Oggi ho schiaffeggiato un poliziotto

di Dudziro Nhengu

(«Pss! Pss! I Slapped a Policeman Today»; traduzione di Maria G. Di Rienzo)

Mercato delle pulci, Harare (Zimbabwe). Rovistiamofra mucchi di vecchi abiti per trovare quelli meno cari. Li rivendiamo a un dollaro al capo a Ewporth, un insediamento rurale fuori Harare. Vendiamo solo quanto ci basta per comprarne altri il giorno dopo e per fare la spesa: il pane per i sandwich dei bambini, le verdure e i pomodori per la cena, e teniamo gli spiccioli per l’autobus.

I vestiti di seconda mano sulle bancarelle hanno un cattivo odore. «Ma perché puzzano così tanto?» mi chiede la mia amica Lillian.

«Non lo so e non me ne importa, Lillian, voglio solo trovare quelli buoni. Però ho sentito dire che spruzzano qualcosa di chimico sugli abiti, per conservarli».

Di colpo qualcuno si intromette a voce alta: «Kunyepa, mapeche enyu ndiwo anonhuwa!» E cioè: «Bugiarda, sono le vostre vagine che puzzano».

Prima che io capisca che l’intruso è un poliziotto lo schiaffeggio. Due volte, forte. Il suo cappello cade a terra. Mentre si china per raccoglierlo, qualcuno alle sue spalle gli dà un calcio. Cade di pancia e grugnisce. Intorno la gente esulta e lo prende in giro.

Il poliziotto è ancora disteso a terra. Uno sconosciuto mi fa segno e sussurra: «Scappate! Fra poco qui ci sarà una scenata». Prendo la mano di Lillian e corriamo tra la folla. Saltiamo su un taxi. «Al mercato principale, presto». Al mercato compriamo abiti di poco prezzo e ci cambiamo, gettando via quelli che avevamo addosso. Da lì prendiamo un autobus per andare dirette a casa, senza attraversare la città.

Mentre sto tentando di sedermi, un altro uomo ammicca nella mia direzione e comincia a ridere. «Che c’è da ridere?» gli chiedo, fingendomi coraggiosa.

«Io ero là. Ho tirato io il calcio al poliziotto. Vi ho aiutato a scappare, no?».

Ho un colpo al cuore, e vorrei correre via, ma lui continua: «Non aver paura, hai fatto bene. Basta con le molestie alle donne nei mercati della città. Sei una donna forte».

«Una forte vagina warrior (guerriera)» gli rispondo. Guardo Lillian, e cominciamo a ridere anche noi.

 

Sull’autrice: Sono una scrittrice madre di quattro figli. Sono anche un’attivista nelle comunità di base, dove lavoro con le donne affinché costruiscano la loro influenza politica, accedano alle risorse e proteggano se stesse. Con le altre attiviste usiamo per questi scopi un metodo olistico, che abbiamo chiamato «circoli del benessere delle donne». Condividiamo storie in questi circoli, io scrivo le storie delle donne dei mercati: danno alle lettrici la fiducia, le informazioni, le tecniche, le connessioni eccetera di cui hanno bisogno per organizzare il cambiamento democratico e sopravvivere in contesti rischiosi. I temi delle nostre discussioni vanno dai diritti civili e di salute riproduttiva all’organizzazione di feste del té nelle nostre cucine. Parliamo del nostro diritto ad avere case decenti, miglior servizio sanitario, istruzione. Parliamo di sessualità e demistifichiamo i tabù per costruire consapevolezza, fare spazio alle scelte e avere le prossime generazioni libere dall’Hiv/Aids.

UNA BREVE NOTA

Le traduzioni di Maria G. Di Rienzo sono riprese – come i suoi articoli – dal bellissimo blog lunanuvola.wordpress.com/  – Il suo ultimo libro è “Voci dalla rete: come le donne stanno cambiando il mondo”: una mia recensione è qui Voci dalla rete alla data 2 luglio 2011.

Redazione
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