22 luglio 1939: ricordi velenosi

Come in un rito vudù “qualcosa” si impadronisce di Chief Joseph e racconta della scatola mortifica che abbiamo nelle nostre case/teste

Il 22 luglio 1939 entra in funzione a Roma il primo trasmettitore televisivo da 2 kW presso la stazione trasmittente EIAR di Monte Mario, che effettuerà per circa un anno regolari trasmissioni utilizzando lo standard a 441 linee sviluppato dalla Telefunken in Germania. Nel settembre dello stesso anno un secondo trasmettitore televisivo della potenza di 400 W viene installato a Milano sulla Torre Littoria (oggi Torre Branca) ed effettua trasmissioni sperimentali in occasione della XI Mostra della Radio e della XXI Fiera Campionaria di Milano.

VELENO

Sono diventata un potentissimo veleno, che non dà sintomi e uccide, lasciando la vittima nella falsa convinzione di essere ancora viva. Mi propago per via aerea e sono assorbita dagli occhi in modo assolutamente indolore e inconsapevole. Sono usata come arma di distruzione di massa e non c’è nessuna convenzione internazionale che mi metta al bando o che limiti la mia utilizzazione. Esiste un antidoto, non controllato dall’industria farmaceutica e senza alcuna controindicazione, che mi lascerebbe totalmente disarmata ma – poiché non può essere tenuto nascosto – viene irriso. Ne ha parlato, anzi scritto, uno scienziato americano, facendone un’accurata descrizione scientifica, ma il libro è stato sequestrato e tolto dalla circolazione. Quei pochi che l’hanno acquistato con l’intenzione di propagandarlo sono stati ridicolizzati dall’Organizzazione mondiale della sanità, che ha definito, inutile e dannosa, la cura. Non sono sempre stata letale per l’uomo: infatti, fino al diciannovesimo secolo, si poteva tranquillamente osservarmi, o rimirami. Non portavo morte, ma riuscivo ad accendere gli occhi e dare il soffio della vita. Comunicavo con la pancia dell’uomo, che si congiungeva con il cuore, dopo una salutare sosta al cervello. Ero utilizzata come memoria del passato, rappresentazione del presente e prefigurazione del futuro. Ero il prototipo della democrazia e dell’eguaglianza. Con me non si creava stratificazione sociale perché tutti, dal servo della gleba all’imperatore, potevano abbeverarsi alla mia fonte. Poi, alla fine dell’Ottocento, due fratelli francesi hanno scrutato il diciassettesimo secolo, trovandovi la lanterna magica, che li ha ispirati nella costruzione di un marchingegno attraverso il quale mi si poteva vedere su un telo bianco, in una stanza buia. Addirittura ero in grado di ripresentarmi per più di diciotto volte in un secondo. Da quel momento, mi sono trasformata in veleno. Infatti, il cervello di chi mi osserva, cioè l’uomo, è in grado di elaborare dieci, dodici immagini al secondo: colpisco la retina e giungo nell’organo direzionale umano attraverso una rete di neuroni e divento una presenza consapevole. Tuttavia, se nevrotizzo gli occhi per un numero di volte superiore, arrivo al cervello; ma divento una presenza inconsapevole, che si agita all’interno dell’uomo senza che lui ne abbia coscienza. Dopo quasi trent’anni dall’inizio del Novecento, due ingegneri – uno scozzese e l’altro americano – sono riusciti a mettermi dentro una scatola. Col tempo, la scatola è stata perfezionata così io e lei siamo state spedite in quasi tutte le case del mondo. Addirittura, in molte abitazioni, ce ne sono due, tre e anche cinque di scatole. In questo modo, per vedermi, l’uomo non deve più uscire da casa: e io sono presente quando mangia, quando parla con gli amici, i familiari, quando si siede sul divano. Gli canto la ninna nanna per farlo addormentare e lo sveglio la mattina. Addirittura ho aumentato la mia velocità e mi presento per più di venticinque volte al secondo. Sono diventata un killer devastante, non prendo prigionieri, ma lascio una lunga fila di cadaveri. Le mie vittime preferite sono i piccoli dell’uomo che, quando sono cuccioli, vengono parcheggiati davanti alla mortifera scatola. Il piccolo dell’uomo non impara più dall’esperienza diretta dei suoi sensi, perché sono io il suo unico nutrimento. Quando diventa grande, non sa chi essere e chi diventare perché, dentro di lui, si agitano fantasmi che non è consapevole di avere ma che indirizzano la sua vita. Gli uomini potenti, quelli che decidono per gli altri, hanno capito che sono diventata pericolosa e, da una parte, tranquillizzano chi è costretto a bere le loro decisioni e, dall’altra, scelgono per i loro figli una formazione che non prevede la presenza della scatola mortifera né della sua ultima discendente che, attraverso l’illusione di possedere le chiavi del mondo, schiaccia e nasconde una depressa solitudine e un’inconsapevole impotenza. Come sempre, i potenti hanno individuato l’antidoto e lo somministrano ai propri figli, affinché non risentano dei miei effetti e possano utilizzarmi per instaurare una indolore dittatura. E come sempre ci sono focolai di resistenza, isole in cui riesco ancora ad accendere l’uomo: un quadro, un libro illustrato, il disegno di un bambino, l’opera di un madonnaro che si dissolve con la prima pioggia, disordinati graffiti sui muri, uno scatto fotografico… Luoghi, spazi e tempi in cui è possibile trovare ancora qualche brandello della mia antica anima.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun-qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

LE IMMAGINI SONO DI JACEK YERKA, MOOOOOOOLTO AMATO IN “BOTTEGA”

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

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