Viva i Masai, viva l’elefante del Kilimangiaro

db canta le lodi del romanzo «Avorio» di Mike Resnick (in edicola); occhio alle tre noticine finali, una delle quali perplessa.

Se volete leggere un buon romanzo di fantascienza – non un capolavoro ma firmerei ad avercene uno ogni settimana di libri così – affrettatevi: prima che finisca agosto è reperibile in edicola l’Urania 1681 ovvero «Avorio: una leggenda del passato e del futuro» (300 pagine per 6,90 euri; traduzione di Beppe Roncari) di Mike Resnick che arriva da noi con deplorevole ritardo… visto che era uscito nel 1988. Questo è un consiglio ma se per qualche ragione siete appassionati di Masai e/o di elefanti allora diventa un “imperativo”: questo è proprio il libro per voi e magari arrivati alla fine verserete una lacrimuccia come ho fatto io.

La quarta di copertina vi instrada sull’anno 6303 dell’EG (Era Galattica) con i terrestri a zonzo nell’universo, popolato di alieni. Il libro si apre invece sul 3042 per poi zigzagare fra i secoli e i millenni con 12 capitoli intramezzati da 10 interludi – appunto nel 6303 – che costituiscono il filo rosso del mistero. Faremo subito conoscenza con il ricercatore (“orso” e burocrate ma con curiosità insaziabile) Duncan Rojas e con il misterioso, indecifrabile e forse pericoloso Bukoba Mandaka, «l’ultimo Masai» che vuole – anzi no: deve – trovare le zanne dell’«Elefante del Kilimangiaro».

Pensate che il qui presente recensore svelerà qualcosa sulle 12 storie, sugli interludi e sul finale? Certo che no ma posso anticiparvi che incontremo un tessaratto, orribili carceri di nuovo tipo e nel finale passeremo per un attimo nella gola di Olduvai, «dove l’uomo ha mosso i primi passi in postura eretta». Strada facendo sarà anche bene ricordare che i fatti sono importanti e da lì bisogna senmpre partire ma che «spesso sono nemici della verità».

NOTA (PERPLESSA) SULLE ZANNE

«L’elefante del Kilimangiaro è rinomato per le sue zanne enormi che pesano 107 e 102 chilogrammi; nessun’altra zanna nella storia supera gli 86 chilogrammi»; e ancora «si ritiene sia stato ucciso sulle pendici settentronali del monte Kilimangiaro nel 1898. Il Museo di Storia naturale di Londra comprò la coppia di zanne nel 1932; dopo un tentativo di furto nel 1937 le zanne vennero rimosse dall’esposizione». Così scrive Resnick – nella nota finale – citando Wikipedia. Io però non ho rintracciato questo testo. Invece guardando la voce (molto ben fatta) Loxodonta africana – Wikipedia ho letto: «La zanna di elefante africano più lunga conosciuta misurava 3,51 metri (11,5 piedi) e pesava 117 kg (258 libbre)». A questo punto la mia curiosità è cresciuta: se c’è qualche esperta/o di zanne mi faccia sapere, grazie.

NOTA SUI MASAI OGGI

Se guardate Un appello dei Masai (del 2014) scoprirete che il governo del Kenia ne ha mandati via migliaia dalle loro terre «per permettere a ricchi turisti di usarle per la caccia a leoni e leopardi».

NOTA SUI MASAI NELLA FANTASCIENZA

Quiz per “veramente abili”. In che romanzo incontriamo un Masai «buddhista, mistico, matematico»? La risposta è qui sotto, dopo 30 secondi circa

1 secondo…

1 secondo 1 secondo 1 secondo 1 secondo 1 secondo 1 secondo 1 secondo 1 secondo e 1 secondo (siamo a 10)

1 secondo, 1 secondo, 1 secondo, 1 secondo, 1 secondo, 1 secondo, 1 secondo, 1 secondo, 1 secondo e 1 secondo (siamo a 20).

Conteggio finale per arrivare a 30.

