30 luglio, 14 e 15 agosto: pazzi per i fuochi?
di Vito Totire (*)
Incredibile: ancora fuochi artificiali nel 2021
Basta con le merci nocive e inquinanti! Come per l’amianto mettiamone al bando la produzione e l’uso!
No ai nuovi fuochi della “notte rosa” del 30 luglio 2021 (giornata peraltro dedicata dall’ONU al contrasto alla tratta di esseri umani)
No ai fuochi sul Lago di Garda previsti per il 15 agosto
Vengono annunciati nuovi fuochi artificiali nel corso della prossime settimane: il 30 luglio lungo la riviera romagnola per la solita (e noiosa) notte rosa, il 14 agosto a Lido Adriano (Ravenna) con la scusa del santo patrono, il 15 agosto sul lago di Garda per attirare turisti ben paganti…
Abbiamo chiesto a cittadini pensanti e alle associazioni ecologiste di segnalarci preventivamente gli eventi e di fare pressing sui sindaci al fine di abolire questa insana consuetudine che poteva avere un significato nel Sette-ottocento ma che ora si configura come una ostinata e perniciosa coazione a ripetere.
Il sesto anniversario della strage di Modugno – con 10 morti per l’esplosione di una fabbrica di fuochi (il 24 luglio 2015) – è passato pressoché sotto silenzio ma non per noi che abbiamo:
- lanciato la proposta di disegnare una mappa geografica e cronologica degli eventi inquinanti programmati e (poi) consumati
- avanzato una proposta di modifica del Codice di procedura penale con l’inserimento dell’obbligo per lo Stato di risarcire le vittime nel caso in cui il responsabile penale non sia nelle condizioni materiali per farlo (indigenza o decesso) e nel caso in cui al responsabile sia stato “consentito” di causare stragi ed omicidi per i mancati controlli degli organi ispettivi; è infatti socialmente e moralmente iniquo che le vittime di Modugno – e le tante altre – possano contare solo sulla copertura assicurativa Inail; si parla si “siti orfani” quanto tocca al pubblico bonificare siti inquinati con costi non addebitabili ai soggetti responsabili perché “falliti” o scomparsi; LO STATO E I GOVERNI FINO AD ORA HANNO FATTO FINTA DI NON VEDERE CHE OLTRE AI SITI ORFANI – OGGETTO DI BONIFICHE (PERALTRO SEMPRE TARDIVE) – CI SONO MIGLIAIA DI MORTI SUL LAVORO “ORFANI” CHE A MALA PENA POSSONO CONTARE SULLA SOLA COPERTURA ASSICURATIVA INAIL ! DICIAMO BASTA A QUESTA INIQUITA’ SOCIALE CHE AGGIUNGE ALL’INSULTO DELLA MANCATA PREVENZIONE LA TRAGICA BEFFA DI RISARCIMENTI INDEGNI DI QUESTO NOME E IRRISPETTOSI DI UN MINIMO SENTIMENTO DI UMANITA’
Ma da Venezia a Turi a Ravenna al Lago di Garda pare che il rumore dei fuochi sia preceduto e seguito dal silenzio subtotale per l’incapacità e la non volontà dei produttori e degli utilizzatori di fuochi di affrontare la questione, abbarbicati ostinatamente all’idea che i fuochi possano contribuire a creare un’aria di festa e di “normalità” dopo la pandemia; è assurdo; si cerca di usare i fuochi come la nazionale di calcio ma in entrambi i casi vediamo gravi effetti collaterali; solo a Ravenna per il 22 luglio (con la scusa di s. Apollinare) sono stati spesi 36.000 euro;
Sprecare per inquinare !
Assurdo che il silenzio sia rotto (a volte timidamente) solo da morti e stragi o per eventi penosi come quello di Bari dove, diversi anni fa, per errore, i cannoncini dei fuochi invece che sparare in alto spararono orizzontalmente sulle barche delle donne fedeli di san Nicola le quali, pur mogli di pescatori, si scoprì non essere tutte abili nuotatrici… condotte poi in salvo (grazie al santo?).
La “normalità” che i fuochi riproducono è quella del vecchio modo di produzione e di un’organizzazione sociale che ha fatto da terreno di coltura per la pandemia facilitandone l’attecchimento e l’esplosione; il vecchio modo fondato su spreco, su inquinamento, sull’effimero senza attenzione all’impatto socio-ambientale sanitario, né a breve termine né con più lunga latenza.
Eppure i segnali e gli elementi che inducono alla massima prudenza stanno diventando sempre più drammatici:
- dalla catastrofe climatica e territoriale in Germania e altri Paesi nordeuropei
- agli incendi in Sardegna: 20.000 ettari di foresta andati in fumo
- al riscaldamento globale
- al potenziale ruolo di carrier (nei confronti del Covid) che le particelle e le polveri sottili inquinanti possono svolgere.
Arriviamo a pensare che chi organizza simili manifestazioni possa soffrire di una pulsione masochista che però non ricade solo su chi le finanzia e le autorizza, visto che gli inquinanti si riverberano solo su tutti.
Dunque è ora di finirla. Siamo consapevoli del fatto che in Italia ci sono 2000 piccole aziende addette a produzione e commercio di fuochi con un indotto di circa 10.000 persone e che il momento, dal punto di vista occupazionale, è tragico. MA BISOGNA PENSARE A UNA SOLUZIONE ANALOGA A QUELLA DELL’AMIANTO CON RICONVERSIONI PRODUTTIVE E MAGGIORAZIONI PENSIONISTICHE PER I LAVORATORI.
NON E’ PIU’ TOLLERABILE CHE SI SPRECHINO RISORSE PER INQUINARE (con sostanze tossico-nocive,irritanti, allergizzanti, nano particelle ad alto rischio di esplosività ecc) CON GRAVE RISCHIO PER LA SALUTE E LA VITA DEGLI ADDETTI ALLA PRODUZONE E AL COMMERCIO OLTRECHE’ PER LA SALUTE DEI CITTADINI.
LA PROSSIMA GRAVE CIRCOSTANZA DI INQUINAMENTO E DI SPRECO E’ LA COSIDDETTA NOTTE ROSA CHE SPERIAMO NON DIVENTI CIANOTICA. E’ SPONSORIZZATA DALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA:
per il presidente Bonaccini la prevenzione fa rima con esplosione? O con coazione (a ripetere)?
ALTRO CHE APPELLI AD ADOTTARE COMPORTAMENTI VIRTUOSI: DA CHE PULPITO!
I fuochi artificiali sono la punta dell’iceberg; l’iceberg è costituito da una montagna di merci nocive che dobbiamo smettere di produrre.
Bologna, 28.7.2021
(*) Vito Totire a nome della Rete per la ecologia sociale, di Aea (associazione esposti amianto e rischi per la salute), del Comitato nazionale per il boicottaggio della produzioni di armi e di merci nocive, del circolo Chico Mendes, dell’Associazione ANTOPOLOGIAINMOVIMENTO, del Centro Francesco Lorusso, della Lega animalista, con le adesioni di Patrizia Beneventi, di Andrea Bianconi, di Gianni Piras e della “bottega del Barbieri”.
Per adesioni e contatti: vitototire@gmail.com
Niente fuochi pirotecnici a Monghidoro … solo lì?
A livello nazionale Monghidoro è noto come il paese di Gianni Morandi; noi siamo ostili al culto della personalità e Monghidoro ha tanti motivi per meritare una buona fama ; tuttavia Gianni, figlio di un militante diffusore dell’Unità, merita si essere menzionato e di passare alla storia del paese Italia , quantomeno, per la sua canzone “c’era un ragazzo che come me …”.
Ma a parte Gianni, Monghidoro torna utilmente alla ribalta delle cronache;
la sindaca vieta i fuochi artificiali ; li vieta con una motivazione sufficiente ma non esaustiva: il rischio incendio.
E allora, come si dice a Bologna (siamo pur sempre in provincia di Bologna anche se al confine con la Toscana) :”meglio piuttosto che niente“ ?
In verità dobbiamo andare oltre il “piuttosto che niente” sulla base della presa d’atto di alcune questioni:
1) Il rischio incendi esiste tutto l’anno
2) Il rischio incendi è una parte del rischio complessivo (inquinamento acustico e chimico veicolato da sostanze sempre più nocive e pericolose come le nano particelle)
3) Ormai la domanda dei cittadini è esplicita : al bando la produzione e l’uso dei botti e dei fuochi artificiali ; vedi la petizione su change.org lanciata da Ostuni (Br) dopo un recente incendio
4) Se è vero che la cattiva consuetudine non è appannaggio delle feste religiose ma anche di quelle laiche o di partito, la Chiesa cattolica sta rendendo sempre più posizioni critiche sull’uso dei fuochi anche perché , effettivamente, il significato “religioso” della suddetta usanza è davvero inesistente o meglio strumentale (bisognerebbe indagare sul piano antropologico se si sia trattato di una forma di sincretismo religioso)
5) Estate o inverno che sia, continuare a usare questo tipo di merce e di presunto “divertimento” significa assumere una posizione negazionista sulla dinamica dei danni climatici e sulla questione del riscaldamento globale
6) Il tema della sicurezza del lavoro (si ricordi la ultima drammatica strage operaia di Modugno, 10 morti, 24 luglio 2015) deve essere affrontato alla radice: stop alla produzione con garanzia di reddito e di ricollocazione lavorativa per gli attuali 10.000 lavoratori addetti in Italia.
Basta con l’uso, la produzione ( in tutto il pianeta) , no alla delocalizzazione in Paesi poveri dove i lavoratori sono anche meno protetti .
Alla Sindaca di Monghidoro: bene , ma si può fare di più e con l’auspicio comunque che quantomeno la stessa misura preventiva venga adottata ovunque ( si parla di unione dei comuni e di città metropolitana ma poi ogni sindaco agisce solo localmente?) ; infatti abbiamo segnato nel nostro calendario fuochi in programma : a Lido Adriano-Ravenna il 14 agosto per il santo protettore ; sul lago di Garda il 14 o 15, a Turi (Bari) per il santo protettore il 27 agosto… sono siti in cui gli organizzatori insisteranno sullo spreco nocivo e inquinante ?
Ma chi è il santo protettore contro l’inquinamento e i riscaldamento globale se non la nostra capacità di ragionare ?
Vito Totire, Rete per la ecologia sociale – 12.8.2021