130mila anni fa: “gioielli” neanderthaliani

di Giorgio Chelidonio

artiglliAquila
La rivista scientifica «Plos One» (1) ha recentemente pubblicato i risultati di una ricerca coordinata da D. Frayer (università del Kansas) secondo cui i nostri paleo-parenti neandertaliani erano in grado di elaborare “ornamenti” ben 80 mila anni prima dell’arrivo in Europa di Homo sapiens anatomicamente moderno. Questa notizia rafforza la tendenza a “umanizzare” ulteriormente l’immagine dei neandertaliani, una paleo-identità che del resto sta conoscendo crescenti trasformazioni persino filmiche, vista la locandina che ha pubblicizzato «AO, le dernier néandertal» nel 2010 del regista francese J.Malaterre (2).
Scoperte in tal senso si sono moltiplicate negli ultimi anni, dalla valva di capasanta (
Pecten Jacobaeus) forata e dipinta con pigmenti ocracei rinvenuta negli strati risalenti a 50.000 anni fa della Cueva Anton (3) nei dintorni di Mula (Murcia/E), alle tracce di recupero intenzionale di penne di rapaci (4) rilevate su ossa di falchi e avvoltoi emerse dagli strati di 44-45.000 anni fa circa nella Grotta di Fumane in Valpolicella.
Se quest’ultimo caso ha permesso di dedurre che i Neandertal usassero grandi penne come ornamenti, la recente riscoperta – fra la fauna fossile della grotta di Krapina ( a nord di Zagabria, in Croazia) – di artigli di aquila di mare (
Haliaeetus albicilla) conservanti tracce di tagli per staccarli dalle falangi, oltreché di usure da sospensione, amplifica la retrodatazione che attribuisce capacità di pensiero simbolico a questi antichi “europei senza se e senza ma”, come ha intitolato nel 2011 G. Barbujani (5), professore di genetica all’Università di Ferrara.
Ben vengano ulteriori scoperte che restituiscono a questi nostri paleo-parenti, dissoltisi geneticamente più di 1500 generazioni fa (6), la pienezza che spetta alla loro capacità cranica (10% superiore alla media dell’umanità attuale).
Per parte mia non ne dubitavo già 40 anni fa (7) visto che sapevano progettare e realizzare forma e dimensioni dei manufatti in selce che producevano a percussione diretta, oltretutto con una modalità che potremmo definire “alla cieca”: difatti una volta preparata la forma voluta del nucleo e il punto adatto da percuotere affinché l’onda d’urto prodotta dal “martello litico” si sviluppasse nella direzione voluta, essi impugnavano il nucleo con la faccia di distacco rivolta in basso, cioè senza neppure poter vedere quello che stavano realizzando. Anzi, le repliche sperimentali ci confermano che trovavano conferma del risultato efficace della percussione già dal suono provocato dal distacco della scheggia.
Potrebbe sembrare un’operazione semplice, “primitiva” ma non lo è davvero, se oggi apprendere questa tecnica è oggetto di archeologia sperimentale insegnata a livello specialistico universitario (8).

SITI CONSULTATI

(1) (http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0119802
(2)
http://www.unifrance.org/film/30459/ao-le-dernier-neandertal
(3) (
http://www.pnas.org/content/107/3/1023.full)
(4) (
http://www.nationalgeographic.it/dal-giornale/2012/04/27/foto/le_penne_del_neandertal-946570/1/
(5)
https://play.google.com/store/books/details?id=33W2yDwMLSMC&rdid=book-33W2yDwMLSMC&rdot=1&source=gbs_vpt_read&pcampaignid=books_booksearch_viewport
(6)
http://johnhawks.net/weblog/reviews/neandertals/neandertal_dna/neandertals-live-genome-sequencing-2010.html
(7)
https://www.academia.edu/3660785/Appunti_sulla_tecnica_di_scheggiatura_della_selce_e_sua_predeterminazione
(8)
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/01/120124092742.htm

Altri links :

http://www.nationalgeographic.it/dal-giornale/2012/04/27/foto/penne_neandertal-960713/1/
http://www.nationalgeographic.it/scienza/2012/03/12/news/artigli_come_gioielli_per_i_neandertal-901769/
http://www.nationalgeographic.it/scienza/2011/11/29/news/fu_il_sesso_con_i_sapiens_a_far_estinguere_i_neandertal_-700666/
http://www.abroadintheyard.com/people-from-tuscany-most-similar-neanderthals/
http://www.pasthorizonspr.com/wp-content/uploads/2015/02/Neanderthal-800×492.jpg

PS – Qui in “bottega” vi segnalo anche «Quegli artigli d’aquila che riabilitano i Neanderthal. Uno studio pubblicato su PLOS l’11 Marzo 2015» di Andrea Mameli su “Linguaggio Macchina” (che noi linkiamo regolarmente; lo trovate sul colonnino di sinistra). Nella foto, ripresa dalla rete: gli artigli di aquila utilizzati come gioielli (fonte: Luka Mjeda, Zagreb).

 

Giorgio Chelidonio

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