Volontà, nolontà e fase boh

Fabrizio “Astrofilosofo” Melodia nella puntata 173 di «Ci manca(va) un Venerdì» riflette ancora sul corona virus e sugli umani intorno

«Fare qualcosa, agire dove e come possibile, o quanto meno imparare qualcosa è indispensabile alla felicità dell’uomo. Le sue forze esigono di essere usate. La più grande soddisfazione ci è offerta dal “fare”, dal realizzare: si tratti di una cesta oppure di un libro… di uno scritto, di un’opera d’arte oppure di un semplice lavoro fatto a mano. Bisogna veder crescere ogni giorno tra le proprie mani un’opera. Questo sì che rende immediatamente felici» scrisse il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer, considerato – a torto o a ragione? – il precursore dell’esistenzialismo e l’ispiratore di gran parte della psicologia del ‘900. Così mi ricorda l’amica Tania, infermiera professionale impegnata in prima linea, che mi ha con tanta gentilezza inviato la riflessione del filosofo. Tale pensiero parrebbe riferirsi alla Fase 2 della post quarantena di questo “birravirus”.

Schopenhauer metteva in luce quanto fosse importante per l’essere umano mettere in atto qualcosa. Come avrebbe sottolineato nella seconda metà del ‘900 il filosofo francese esistenzialista Jean Paul Sartre «l’uomo è ciò che fa».

È essenziale per l’identità umana, per soddisfare la volontà, fare qualcosa? E allora perché non darsi ad attività artistiche? Per definizione le arti sono fini a se stesse o questa è una trappola?

L’attività intellettuale e pratica – aggiungeva il buon Arthur – é solo opera della volontà, ma porta alla noia e al reiterarsi di sé stessa, in contrapposizione al proprio egoistico e immediato appagamento.

Siccome la volontà é una forza cieca, l’essere umano ne é trascinato. La quarantena, per traslato, poteva essere un punto di partenza per arrivare ad esercitare la nolontà, ovvero l’annullamento attivo della volontà attraverso la filosofia e l’ arte (nella filosofia tomistica nolontà è la resistenza volontaria al male, intesa come inibizione di un’azione malvagia da parte della volontà).

Nel pieno della Fase 2 o fase «boh» si assiste a due atteggiamenti contrapposti. Da un lato persone chiuse in casa: vedono solo persone fidatissime, magari chiedono i risultati del tampone negativo. Dall’ altro lato, l’uscita in massa e “a motore” con buona pace del PM10 che schizza alle stelle: mascherine sì o no, distanze di sicurezza boh. Nel secondo caso bombe menefreghiste e follia da troppa quarantena. Nel primo caso… dite voi.

Di “buono” la quarantena – si potrà dire ottantena o novantena? – ha portato forse (un grosso forse) alcune persone a parlarsi di più, a giocare un po’ insieme, a inventarsi qualcosa in compagnia piuttosto che stare nella stessa casa ognuno attaccato ai social (o alla “vecchia” tv) senza guardarsi in faccia. Alcune attività ritrovate, fuori dallo stress quotidiano, hanno portato alcuni di noi a una vera crisi di astinenza dalla frenesia, come per un eroinomane bersi il metadone.

Vedremo se i dati Istat confermeranno le voci secondo cui in questo breve periodo oltre alle violenze domestiche sono aumentati i divorzi e i suicidi.

In questo clima pensavo spesso al romanzo breve di John W. Campbell «Chi va là?» – ma voi lo conoscete con un altro titolo, vero? – ambientato in una base artica, dove una spedizione ritrova un disco volante con un alieno ibernato. Gli umani non sanno è che l’alieno può assumere le sembianze di chiunque lo contatti. Le cose peggiorano quando i membri della spedizione cominciano a sospettare che … gli altri possano essere l’alieno.

Così è per il COVID 19: chi non presenta sintomi può infettare chiunque a tradimento. Paranoia o fatalismo?

Ci può venire in aiuto il filosofo spagnolo Miguel de Unamuno che scrisse: «Accade invariabilmente che il punto di partenza della saggezza sia la paura». O no?

Discutevo con la mia amica e maestra Cristina che il Covid è come un Dissennatore nella saga del mago Harry Potter, creatura terribile da combattere con tanta cioccolata e l’ incantesimo Riddiculus, in casi estremi occorre l’evocazione del protettivo Patronum: «I Dissennatori sono le creature più disgustose della terra. Infestano i luoghi più cupi e sporchi, esultano nella decadenza e nella disperazione, svuotano di pace, speranza e felicità l’aria che li circonda. Perfino i Babbani avvertono la loro presenza, anche se non li vedono. Se ti avvicini troppo a un Dissennatore, ogni sensazione piacevole, ogni bel ricordo ti verrà succhiato via. Se appena può, il Dissennatore si nutrirà di te abbastanza a lungo da farti diventare simile a lui… malvagio e senz’anima. Non ti rimarranno altro che le peggiori esperienze della tua vita. E le cose peggiori che sono successe a te, Harry, bastano a far precipitare chiunque da un manico di scopa. Non hai niente di cui vergognarti». Se state pensando a Salvini-Meloni fatemi un fischio.

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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