I progetti «Housing First» per i senzatetto

di Gianluca Cicinelli

A Roma qualcosa si muove dopo le morti dei senzatetto avvenute nelle scorse settimane, ma il problema di chi dorme all’aperto è aggravato dal gelo degli ultimi giorni in tutta Italia. Sono stati almeno 25 i morti sul territorio nazionale con le temperature sotto zero e, nonostante i Comuni si siano attrezzati elaborando “piani freddo” e ampliando l’ospitalità, i dormitori non sono la soluzione, secondo la Fiopsd, Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, che per bocca della sua presidente Cristina Avonto ha rivolto un appello al neo insediato governo Draghi e al ministro del Lavoro. L’Osservatorio della Federazione ha condotto un’indagine accurata in undici città italiane sull’emergenza freddo ai tempi della pandemia, un monitoraggio lungo due anni dei progetti Housing First, basati sull’inserimento di persone senzatetto in singoli appartamenti indipendenti, allo scopo di favorirne uno stato di benessere dignitoso e un percorso di reintegrazione sociale, a partire dal riconoscimento del diritto alla casa come diritto umano di base. L’evidenza che le persone in una casa vedono cambiata la loro vita dimostra – secondo la Federazione – che è necessario un immediato cambio di rotta della politica per affrontare il tema dei senzatetto.

Le temperature sotto lo zero e la pandemia da Covid hanno mostrato tutti i limiti del sistema tradizionale di accoglienza, con case di utilizzo pubblico che restano vuote mentre le persone muoiono nelle strade. Dare una casa a chi non ce l’ha significa riallacciare relazioni e affetti, oltre che salvare le vite, offrendo l’occasione di un futuro riconnesso al tessuto sociale. Come spesso accade le soluzioni alternative (come l’Housing First) sono anche più economiche delle soluzioni tampone: ad esempio negli undici progetti monitorati dalla Fiopsd il costo medio giornaliero per un singolo è di 26 euro contro i 30 del dormitorio. La bontà del progetto la dimostrano i numeri: il 90% dei beneficiari non abbandona la casa in cui viene inserito. Lo studio fornisce storie di persone con problematiche diverse la cui vita è cambiata completamente dopo l’inserimento nel progetto

Esiste un circuito dei servizi in Italia – secondo il coordinatore della Community italiana dell’«Housing First», Giuseppe Dardes – che da solo rende evidente l’inefficacia del sistema attuale per fronteggiare le crisi. “Persona al centro e responsabilità diffusa nella comunità: questi sono i due fattori chiave dell’efficacia di Housing First – ha proseguito Dardes – sia nell’esperienza italiana sia in quella della rete internazionale a cui Fiopds aderisce. Crediamo che si possa e si debba ripartire da qui per una nuova stagione della programmazione degli interventi per il contrasto alla grave emarginazione adulta”.

A Roma in queste ore la situazione è molto diversa – e gravissima –  proprio mentre Fiopsd rilancia il progetto Housing First.

Medici per i diritti umani, Medici del mondo e Sanità di Frontiera sono tornati a chiedere all’amministrazione Raggi provvedimenti urgenti, ricordando il tragico record di 12 persone senza dimora che hanno perso la vita a causa del freddo dall’inizio dell’inverno. “Non sono bastate le mobilitazioni e le denunce di tante associazioni di fronte all’insufficienza del piano freddo del Campidoglio e alla mancata iniziativa di aprire le stazioni della metropolitana e dare ospitalità negli alberghi” ha denunciato l’associazione Nonna Roma aprendo un altro ricovero per senzatetto nella zona centrale di Testaccio.

Altri due centri di accoglienza erano stati aperti nei giorni scorsi a Ostiense (in collaborazione con Sant’Egidio, Municipio Solidale, Comunità di base San Paolo) e al Pigneto in collaborazione con il circolo Arci Sparwasser. Per Testaccio invece hanno collaborato Arci Roma, la Caritas diocesana, la Croce Rossa e la Comunità di Sant’Egidio, oltre a “Il Tulipano Bianco” – che si è fatto carico della spesa per la sanificazione quotidiana dei locali – e all’azienda “la Casa del Materasso” che ha fornito gli arredi e le suppellettili per i locali. Chi vuole contribuire al progetto con una donazione può farlo cliccando qui

Il Campidoglio da parte sua assicura di aver portato l’offerta dei posti letto disponibili a 1300 grazie a un accordo con “b&b Hotel“. Erano 1200 a gennaio, ma il timore è che l’offerta sia insufficiente di fronte all’emergenza accelerata dal vento gelido di Burian. Da sabato 13 febbraio nel Primo Municipio sono a disposizione due centri anziani rimasti inutilizzati in seguito alla pandemia da Covid, che potranno accogliere 8 persone l’uno. Analoga iniziativa anche a Vigne Nuove dove è in funzione la struttura di via Ottorino Gentiloni.

ciuoti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *