11 settembre a Verona: processo asfalti inquinati

Lettera aperta di Vito Totire (*)

Alle associazioni ambientaliste

Ai sindaci dei Comuni interessati

Alla Regione Emilia-Romagna

Il 12 febbraio 2020 (**) abbiamo proposto di avviare un confronto-coordinamento tra le parti civili; all’epoca sapevamo del rinvio a giudizio ma non conoscevamo la data dell’udienza.

Al momento ci pare che le informazioni fornite ai cittadini – circa natura ed entità del rischio e dell’inquinamento potenziale – siano molto scarse se non inesistenti.

Un’azione pubblica e trasparente è necessaria quanto urgente anche perché l’ipotesi accusatoria, se dimostrata, proverebbe un caso lampante di greenwashing. Dietro l’accattivante definizione del prodotto come “concrete green” ci potrebbe essere qualcosa di palesemente tossico. Siamo bombardati tutti i giorni da azioni propagandistiche che occhieggiano al “green” e ciononostante il pianeta sta andando allo sfascio. Qualcosa non quadra: ecco perché il greenwashing va aspramente contrastato.

Ovviamente non esiste obbligo di confronto e coordinamento fra le parti civili e ognuna ha facoltà di procedere autonomamente. Tuttavia creare sinergie sulla condotta processuale e sullo scambio di informazioni è molto importante. In particolare, a nostro avviso, andrebbero focalizzati alcuni elementi:

  1. Serve una mappa, Comune per Comune, dei siti a rischio con riferimento agli elementi sensibili prossimi alla collocazione di asfalti inquinati (come sappiamo) da nichel, cromo, cloruri, piombo.
  2. Al momento fonti giornalistiche riferiscono prossimità con tubi del gas e fognature; nulla si sa di preciso su contiguità con tubazioni di acqua potabile e falde idriche.
  3. In attesa dei tempi processuali – spesso molto lunghi – occorre definire la esistenza di situazioni nelle quali potrebbe essere necessario agire d’urgenza per poi fare azione di rivalsa sui responsabili, una volta accertata la loro responsabilità in sede penale o anche civile. Dobbiamo evitare l’errore, che sistematicamente le amministrazioni pubbliche fanno sulle bonifiche dell’amianto, quando aspettano anni prima di intervenire. Occorre, per le situazioni giudicate urgenti, intervenire e fare contestuale azione di rivalsa o “concordare” con gli imputati e col giudice interventi a loro carico (ipotesi ragionevole anche per gli imputati in quanto il giudice valuta, prima di andare a sentenza, i comportamenti processuali).

Con queste motivazioni proponiamo una riunione di coordinamento fra le parti civili e chiediamo (in particolare alla Regione visto che la questione riguarda anche comuni fuori dalla provincia di Bologna) di patrocinare un primo incontro da tenersi prima dell’11 settembre.

COMUNQUE NOI SAREMO PRESNTI A VERONA CON IL NOSTRO AVVOCATO LUCA PARTESOTTI DEL FORO DI VENEZIA CHE PATROCINA CONTEMPORANAMENTE ANCHE ALTRE ASSOCIAZIONI ECOLOGISTE.

Bologna 17.8.2020

(*) Vito Totire, medico del lavoro, a nome del circolo Chico Mendes – Rete per l’ecologia sociale – che è parte civile.

(**) cfr Asfalti tossici: rinvio a giudizio

 

Redazione
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