1941: l’operazione Barbarossa e il servile Mussolini

di Francesco Mandarano (*)

Fra tutte le sciagurate “imprese” belliche del fascismo, l’invasione da parte delle nostre truppe della Russia è emblematica dell’incapacità di operare nell’interesse dell’Italia.

Da marxisti, quali siamo, ci teniamo a ribadire che per motivazioni ideali aborriamo la guerra. Tutte le controversie internazionali devono esser risolte pacificamente.

Nel caso che ci riguarda, è bene precisare che il fascismo ha fatto la guerra alla Russia, dalla quale è uscito con le ossa rotte, perdendo tra morti, feriti e dispersi circa 250.000 uomini, senza avere alcun motivo valido e senza alcuna controversia in corso con tale Stato.

Il 22 giugno 1941 Hitler ha invaso l’Unione Sovietica, senza neanche avvertire il suo servo Mussolini. Nonostante ciò, il “Duce” ha insistito per partecipare all’operazione e nel mandare al massacro centinaia di migliaia di uomini – prima 60.000 e successivamente circa 250.000 – sono racchiuse tutta la pochezza e l’infamia del regime fascista.

Nella logica predatoria, che noi aborriamo, dobbiamo comunque far presente che, qualora la guerra fosse stata vinta da Hitler, il grande “mercato” russo sarebbe stato conquistato dall’industria nazista non certo da quella italiana. In sostanza, il cavaliere Benito Mussolini ha fatto la guerra per nulla. Sarebbe stato molto meglio – sempre nella logica guerresca alla quale noi siamo fermamente contrari – che il 10% delle forze impiegate in Russia, fossero state mandate ad occupare Malta, una base aereonavale degli inglesi, che affondavano con bombardamenti aerei e con i sommergibili, molte navi italiane dirette in Africa.

Il fascismo invece di spendere i pochi soldi che aveva a disposizione nei settori della scuola e della sanità ha preferito, per “prestigio”, sperperarli in imprese belliche tutte regolarmente perse.

Questo breve scritto vuole essere un appello a tutti i democratici, affinchè la parola guerra venga cancellata dall’Agenda Politica contemporanea.

Ricordiamo che la libertà dell’Europa fu pagata ad altissimo prezzo dal popolo sovietico che ha avuto 27 milioni di morti (16 milioni di civili e 11 di militari).

Agli smemorati e ai manipolatori della Storia, facciamo presente che la guerra contro il nazifascismo, cioè la seconda guerra mondiale, non è stata vinta il 6 giugno 1944 sulle coste della Normandia dagli alleati Angloamericani, bensì il primo febbraio 1943 a Stalingrado, sul fiume Volga (Unione Sovietica).

Riportiamo quello che il 12 novembre 1942 scrivevano sul loro giornale gli operai di Stalingrado (assediati, in condizioni fisiche e psichiche spaventose) nelle officine Barricata e Ottobre Rosso: “Vi scriviamo mentre la battaglia tocca il suo vertice massimo, con il rumore dei cannoneggiamenti, il rombo assordante degli aerei, e i vivi bagliori degli incendi. Vogliamo dirvi che siamo decisi a tener duro fino alla morte, perchè comprendiamo che non combattiamo soltanto per la città, ma difendiamo la nostra Patria e tutto ciò che ci è caro e senza questo non potremmo vivere. Qui, davanti a Stalingrado, si decide per noi sovietici e per il mondo intero se saremo liberi o schiavi. Giuriamo di difendere la città fino all’ultimo respiro, fino all’ultima goccia di sangue, fino all’ultimo battito del cuore”.

Questi operai senza nome e senza cognome meritano un ringraziamento dall’umanità intera, in quanto essi, al fine di liberare il mondo dal nazifascismo, per mesi e mesi sono stati sottoposti a gravosi turni di lavoro, sotto incessanti e spaventose incursioni dei bombardieri nazisti. Gli operai di Stalingrado non solo hanno avuto il coraggio e la tenacia di lavorare in condizioni disumane ma con la freddezza di tenere le loro armi personali accanto agli strumenti di lavoro.

Oggi, onde evitare che massacri simili si ripetano, tutti i Democratici si devono ritrovare su questi ideali:

Esiste una solo razza: quella umana!

Esiste una sola patria: il mondo intero!

Esiste un solo obiettivo: la pace universale!

(*) Francesco Mandarano è militante antifascista, vive a Prato: è autore fra l’altro, di un prezioso libro,bel libro – «Onoriamo un traditore» – su Rodolfo Graziani e sulla brutta storia di Affile. Ora che la morsa del Covid si allenta (speriamo per sempre) e riprendono le manifestazioni vale segnalare che Mandarano è disponibile a presentare il suo libro. Chi vuole contattarlo faccia capo alla “bottega” e noi ben volentieri faremo da “ponte”.

Nelle foto (riprese da Wikipedia): truppe tedesche oltrepassano i confini dell’URSS il 22 giugno 1941, primo giorno dell’operazione Barbarossa; la Direttiva 21, emanata da Hitler il 18 dicembre 1940, con le disposizioni di attuazione per l’operazione Barbarossa.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Redazione
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2 commenti

  • Angelo Baracca

    Per colmo – da quel poco che so – le truppe italiane e rumene, malissimo equipaggiate, furono fra le cause della sconfitta germanica a Stalingrado perché furono le prime a cedere alla controffensiva sovietica

  • Ricordo un collega del consiglio circoscrizionale di Roma reduce da,Stalingrado. Aveva i piedi congelati e ogni venti minuti doveva fare una passeggiata per muoverli

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