21° secondo

22° secondo

23° secondo

24° secondo

25° secondo

26° secondo

27° secondo

28° secondo

29° secondo

e allo scadere del 30° secondo ecco la risposta: lo trovate nelle pagine di «Progetto Giove» (titolo originale: «The Lights in the Sky Are Stars») del grande Fredric Brown.

Nella foto (del novembre 2019) l’elefante Satao II, trovato morto in Kenia ai confini dello Tsavo National Park. Aveva circa 50 anni ed era uno dei più anziani «tusker», così vengono chiamati quei maschi che per una variante genetica sviluppano zanne enormi, tanto lunghe da sfiorare il suolo.

In bottega cfr il saluto di Diego Rossi: Mike Resnick: che il cielo ti sia lieve mentre qui trovate il link a un suo racconto: LO SPIAGGIAIOLO di Mike Resnick ma vedi anche queste 3 recensioni di Mauro Antonio Miglieruolo: Uomini e Alieni di Mike Resnick, I Pirati e l’Astronave di Resnick e Jake Masters – detective galattico

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

2 commenti

  • Per me il miglior Urania del 2020. Grazie a questa prima edizione italiana ci è offerta l’occasione di percepire il risultato più alto della sperimentazione di Resnick. Scorro le pagine e trovo la sua voce, il suo talento, le immagini che mi hanno fatto amare questo autore come pochi altri. Ecco la struttura del famosissimo “Nell’abisso di Olduvai”, ma come non ritrovare anche le sfumature del suo “Ritratto in nero” e del grandioso “Il mangiatore di anime”. Quest’ultimo viene citato esplicitamente a pag. 8, quando si parla della Bestia dei Sogni. Allora mi sono emozionato: ho capito che i miei tre preferiti si stavano sfiorando in uno. Ho messo tutto me stesso per coinvolgere autori importanti e una buona casa editrice per realizzare un’antologia di racconti dedicata al genio di Mike Resnick, al suo talento, alla sua opera e a quanto ci ha dato. Volevo che fosse gratuita e digitale, sul modello di quella creata per Vance e dedicata al ciclo della Terra morente. Saremmo stati i primi al mondo, proprio noi italiani, nell’anno della sua prematura scomparsa. Posso affermare quasi sicuramente di aver fallito, ma non sono triste, mi godo questo regalo estivo, trovato in edicola e che sto leggendo piano, come si sorseggia una bottiglia di quelle buone, perché sai che è una delle ultime. Una scelta perfetta da parte di Urania, perché rende omaggio al talento di un autore troppe volte giudicato per le opere minori e che nell’olimpo della SF merita un posto d’onore. La voce di Resnick è forte, capace di parlare al ragazzo che ero e capace di farmi impegnare, per superare i miei limiti e per provare a diventare un uomo migliore. Per completezza riporto un commento di un grande appassionato, stavamo discutendo in un gruppo di questo evento editoriale e mi ha colpito il suo parere e il suo gusto: “sempre nella linea del Resnick africano vanno ricordati il bellissimo ciclo di racconti “Kirinyaga” (ahimè solo parzialmente tradotto; ma speriamo che si rimedi presto) e la trilogia “Paradiso” “Purgatorio” “Inferno” (disponibile su Urania) nonché lo splendido “Santiago” (che si può trovare presso l’editore delle Vigne) – (PS piccola nota stonata; l’edizione originale di “Ivory” conta 99.000 parole, l’edizione uraniana 91.000 circa)”. Da non perdere!

  • Ciao, la nota di “Wikipedia” si trova sull’originale inglese, che anch’io (il traduttore) non sono riuscito a rintracciare, probabilmente un articolo presente sulla piattaforma all’epoca della pubblicazione. L’originale era così:

    The Kilimanjaro Elephant, recognized for the enormity of its tusks. His tusks weighed 237 and 225 lb; no other tusk in history ever weighed more than 190 lb. Each are more than ten feet long and two feet in circumference at the base. It was believed that he was killed on the northern slopes of Mount Kilimanjaro in 1898. The British Museum of Natural History bought the pair of tusks in 1932, and after an attempt was made to steal them in 1937, they were taken off exhibit. (Wikipedia)

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