Salvador Allende fosse eletto presidente; e l’elezione di Allende significò in primis due cose: la nazionalizzazione del rame e la riforma agraria. Una canzone del genere, si può dire, valeva cinquemila programmi. Radicato com’era nella profondità del Cile – al pari di Violeta Parra – Víctor Jara sapeva che cosa aveva composto. Nello stesso 1969, presentò la canzone al “Festival de la Nueva Canción”, accompagnato dai Quilapayún: lo vinse praticamente per acclamazione. La Plegaria a un labrador è una canzone nata già storica.
La forma della canzone … è una preghiera, e in particolare ricorda … il
Padre nostro: un artista autenticamente radicato nel popolo com’era Víctor Jara non poteva disinteressarsi delle forme e delle espressioni della religiosità… Scelse il titolo di plegaria (che si pronuncia “plegària”, non “plegarìa” come pressoché tutti fanno); e qui c’è da fare qualche considerazione. Una generica “preghiera”, in lingua castigliana, si dice oración, o rezo. Il verbo “pregare” in senso religioso è comunemente rezar. Etimologicamente è chiaro che plegaria corrisponde al nostro “preghiera”; ma non si tratta della stessa cosa. In castigliano, la plegaria è l’Angelus… Consiste di tre brevi … versetti e responsorio, alternati con la preghiera dell’Ave Maria….esattamente come nella struttura di questa canzone: tre brevi strofe inframezzate da un “ave” di lotta e di unione, da un “Ave Fucile”.
…È ora, quindi, di andare a recitare anche noi questo Angelus dove il fuoco lucida la canna del fucile. Una canzone che ha spezzato le mani a chi l’ha scritta. Una canzone che non cessa di impressionare per la sua terribile bellezza, per le folate di vento che agita». [Riccardo Venturi, 2014]

Infine, perché la memoria si nutra anche di questo messaggio registrato in un momento tremendo, aggiungo il link alla registrazione dell’ultimo comunicato radiofonico pronunciato da Salvador Allende (https://www.youtube.com/watch?v=3BxYT9DbwzA) e quest’altro: https://www.express.co.uk/showbiz/tv-radio/1069770/Victor-Jara-Netflix-documentary-Massacre-at-the-Stadium-released-General-Pinochet  

(*): https://it.wikip

 

Giorgio Chelidonio

2 commenti

  • Ciao Daniele
    in questi giorni sbatto e risbatto su Victor Jara e oggi è uscito un articolo sul vostro blog
    Allora mi dico – aspetta che faccio gli auguri a Daniele – ma magari gli dico anche che quando ci fu il colpo di stato in Cile ero a militare ed ero nei PID (proletari in divisa) e una notte dopo averli ritirati in modo rocambolesco, attaccammo manifesti di Allende nei bagni della caserma
    Discreto putiferio. Interrogatori, la passammo indenni
    Al rientro nel “74 fondammo a Sassuolo un circolo culturale e lo dedicammo a Victor, di cui, ovviamente, cantavamo le sue canzoni
    Forse era il 1976 quando vennero nella casa di vacanza al mare dove ero educatore un padre e sua figlia dal Cile
    Lui era stato nelle prigioni di Pinochet, ne aveva subito i trattamenti poi era in Italia come rifugiato politico
    La Regione ER lo aveva accolto e li aveva messi da noi per farsi un mese al mare tranquilli
    Una sera davanti al falò con i bambini li avevo di fianco
    Mi venne da suonare Venceremos e ricordo gli occhi fissi della figlia su di me (forse per il mio spagnolo ?)
    Non so se feci bene a suonarla. Allora mi sembrò un gesto di condivisione.
    In questi giorni ho parlato di Victor a mio figlio e stasera gli suono una canzone o due

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