25 Aprile, quando le anime si impennano

di Daniela Pia

Numerose foto in rete testimoniano le attività di nostalgici neofascisti cagliaritani, di quelli insomma che rimpiangono il bel tempo andato, quando regnavano ordine e disciplina a suon di manganelli. Questi gruppi durante i loro presidi sulle gradinate del santuario di Nostra Signora di Bonaria hanno ostentato numerosi striscioni di chiaro stampo fascista. Fra questi uno mi ha colpito come uno schiaffo ed è quello che recita così: «25 aprile quando i vili si travestono da eroi» lasciando intendere che vili siano stati coloro che hanno reso possibile la Liberazione. Ne è nata una sensazione di malessere, dettata anche dalla consapevolezza che forse si sta sottovalutando un fenomeno di reinterpretazione della Storia che sento come intollerabile e di cui sono testimonianza la recrudescenza di formazioni che si fregiano di simboli e linguaggi apertamente fascisti. Mi è venuto spontaneo chiedermi come sia stato possibile che il prefetto della città di Cagliari , nonostante queste laiche bestemmie, abbia potuto autorizzare, per il 25 aprile 2012, festa della liberazione dal nazifascismo, lo svolgimento di parate inequivocabilmente offensive e provocatorie, equiparando coloro che si immolarono per la difesa della democrazia a coloro che, proni al volere dei nazisti, fecero nascere la repubblica di Salò, operando assieme ai nazisti, quegli stessi che si macchiarono dell’orrore delle fosse Ardeatine (335 civili trucidati con un colpo alla nuca) e dell’eccidio di Marzabotto (1836 morti civili di cui 200 bambini), e qui mi fermo perché l’ elenco sarebbe ingombrante se solo si pensa ai convogli di italiani che durante la Rsi furono fatti partire per Auschwitz. Ho avuto la sensazione che una risposta non si potesse trovare, se non in un interessante invito pronunciato dal docente di diritto amministrativo Andrea Pubusa, pubblicato sul blog di Democrazia Oggi, intitolato “Signor Prefetto, il 25 Aprile vieti le piazze ai fascisti”e che recita così.

«Signor Prefetto, Lei ha letto la Costituzione poco e male. Le disposizioni di legge si interpretano non a seguito di una lettura singola e isolata, ma inquadrandole nel sistema normativo. Accanto all’interpretazione sistematica c’è poi quella teleologica che guarda alle finalità delle norme per svelarne il significato. Se Lei avesse seguito i canoni interpretativi elementari, reperibili in qualsiasi manuale di diritto costituzionale, avrebbe scoperto che nella Costituzione ci sono anche le disposizioni transitorie e che la XII vieta la ricostituzione in qualunque forma del partito fascista». E ancora.

«Questa disposizione può apparire in contrasto con la libertà di associazione, fra le quali spicca quella di formare partiti politici, ma in realtà non lo è. La nostra Costituzione afferma con forza che la libertà si ferma davanti a chi la usa per riorganizzare o inneggiare al fascismo,ed è dalla Resistenza che la nostra Legge fondamentale ha tratto origine. Ora, questa preclusione alla libertà di organizzazione dei fascisti vale anche per le manifestazioni che inneggino a quei valori, antidemocratici e di sopraffazione».

E poi gran finale.

«Allora, Signor Prefetto, se avesse letto tutta la Costituzione e soprattutto l’avesse capita, se ne avesse compreso lo spirito, che traspare dalla sua origine oltre che dal suo testo, avrebbe dato al Presidente dell’Anpi una risposta meno pretenziosa ma più sapiente».

Di fronte a questa lettera ho ricominciato a sperare. La speranza si è poi dispiegata ad ali tese quando ho visto che la città di Cagliari, con una spallata di dignità ha saputo dire NO ad un simile affronto. Si sono mossi il coordinamento antifascista cittadino, che ho visto vivo e consapevole durante la manifestazione odierna; l’Anpi che ha inviato al prefetto Balsamo due lettere di protesta; i movimenti che sono stati sollecitati dalle denunce fatte dal blog di Vito Biolchini; la lettera di protesta inviata da 13 parlamentari sardi (del Pd, Udc e Idv) e la significativa presa di posizione del sindaco Zedda che, oltre ad aver espresso le sue rimostranze per l’ infelice scelta del prefetto, è stato presente durante tutto il corteo e sul palco di Piazza del Carmine. Il mio pensiero va ai giovani del coordinamento antifascista che hanno scelto di presidiare piazza Gramsci per impedire che la memoria di Antonio Gramsci, vittima del fascismo, fosse oltraggiata da una manifestazione neofascista. E’ in un simile contesto che mi paiono ancor più significative le parole pronunciate dal comandante partigiano sardo Nino Garau, classe 1923, quando ha affermato che per lui – l’attimo in cui si sceglie – rappresenta «l’impennamento dell’anima» e quando l’anima si impenna non può tollerare che vi sia chi, strisciando all’indietro, offende la memoria.

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

2 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *