2 commenti

  • Il mio amico Massimo mi ha telefonato per questo articolo. Abbiamo parlato a lungo, alla fine gli ho detto: «dai, per una volta scrivi». E lui ridendo: «lo sai che non ho mai preso questo vizio… solo qualche volantino ogni tanto. E poi io sono un operaiaccio ignorante». Gli ho risposto: «operaiaccio sì, ignorante no». Il solito ping-pong fra amici. Alla fine Massimo mi saluta con un perentorio: «tornaci su, per favore. Io negli anni ’70 ho letto, anche grazie ai tuoi consigli, molti bei libri. Due me li ricordo: “A cottimo” che ho proprio sotto il naso dell’ungherese Miklos Haraszti, ma è un diario non un romanzo e “Tre operai” di Carlo Bernari che però non ritrovo, devo averlo regalato chissà a chi. Cos’altro c’è da leggere? Il lavoro cambia pelle ma chi racconta la pellaccia nostra?». Grazie della sollecitazione Massimo, che però estendo a chi passa da qui.

    • Mi è tornato alla mente di Marino Regini “Flessibili o marginali”; ai tempi (anni tra 80/90 credo) fece un po’ scalpore ….pensando a come sono andate le cose ed a come in generale siamo messi, verrebbe da rifletterci

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *