17 aprile: «Trivellami»

Quando leggerete questo post di Alessandro Ghebreigziabiher (*) mancheranno 17 giorni al referendum su trivella selvaggia ed eterna

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Trivellami.
Sì, trivellami ancora.
So già che non smetterai, che non vuoi farlo.
Credimi, lo capisco. Conosco ogni scusa, ciascun pretesto.
Sono le voci che me lo dicono, devi farlo perché è scritto.
Sei obbligato, è una questione di impegni già presi, scadenze ineludibili.
Tutta roba che ti lega, che ti impedisce ogni grado di liberta.
Fidati, ho presente.
Ho compassione, tra un odio e l’altro.
Perché so che il personaggio è quello, il copione altrettanto scontato.
Non ci si poteva aspettare altro, da te, fin dal primo giorno di scuola.
Tu eri quello che sorrideva laddove fosse richiesta immobilità alle labbra come allo sguardo, al cuore come al fiato nei polmoni.
Tu eri quello che usciva dalla stanza allorché entrassero loro.
Le storie poco maneggevoli e tra le più subdole che i narratori temuti di questa terra abbiano mai osato gettare al vento. Perché poi te ne saresti innamorato e saresti stato capace di far tutto per loro.
Ma non si possono servire due padroni, vero?
Ed è inutile sforzarsi di convincerti che il solo e unico lato della luna che abbia qualcosa di vivo tutto desidera da te.
Fuorché la tua libertà.
Allora, non esitare e continua.
Trivellami.
Non hai fatto altro dall’inizio del film.
Hai una sola scena e una sola battuta, muta per altro, fatto salvo del rumore.
Della terra che si frantuma sotto le tue mani.
Dell’acqua che si piega, giammai si spezza, per il peso della tua insaziabile sete.
Ma, peggio di ogni cosa, della vita che sminuzzi tra le fauci.
Come se fosse un grissino prima del vero pasto.
Quello a cui brami, che ti hanno giurato essere alla fine dell’arcobaleno ormai scolorito.
Vai avanti, non ti fermare.
Fai uso di tutte le conoscenze acquisite col tempo e non sprecare ceroni e maschere.
So chi sei.
E so chi si nasconde dietro di te.
Alzatevi tutti, perché tanto vi vedo.
Oramai, sarebbe impossibile il contrario.
Trivellatemi a testa alta, per quanto vi sia concesso dalla dignità che vi è rimasta.
Fatelo come avete sempre fatto.
E uccidetemi una volta per tutte.
A meno che qualcun altro, magari chi per conoscenza ci legge.
Non decida di mettersi tra voi.
E me…

(*) Il testo, con l’immagine, è ripreso da «Storie e Notizie» numero 1332. Così lo presenta Alessandro Ghebreigziabiher: «Il blog Storie e Notizie ha iniziato a muovere i suoi primi passi verso la fine del 2008 e contiene racconti e video basati su reali news prelevate dai maggiori quotidiani e agenzie di stampa on line, al seguente motto: “Se le notizie sono spesso false, non ci restano che le storie”. L’obiettivo è riuscire a narrare le news ufficiali in maniera a volte fantasiosa, con l’auspicio di avvicinare la realtà dei fatti più delle cosiddette autorevoli fonti di informazione. La finzione che superi la verità acclarata nella corsa verso la comprensione delle cose è sempre stata una mia ossessione. “Storie e Notizie” ha un canale Youtube, una sua pagina Facebook e anche la versione in lingua inglese, Stories and News. A novembre 2009 ha debuttato l’omonimo spettacolo di teatro narrazione». RICORDO che qui in bottega «Storie e notizie» viene ospitato – scorrete il colonnino e lo troverete – a ogni uscita.

 

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