#23m #notav Bussoleno-Venaus

di Rom Vunner

Sabato 23 marzo ci sarà in Valsusa la marcia da Bussoleno a Venaus. La situazione è abbastanza nota, anche se non quanto meriterebbe.

Da oltre  ventanni si ha in Valsusa un’opposizione popolare serrata contro la realizzazione della linea ad Alva Velocità/Capacità (due cose incociliabili ma tanto è). Il progetto nasce in piena tangentopoli e i suoi promotori vengono travolti dalla sequenza di arresti e condanne. Tornano alla carica qualche anno dopo. Cambiano le leggi, il sistema delle bustarelle, di antica memoria, viene sostituito da artifici quasi legali che permettono di migliorare il sistema di furto. La Valle resiste. Si arriva ai primi anni 2000 con un’accelerazione del progetto e una repressione sempre più forte. Nel frattempo viene imbastita una storia molto fantasiosa ed assurda. Una storia portata avanti da giornalisti e investigatori con nomi e cognomi che ancora oggi seguono la cosa. Questa enorme montatura cadrà inesorabilmente in tribunale, sbugiardando giornalisti ed investigatori in cattiva fede. Tuttavia questa vicenda si porterà dietro le giovani vite di Baleno e Sole.

Nel 2005 si ha un’ulteriore accelerazione. Una fila incredibile di blindati invade la Valle nel mese di ottobre. Si apre una vera e propria battaglia tra polizia, impegnata a scortare le trivelle di una ditta privata, e popolazione, lavoratori, amministratori pubblici, operai, vigili urbani, boscaioli, margari…. La polizia ha la meglio nella notte usando l’inganno. Le classiche lingue biforcute dei film di indiani e cauboi. Partiti, imprese, banche e i loro quotidiani e media in genere, concordano sulla inevitabilità dell’opera. La difendono a spada tratta e occupano, manu militari, i terreni di Venaus dove dovrà sorgere il cantiere di questa opera futuristica. L’8 dicembre la Valle si riprende i terreni e le forze occupanti devono pian piano lasciare il terreno. Si scoprirà poi che il progetto inevitabile era pieno di errori, irrealizzabile e che se fosse partito avrebbe costituito un grave danno. Negli ultimi due anni lo scontro si è intensificato e, in un crescendo di violenza contro la popolazione, è stato aperto il primo finto cantiere della Grande Opera, anche questa volta ineluttabile, gli stessi che garantivano allora garantiscono ora. Gli stessi che reprimevano allora reprimono oggi.

Non è però successo solo questo. Nel frattempo per qualche anno ha retto il Patto Nazionale di Mutuo Soccorso che raggruppava diversi comitati in giro per la penisola. Una realtà nata da NoTav, NoMose, NoPonte, ed allargatasi  sino al NoDalMolin dopo un paio di anni. Se è vero che quella realtà nel tempo si è persa, non per skazzi ma così naturalmente è però vero che non si è spento il sentimento di solidarietà che ne stava alla base e sabato 30 marzo ci sarà la manifestazione NoMUOS a Niscemi. Nel frattempo i discorsi si sono anche allargati. A forza di parlare di queste opere e dei perché della loro inutilità e dannosità, si è anche iniziato a ragionare su come si potrebbe organizzare in modo diverso la società. Al di là della delega.

Nel titolo ci sono due tag: #23m e #notav. Ovviamente sono indirizzati a Twitter, al suo sistema. Il primo può essere affiancato anche da #23marzo. La forma contratta ci permette di monitorare tutto ciò che succede nei paesi in cui si parli una lingua per cui il mese di marzo inizi con la “m” mentre la forma estese limita la ricerca alla lingua italiana. L’atra tag, naturalmente, mi permetterà di seguira tutto cià che girerà in rete al proposito. Una figata di libertà. Di libertà, non di democrazia. Da usare, può essere utile, ma non dimenticare il problema di fondo: Twitter non è una proprietà pubblica ma privata, è un’azienda che deve fatturare. Come può fatturare se è tutto gratis, se non mi fa pagare niente? Al corso di autoformazione di Radiazione si è discusso del fatto che quando è gratis significa che il prodotto sei tu.

Rom Vunner

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