15 marzo 1991: «Stop al panico»

ripreso da bizarrecagliari.com (*)

15 marzo 1991 – Stop al panico!

L’Isola Posse All Star presenta all’INK3D il brano Stop al Panico, uscito su vinile il 6 febbraio: la musica che trascina un movimento di ribellione contro il clima di paura e di intimidazione creato dai nazi-poliziotti stragisti della “Banda della Uno Bianca” e dalle azioni repressive della polizia contro squatter e centri sociali.

Parte dell’effervescente movimento culturale politico e sociale che si era raggruppato intorno al Centro sociale Isola nel Kantiere, una selezione di musicisti e dj dell’Isola, Speaker DeeMo,Deda, Gopher D, Treble e Papa Ricky, avevano formato nel 1999 una crew, Isola Posse All Stars che aveva debuttato nel 1989.

Il centro sociale bolognese era stato occupato nel 1988 da un’insieme di attivisti per il diritto alla casa, musicisti, punk e aderenti ai vari filoni dell’inesauribile creatività antagonista che in mille filoni continuava ad esprimersi come discendenza del Movimento del ’77, nonostante un decennio di repressione, di eroina dilagante e frantumazione sociale. L’Isola nel Kantiere, in piazzetta S. Giuseppe, tra il cantiere abbandonato di un teatro non finito di ristrutturare e un vecchio magazzino anch’esso abbandonato, dal primo momento del suo insediamento, con il concerto della punk band Impact, aveva dimostrato la sua forza e risolutezza.

Il giorno dell’inaugurazione ufficiale dell’Isola dovevano suonare gli Impact, un gruppo hardcore di Ferrara: i carabinieri si piazzarono davanti all’entrata e tutta la gente che era arrivata si riversò sull’adiacente via Indipendenza, dando vita a una manifestazione spontanea e invadendo il ‘salotto buono’ della città. Da lì fino allo sgombero nessuno provò più a spostarci”, ricorda Dee Mo. “Bologna era in fermento, e andava consolidandosi come crocevia delle nuove generazioni decise a dare forma e struttura a nuovi modelli aggregativi”. “Vedevamo le occupazioni come strategia per appropriarsi di posti non semplicemente atti a risolvere un’emergenza abitativa, ma anche per sperimentare modelli e forme artistiche”. Il punk, continuava a mantenere la sua carica di aggregazione eversiva, ma come attitudine (autogestione, autoproduzioni, spirito di strada) aveva contagiato una nuova potente forma di espressione, la cultura Hip Hop, con il rap e i graffiti che ridefinivano la pelle della città e ne risvegliavano l’anima.

La tensione a Bologna era altissima. Come in tutte le città di ogni parte del mondo un forte e articolato movimento contro la guerra si sviluppava prima e dopo il 16 gennaio 1991 quando le truppe degli Stati Uniti erano penetrate in Iraq, iniziando quella stagione sciagurata di guerre che da trent’anni si porta dietro una scia di sangue, morti, ritorsioni, vendette, terrorismo.

All’incubo della guerra, che vede anche l’Italia partecipare, a Bologna e nel suo hinterland si somma la paura arrivata a un livello asfissiante, per le incursioni della cosiddetta “Banda della Uno Bianca”, un gruppo di banditi particolarmente spietati che sembra agire fuori delle stesse regole d’azione della malavita: morti ammazzati, ferimenti che spesso non hanno neanche la logica di eliminare possibili testimoni, assassini feroci e gratuiti. Rapine a ripetizione con la stessa tecnica che sembrano avere come principale scopo il seminare terrore. Troppo anomalie. Così pensano i giovani dell’Isola nel Kantiere. Così cantano quelli dell’Isola Posse All Stars: https://www.youtube.com/watch?v=zlMFhW9v21w

Papa Ricky: Apri la mente, scuotila per capire/ Non c’è ragione, non aspettare di morire,/ Scopri l’inganno, il piano per impaurire,/ Una città segnata dal dolore… Scegli!/ Il modo giusto per cancellare/ Questo panico che vogliono far crescere/Cerca di capire bene cosa voglio di-di-di DIRE!/C’è qualcuno che ci vuol far morire/Prima che nel corpo, nell’anima, nel cuore/ E qualcun’altro che sa cosa fare/Perché è il momento buono per approfittare/ De-della paura costruita col fucile/ Pronti come avvoltoi per colpire/ Radere al suolo, chiudere sgomberare/ Centri sociali e case occupate… CHIARU!

Nel dicembre del 1990 la banda dei rapinatori tra una rapina sanguinosa e un’altra trova il tempo per fare un’incursione in un accampamento Rom sparando sulle roulotte e facendo due vittime. Pochi giorni dopo nel quartiere faranno fuoco su una pattuglia di carabinieri, facendo una strage.

Speaker Dee Mo: Bologna anche questa volta Bologna/ Rossa di vergogna e sangue non sogna più/ Anni e anni di cazzate tipo “isola felice”/ Non han fatto che danni…/ Bologna è solo il buco del culo del mondo,/ C’è chi ha avuto, ha avuto e chi ha dato e va fondo/ C’è chi “vive” nove in una stanza, chi incassa,/ Chi vive da schiavo, chi intasca tangenti, chi spaccia:/ Questa è l’altra faccia della medaglia/ E qui di nuovo i mandanti nascosti e la tensione,/ La diffidenza, la divisione cade l’illusione, cade, cade in un agguato:/ Pioggia di piombo, sangue sul selciato, ma come per piazza Fontana,/ Sono io la bestia e non qui figli di puttana…

Stop! Stop! Stop! Stop al panico…Stop! Stop! Stop! Stop al panico…Stop! Stop! Stop! Stop al panico…Stop! Stop! Stop! Stop al panico…

La Banda di malviventi, che adopera prevalentemente per le sue azioni criminali delle comunissime Fiat Uno rubate, ammazza benzinai e poliziotti, tabaccai, passanti, carabinieri e per odio razziale Rom e due operai senegalesi. Non sono comuni rapinatori. Sono una banda di poliziotti nazi che imperverserà sino all’arresto nel 1994.

Deda MC: Stop al panico, la mia posizione:/ è una mossa pura e semplice di controinformazione/ Non si parli, non si scriva di un Bronx rinato… Un episodio isolato?/Lì fuori non c’è una belva furiosa uscita nella notte/ Da una tana misteriosa:/ Il mistero è risolto, l’incomodo è tolto,/Abbiamo foto e nomi dei mandanti senza volto./ Pagine e pagine di allarmismi letali,/ Di scuse, cordogli, ipotesi tutte uguali/ A cui sfugge di nuovo la connessione sicura/ La connessione c’è… è la paura!/ Dura da tempo come il granito,/ Il momento di scalfirla non è ancora finito/ Non sciupare parole e falsi rimpianti/Tre in una volta non son poi così tanti!

Come per il copione sperimentato dalla Strage di Stato, la bomba fascista alla Banca dell’Agricoltura di Milano del 12 dicembre 1969, e le successive stragi fasciste, coperte dai vari apparati dello stato, la paura seminata poteva essere utile per annientare i movimenti ribelli e antagonisti. A Bologna si succedono gli sgomberi polizieschi delle strutture occupate e anche l’Isola nel Kantiere viene sgomberato una prima volta in gennaio e poi definitivamente nel settembre del 1991.

Gopher D: Panico sei tu, che giudichi e scegli,/ Le tue vittime i tuoi facili bersagli/ NO! È un prezzo che non posso pagare,/ Mettilo nel culo quel dito inquisitore./ Sono sempre in piedi, reagisco ai tuoi colpi,/L’ipocrisia colpisce quando ti volti/ Con sgomberi infami che non soffocano l’azione:/ è il panico che crea giustificazione./ Panico, nelle strade tra la gente,/ Guardami in faccia, usa la tua mente,/ Per sciogliere le reti gettate su chi muore,/ Sull’ennesima casa che sarà da demolire./Ascolta! Il vero assassino è chi manovra/ I tuoi pensieri, le tue lacrime/ Non basta celebrare il dolore…/Guardati intorno è inutile sognare!!!

Stop! Stop! Stop! Stop al panico…Stop! Stop! Stop! Stop al panico…Stop! Stop! Stop! Stop al panico…Stop! Stop! Stop! Stop al panico…

Hai ascoltato i fatti, senza omissis Attenzione! /Il panico fa comodo a chi vuole tensione/ Pensaci cento, mille volte, pensaci bene bene,/ Mai ti senti sicuro, mai e questo che ti si chiede/ Hai l’indice puntato su chi? O sei indicato?/ Segno che ci sei cascato!/ Questo è lo scopo del gioco nascosto/ Non ci è dato sapere chi l’ha inventato/Ma chi vince o chi perde è una questione di pelle/O di razza, cultura: è una fregatura!/Perché un vecchio gioco e nostalgia,/ è il manganello della polizia… (speciale)/ È una strategia, chi ha capito ha capito./Usa la testa, mostragli il dito!/Violenza, violenza genera violenza

Così speaker Dee Mo racconta ancora dell’’Isola nel Kantiere

L’Isola, pur non essendo ortodossa nella pratica politica, era stata in grado di fare molto per la città. Aveva radunato attorno a sé un’idea, che nel complesso si era concretizzata. La frase ricorrente che si sente è ‘Non so bene perché, non so spiegarmi come, ma l’Isola è stata in grado di fare questo’

Stop al panico-panico: Uniti è una potenza!!! Stop! Stop! Stop! Stop al panico…

Stop! Stop! Stop! Stop al panico…Stop! Stop! Stop! Stop al panico…Stop! Stop! Stop!

Credits:

photo by Luciano Nadalini

graffiti: Rio e Catalo (Hip Hop stop al panico!) Wolf, Rusty e Kermit (stop al panico b/n)

cover album Stop al panico by Dayaki 

Isola Posse All Stars by Vandalo

(*) bizarrecagliari.com – ovvero «Storie della Beat Generation, della Controcultura e altro» – da gennaio sta raccontando OGNI GIORNO vicende, persone, movimenti che il pensiero cloroformizzato non gradisce. La “bottega” ne gioisce e ogni tanto ruba (anche) lì.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

 

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