2 aprile 1887: Goethe a Palermo

Nell’isola sulle orme del poeta, il viaggio raccontato da Lella Di Marco

L’ITALIA COME TERAPIA PER LA SUA RINASCITA POETICA: «LA SICILIA CHIAVE DI TUTTO»

Johann Wolfgang Goethe fu drammaturgo, pensatore e giurista tedesco, studioso della natura (come immanenza del divino) e di storia naturale, botanica, mineralogia geologia ,cultura classica. Ma soprattutto POETA che insegue la coscienza di una cultura tedesca-europea.. Nato nel 1749 a Francoforte in una famiglia aristocratica, studia e poi scrive, scrive, scrive.

La sua produzione è sterminata. La prima opera lo rese celebre: è il romanzo epistolare «I dolori del giovane Werter» che ispirò molti scrittori del suo tempo consacrando anche la sua amicizia con Schiller. Fondamentalmente classicista, alla ricerca di un nuovo umanesimo, Goethe sente il peso dell’avanzare del movimento romantico. L’influsso dello Sturm und Drang impeto e assalto, il manifesto del movimento romantico tedesco) lo rende inquieto, lacerato , infelice come il suo lavoro di consigliere e poi ministro nel piccolo ducato di Weimar (120.000 abitanti). Consapevole della sua genialità, Goethe non regge, in una corte intrigante e sorda. Ha bisogno di cambiare aria, ritiene di avere ancora una missione poetica.

Così il fuggiasco del Nord sceglie di “sciacquare i panni” nel Mediterraneo. Scende fino a Roma con diverse tappe. Trova molto: una città sintesi di nuovo e antico, passato e presente, spiritualità e sensualità. Ma ancora è insoddisfatto. Va a Napoli: si ferma, osserva vede apprezza ma improvvisamente sente il bisogno urgente di visitare la Sicilia. Come fosse la sua missione storica. La sua catarsi Si imbarca alla volta di Palermo per sbarcare alla Kala il 2 aprile

Goethe in Sicilia

«Conosci il Paese dove fioriscono i limoni? Sei tu la terra dove i cedri fioriscono ? splendono fra le brune foglie arance d’oro pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro umil germoglia il mirto, alto l’alloro».

Al porto di Palermo attracca dopo 4 giorni di navigazione . La notte trascorsa fra le onde del mare in una violenta tempesta non gli toglie l’emozione del vedere l’affascinante costa siciliana.

Capo Lilibeo e capo Gallo

Sulle 3 del pomeriggio può camminare per la città ma si ferma ancora qualche ora a scrutare il mare.

Poi via con il suo amico Kniep, ad annotare con parole e disegni quanto vede di meraviglioso: Monte Pellegrino «con la sua elegante linea in piena luce»…e l’intera città

«Come essa ci abbia accolti non ho parole bastanti a dirlo: con fresche verzure di gelsi, oleandri sempre verdi, spalliere di limoni» scriverà di Palermo in pieno giorno. Ma la città interna dosorienta – ora come allora -lo straniero, che può dirigersi in tale labirinto solo con l’aiuto di una guida.

Mentre vede Villa Giulia: «Verdi aiuole circondano piante esotiche, spalliere di limoni s’incurvavano in eleganti pergolati, alte palizzate d’oleandri screziate di mille fiori rossi, simili a garofani, avvincono lo sguardo. Alberi esotici, a me sconosciuti, ancora privi di foglie, probabilmente di origine tropicale, si espandono in bizzarre ramature».

Poi le gite fuori porta: Bagheria. Le stravaganze del principe Palagonia colpiscono davvero Goethe, che descrive ogni angolo di questo luogo straordinario. Ne elenca una a una tutte le aberrazioni fra esseri umani, animali e vasi. E poi Monreale, San Martino delle scale.

Ancora in città: i quattro canti, il fiume Oreto, la catacombe dei Cappuccini, il convento, il palazzo della Zisa Un palazzo moresco ben conservato ancor oggi, non grande, ma con belle sale, ampie, proporzionate e armoniose; non sarebbe molto abitabile in climi nordici ma per il sud è dimora assai seducente.

Lasciata Palermo va a Segesta e a Taormina, Ecco i segni della classicità che ancora va cercando e ha già incontrato nella terra calpestata da Platone, dove Archimede ha fatto le più importanti scoperte di tutti i tempi, dove ha trovato nuova vitalità poetica, stregato dai colori dalla luce, dagli odori, dai sapori, dal nuovo fermento culturale e dalle diverse identità culturali dell’isola, che lo portano ad affermare:«L’Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell’anima: qui è la chiave di tutto».

Alla fine del viaggio capisce che vivere in Sicilia gli costerebbe tante rinunce, decide di ritornare a Weimar dove riprenderà la sua normalità e a scrivere con rinnovato vigore

IN SICILIA  SULLE ORME DI GOETHE

Il nostro poeta, allora trentasettenne, non era un viaggiatore e il suo viaggio in condizioni estremamente disagiate, per i mezzi di trasporto dell’epoca, aveva soltanto la forte motivazione di ri-trovare il fare poesia là dove nascono i poeti.

Ciò però non gli ha impedito di essere molto critico nei confronti della amministrazione di Palermo per l’incuria nel tenere le vie del centro storico. La sporcizia per le strade e l’atteggiamento di sopportazione dei siciliani lo avvilivano.

Oggi la Sicilia resta il Paese dalle molte identità etnico culturali, dal dolce clima, dallo splendore artistico e gastronomico, con una politica amministrativa a due velocità. E’ come se continuassero a esistere una Sicilia nobile e l’altra plebea. Siciliani onesti e altri mafiosi. Una Sicilia colta e l’altra deprivata anche culturalmente. Per esempio il sindaco Orlando inventa iniziative, progetti, attività turistiche eccellenti ma sembra rivolgersi soltanto ai giovani di buona famiglia. E gli altri? La manutenzione e la pulizia delle strade sono un privilegio dei percorsi turistici urbani. E le periferie? Il sindaco che sembrava desse vita a un nuovo movimento di rinascita della città dice di amare la sua terra e i suoi concittadini, avvia la pratica perché a Palermo gli itinerari arabo-normanni vengano riconosciuti dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Azione eccellente. Ma gli altri ? Quelli che dal vivere una vita umana sembrano essere tenuti alla larga? A Palermo ci sono quartieri da dove i bambini e le bambine non sono mai usciti, non vanno a scuola, non conoscono la città, non hanno mai visto il mare , i loro genitori sopravvivono con l’economia del “vicolo”. Così da sempre

Non intendo allargare la denuncia ma sembra siano stati avviati progetti di ristrutturazione e risanamento nonché alfabetizzazione in un particolare quartiere Danisinni di cui le prime notizie si ebbero storicamente da un mercante di Bagdad (972-973 ) che ne parlò come il quartiere degli schiavoni, uno dei cinque in cui, durante la dominazione araba, era diviso il territorio di Palermo

Per chi volesse approfondire: indicazioni su “Transumanze”, murales e video per raccontare l’abbandono dei luoghi a Palermo è il progetto di Alberto Ruce e di Carla Costanza. In sette tappe siciliane gli artisti racconteranno la micro-migrazione e l’abbandono dei luoghi e delle antiche usanze popolari

https://digilander.libero.it/SantaAgnese/articolopippo2.htmhttps://www.youtube.com/watch?v=T-KSET9Fj18 Visualizza anteprima video YouTube Palermo: Danisinni il quartiere borgata rigenerato

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega.

Redazione
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