Le condizioni dei migranti al CAS di Bologna

di Assemblea Migranti del Centro Mattei – Bologna

Al Centro Mattei [il Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) per migranti, ndr] di Bologna la situazione ormai è insostenibile.
Siamo più di 800 in uno spazio pensato per ospitare poche centinaia di persone.
Ogni giorno arrivano nuovi migranti, ormai ogni spazio del centro è occupato da tende e letti.
Nel retro aggiungono sempre nuove tende. Molti di noi dormono in capannoni dove ci sono decine e decine di letti, ammassati uno sull’altro, senza nemmeno un metro di distanza.
Non c’è spazio per le nostre cose.

La maggior parte di noi non ha nemmeno un documento.
Anche se siamo qui da mesi l’unica carta che abbiamo in tasca con scritto il nostro nome è una tessera per i pasti che ci viene data appena sbarcati.
A molti di noi non hanno ancora preso le impronte digitali per iniziare la richiesta di protezione.
Siamo parcheggiati al Mattei, tenuti come pacchi postali e questa situazione va avanti da mesi, mesi in cui non possiamo lavorare, non possiamo ricevere le cure mediche, non abbiamo accesso a nessun servizio fuori dal centro.
Viviamo sospesi senza poter far nulla, e dobbiamo vivere con un pocket money di pochi euro che arriva sempre con settimane di ritardo.
Durante la nostra assemblea, uno dei nostri compagni ha detto chiaramente quello che tutti pensiamo: “abbiamo tanti problemi, ma quello più grande è avere un vero documento per poterci costruire un futuro e la nostra libertà”.
Come facciamo a trovare una casa dove vivere, un lavoro, se non abbiamo neanche un documento in tasca? Come facciamo a comprare dei vestiti e qualcosa di decente da mangiare se non possiamo lavorare per mesi? Molti di noi per settimane hanno come unici vestiti quelli che portano addosso, perché non possono comprarsene altri.

La vita dentro al centro Mattei fa schifo ed è insopportabile.
Le file per il cibo sono lunghissime, e possono durare ore, durante cui siamo controllati da agenti di sicurezza privata. Il cibo è poco e scadente, e anche le medicine scarseggiano. Tutti gli spazi sono sporchi e pieni di insetti. Tutti gli ospiti hanno a disposizione pochi bagni, che spesso si otturano o si rompono e passano giorni prima che vengano riparati.
Se piove o fa vento le tende si sollevano e l’acqua entra nei nostri letti.
Se abbiamo un problema di salute o con la burocrazia non sappiamo a chi rivolgerci.
Se chiediamo indicazioni agli operatori, ci viene dato solo l’indirizzo di Google Maps del luogo dove andare. Ma molti di noi sono arrivati qui da poche settimane o pochi giorni, non conoscono l’italiano e si trovano ad andare in ospedale o in questura senza nessuna indicazione.
I corsi di italiano sono pochi, qualche ora a settimana per centinaia di persone, e ci dicono che non c’è lo spazio per farne di più.
Noi non siamo più disposti ad accettare tutto questo. Non accettiamo di essere trattati come dei criminali.

Non accettiamo di rimanere per mesi senza i documenti e senza un lavoro.
Non accettiamo di essere spostati da un posto all’altro come delle pedine.
Non accettiamo di dover lavorare a nero, oppure con contratti di pochi giorni per pochi euro, solo perché abbiamo la pelle nera.
Non aspetteremo che il governo razzista costruisca i CPR in cui chiuderci.
Noi siamo qui per rimanere, per costruirci un futuro e una vita migliore.
Continueremo a lottare e ad organizzarci per questo.
Diamo quindi appuntamento a tutti giovedì 5 ottobre alle ore 10:00 davanti al CAS Mattei per una conferenza stampa in cui faremo sentire ancora la nostra voce !

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alexik

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