21 marzo 2002/2016: un fiore per Reuf

Reuf Islami: morto sul lavoro, dimenticato dal Comune di Bologna e ricordato da Vito Totire. Con una nota finale per ricordare che non sono «incidenti» ma «omicidi bianchi»

morireDilavoro nero

Il 21 marzo 2002 moriva a Bologna per lo smottamento di uno scavo in un cantiere di via Ranzani un giovane operaio albanese “clandestino” Reuf Islami; il tribunale di Bologna ha emanato una condanna penale poiché si è constatato che mancavano le più elementari misure di sicurezza, nell’ambito della solita dinamica al “risparmio” dei subappalti.

Abbiamo a lungo sostenuto la proposta di intitolare al giovane lavoratore la piazzetta che è stata teatro dell’omicidio; risposta negativa del Comune che però ha deliberato, qualche anno fa, la apposizione di una targa. Ma questo ultimo proposito è caduto nel dimenticatoio; evidentemente ci sono cose più importanti. Peraltro periodicamente – ancor peggio sotto elezioni – torna molto scomodo rivangare un episodio che ha comportato la morte di un sans papier a causa della evasione degli obblighi per la sicurezza da parte di una azienda “italiana”.

Il “Comune” di Bologna avrebbe qualcosa in contrario se la targa la apponessimo noi ?

Vito Totire, medico del lavoro, per il circolo “Chico” Mendes e il Centro per la alternativa alla medicina e alla psichiatria “Francesco Lorusso” (per contatti: vitototire@gmail.com)

COSA SONO LE “SCOR-DATE” – NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche motivo il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente tantissimi i temi, come potete vedere in “bottega” guardando un giorno… a casaccio. Assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Ovviamente non sempre siamo state/i soddisfatti a pieno del nostro lavoro. Se non si vuole scopiazzare Wikipedia – e noi lo abbiamo evitato 99 volte su 100 – c’è un lavoro (duro pur se piacevole) da fare e talora ci sono mancate le competenze, le fantasie o le ore necessarie. Si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allarga.

Avevamo pensato (nel 2015 “sabbatico”) di fare un libro, cartaceo e/o e-book con una selezione delle «scor-date» già apparse in “blottega”. E’ rimasta una vaga idea ma chissà che prima o poi…

Il 12 gennaio 2016 si è concluso il nostro “servizio” di linkare le due – o più – «scor-date» del giorno, riproponendo quelle già apparse in blog/bottega nei 2 anni precedenti; e ogni tanto aggiungendone di nuove. Così dal 12 gennaio abbiamo interrotto, salvo rare eccezioni. C’erano 2 ipotesi per il futuro prossimo. Si tratta di ripartire con nuove «scor-date» ogni giorno, dunque programmandole qui in redazione. Oppure di affidarci al volontariato (diciamo stakanovismo?) della nostra piccola redazione e/o di qualche esterna/o. C’era una terza via che qui in “bottega” ci piaceva di più: ripartire CHIAMANDOVI IN CAUSA, cioè ri-allargando la redazione. Come “ripartenza” c’eravamo dati il 21 marzo, una simbolica primavera… però il nostro “collettivo” non ha avuto gli auspicati rinforzi. Così ivedrete le «scor-date» solamente ogni tanto, quando capita – come oggi – anziché ogni giorno come ci piacerebbe. Grazie a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori semore possibili, segnalerà qualcun/qualcosa o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza “ballerina” e sempre più mutevole nel tempo, per inevitabili altri impegni – è all’incirca questa: (in ordine alfabetico) Alessandro, “Alexik”, Andrea, Clelia, Daniela, Daniele, David, Donata, Energu, Fabio 1 e Fabio 2, Fabrizio, Francesco, Franco, Gianluca, Giorgio, Giulia, Ignazio, Karim, Luca, Marco, Mariuccia, Massimo, Mauro Antonio, “Pabuda”, Remo, Riccardo, “Rom Vunner”, Santa e Valentina. Ma spesso nelle «scor-date» ci hanno aiutato altre/i oppure abbiamo “rubato” (citando le fonti) qua e là.

L’IMMAGINE è ripresa dalla rete. Una delle tante vittime di «omicidi bianchi»: abbiamo già spiegato perchè qui in “bottega” li chiamiamo così. E «omicidio» scrive giustamente Vito Totire. Se in situazioni simili usassimo, come fanno “tutti”, il termine «incidenti» farebbe pensare a fatalità ma non sono tali: 99 volte su 100 sul lavoro si muore per ritmi inumani o per mancanza di sicurezza. Ai padroni costa meno risarcire una vittima (e ci sono comunque comode amnistie…) che mettere in sicurezza – o aggiustare – una macchina, un impianto. E le leggi consentono loro di far così: in questa «organizzazione» la vita di chi lavora vale poco o zero rispetto al profitto. E se gli operai/le operaie a volte, anzi spesso, non osservano le regole è per il ricatto dei ritmi o per esplicita indicazione dei loro “capi”. Omicidi dunque: in guanti bianchi…

 

 

Redazione
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