31 maggio 1910: muore Elisabeth Blackwell, la…

prima donna laureata in medicina negli Usa

di Fabrizio Melodia

Una vita spesa al servizio della medicina per Elisabeth Blackwell, prima donna negli Stati Uniti d’America a laurearsi e a esercitare la professione medica.

Un attento sceneggiatore potrebbe tradurre la sua vita in un film con risvolti drammatici e qualcuno comico.

Nata il 3 febbraio 1821 a Bristol, in Scozia, si trasferì giovanissima a Cincinnati e rimase presto orfana di padre. La madre fu costretta a lavorare duramente. Elisabeth ancor giovane trovò un incarico come insegnante nel Kentucky. Fu spronata a intraprendere gli studi di medicina da un’amica malata, che riconobbe in lei una particolare predisposizione all’ascolto e alla cura del prossimo, oltre che una notevole intelligenza.

Elisabeth Blackwell non ebbe strade spianate. La sua domanda di ammissione fu respinta o semplicemente ignorata da ben 29 scuole di medicina. Stando alle biografie, un suo amico medico – il dottor J. Warrington – le disse: «Elizabeth, non ha neanche senso provarci. Non potrai mai essere ammessa a queste scuole. Dovresti andare a Parigi e travestirti da ragazzo per guadagnare la conoscenza necessaria». Non è escluso che Elisabeth ci abbia pensato ma nel 1847 ecco il salto che cambierà la sua vita: Elisabeth Blackwell viene accettata al «Medical Institution of Geneva College» di New York.

Quasi uno scherzo del destino. Quella facoltà di medicina aveva continuato a rifiutare o ignorare le richieste della Blackwell però non aveva espresso una chiusura totale, forse per paura di perdere la faccia. Alla fine diede una possibilità a quella ragazza certamente caparbia e dotata, mettendo ai voti di 150 studenti la sua ammissione. Non sappiamo se perchè si seppe in giro delle sue doti o se per beffarsi dei veti accademici, gli studenti votarono a favore dell’ammissione di Elisabeth Blackwell a Medicina. Chissà se qualcuno di loro poi si pentì – vogliamo sperare di no – quando scoprì che Elisabeth Blackwell era più in gamba di tutti. Talmente brava che si laureò in medicina due anni dopo, prima donna negli Usa a ricevere tale titolo.

La sua impresa fece il giro del mondo. Altre donne seguirono il suo esempio e nell’arco di tre anni si laurearono in medicina altre 20 ragazze.

Elisabeth Blackwell continuò a istruirsi e, dopo un primo soggiorno in Inghilterra, arrivò a Parigi dove esercitò per un breve periodo nel reparto maternità. A causa delle gravi condizioni igieniche e sanitarie dell’epoca, contrasse una infezione all’occhio ma senza perdersi d’animo continuò a specializzarsi in chirurgia.

Nel 1851 tornò a New York, trovando di nuovo le porte sbarrate: persino trovare un mini appartamento in affitto risultò essere una impresa per quella strana donna che diceva di essere un medico.

Impossibilitata a lavorare presso gli istituti medici locali, iniziò a esercitare in privato ricevendo donne e bambini. Su questa esperienza scrisse poi «Le leggi della vita, con particolare riferimento alla Educazione Fisica delle ragazze».

Nel 1853 fondò il New York Infirmary, primo ricovero per poveri nei bassifondi della città, ottenendo grande apprezzamento. Nel 1854 adottò una figlia che chiamerà Kitty, mentre al suo ricovero per poveri si unirà la sorella Emily, che nel frattempo aveva seguito le sue orme. A loro si affiancherà la dottoressa Maria Elizabeth Zakrzewska. L’istituzione voleva unire il servizio medico per i più poveri a un incoraggiamento della preparazione per le donne che si laureavano: ancora oggi esiste con il nome New York University Downtown Hospital.

Per sostenere i pesanti costi di un ospedale per poveri furono organizzate numerose iniziative di raccolta fondi, ma ormai erano molti i colleghi che appoggiavano in toto la causa di Elisabeth Blackwell. Non da tutti però. «Il mio lavoro è senza dubbio destinato a pochi. È un’opera tra le connessioni sottese all’umanità ed è perciò difficilmente apprezzato dalla massa» ebbe modo di sfogarsi Elisabeth in una lettera.

Il 1 gennaio 1859 venne iscritta all’albo medico d’Inghilterra, un atto che sancì il riconoscimento della sua professione da parte del Paese natìo.

Dopo un ciclo di conferenze, tornò negli Usa e riuscì ad allargare il N. Y. Infirmary aggiungendo addirittura un dormitorio per i suoi studenti.

Dopo anni passati ad esercitare e insegnare, Elisabeth Blackwell morì in Scozia per un infarto il 31 maggio 1910.

«Lo studio della natura umana da parte delle donne così come degli uomini porterebbe alla nascita di una nuova era di speranza e intelligente cooperazione tra i due sessi e solo attraverso questa un reale progresso può essere raggiunto ed assicurato».

Per approfondire:

– Mesnard E.M., Miss Elizabeth Blackwell and the Women of Medicine (Paris, 1889)

– Baker Rachel, The first woman doctor: the story of Elizabeth Blackwell, M. D. J. Messner Inc (New York, 1944)

– Annarita Frullini, Donne nella medicina: ieri, oggi e domani, in rete

– Angela Frulli Antioccheno, Le professioni sanitarie. Le donne medico su medea.provincia.venezia.it

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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