«365 da oggi»
il primo capitolo del romanzo di Daniele Barbieri e Gianluca Cicinelli (*)
4 gennaio
Jan Barbieri si alza. Sulla tazza del cesso trova un biglietto (un A3 a essere precisi) di suo padre; “inevitabile” pensa “quando dormo qui un foglio al risveglio è il minimo”.
L’A3 è a due colori. In nero dice:
«buondì Jan, forse a pranzo verrà anche Roberto Bartoli. Se hai tempo prepari»
poi in rosso c’è scritto:
«AL
RI
GO»
E di nuovo in nero: «Ti ricordi la soluzione, vero? Grazie, ciao – babbo (non in Sicilia)».
“Che palle” pensa Jan: “com’era? RI sotto AL e su GO. Risotto al sugo. Va beh potrei anche farlo ma come faccio a sapere per che ora si pranza…”.
Suonano alla porta. Non il citofono ma il campanello, strano.
Jan apre.
«Buongiorno, siamo della questura di Imola» dice una giovane poliziotta mostrando il documento, appaiato a quello del collega che è un passo dietro di lei. Stiamo cercando Daniele Barbieri, è in casa?».
*****
Più o meno alla stessa ora in una casa di Campagnano suonano alla porta mentre il caffè (il quarto?) esce dal fuoco. “E chi cazzo è?” pensa Gianluca Cicinelli, poi mugugnando e ciabattando va ad aprire.
«Buongiorno, siamo della questura di Roma» dice un giovane poliziotto mostrando il documento, un passo dietro di lui c’è un collega. Stiamo cercando Gianluca Cicinelli, è lei?».
*****
«Babbo non c’è» dice Jan, un po’ incerto.
«Possiamo aspettarlo?» la poliziotta è gentile ma decisa: «Sarebbe cosa urgente. Poco fa abbiamo provato sul telefonino però non risponde».
«E’ normale, mio padre due volte su tre non lo sente il cellulare o non ha voglia di rispondere».
Proprio in quel momento la porta di casa si apre: «Oh Jan, ma l’anima de li mortacci tua che poi sono li mia, c’è qualcosa sul fuoco? Mica mi farai fare brutta figura con Roberto?». Solo quando sono dentro i due si accorgono degli estranei in divisa e azzardano un «buongiorno» interlocutorio.
«Daniele Barbieri?» chiede la poliziotta al più vecchio dei due.
*****
«Cicinelli, sono io. A che debbo l’onore?».
«Le chiedevamo la cortesia di seguirci in questura».
Cicinelli cerca nel suo repertorio una faccia e una frase di contorno adatta alla specifica circostanza “poliziotti gentili” ma siccome non gli viene opta per un più classico «devo preoccuparmi?».
«Assolutamente no» garantisce il poliziotto: «ci farebbe una cortesia appunto se venisse con noi oppure se ci raggiungesse alla sede del ministero dell’Interno al massimo entro un paio d’ore».
«Un paio d’ore» ripete Cicinelli, assai spiazzato: «al ministero dell’Interno, dunque… ma di che si tratta?».
«Le verrà spiegato, non deve preoccuparsi».
«Non devo avvisare l’avvocato?».
«Guardi Cicinelli lei può avvisare chi vuole ma è assurdo che si preoccupi: siamo noi che abbiamo bisogno del suo aiuto se gentilmente ce lo vorrà dare».
“Devo darmi un pizzicotto per vedere se sono sveglio” pensa Cicinelli: “poliziotti così gentili li ho incontrati soltanto nei sogni di quando ero un giovanetto socialdemocratico”.
*****
Quasi nello stesso istante Barbieri sta facendo una battuta simile ma ovviamente ignora la coincidenza.
«Roberto dammi un pizzicotto chè mi sa sto sognando: poliziotti così cortesi non ne ho mai incontrati». La battuta gli è uscita dopo questo scambio.
«Sì, sono Daniele Barbieri o un suo omonimo. Di che si tratta?».
«Lei dovrebbe essere così gentile da venire con noi a Roma. C’è qui sotto una macchina di servizio che ci aspetta».
«A Roma?».
«Esatto».
«E perchè? di grazia… ».
«Le sarà spiegato tutto, non deve preoccuparsi».
Barbieri gira lo sguardo tra Roberto, suo figlio e l’artigianato etnico sui muri. Si concentra per un attimo sul faccione di Miles Davis ma non riceve l’illuminazione sperata. Così prende tempo con un «hmmmmm» lungo quasi 15 secondi. Poi: «Ho due domande: La prima: posso chiamare l’avvocato?».
In risposta: «Può chiamare chi vuole, anche sua moglie se crede. La seconda domanda qual è?».
«Quando saremo a Roma possiamo fermarci a prendere i supplì in un posto che vi indico io?».
Roberto e Jan si sforzano di non sorridere mentre la poliziotta resta serissima e con tono mielato risponde: «Sì, tanto qualcosa dobbiamo mangiare. Però adesso, per favore, dobbiamo muoverci».
«Se vuole prenda un cambio» aggiunge l’altro poliziotto «anche se probabilmente in prima serata la riaccompagnamo a Imola».
«Cambio? No, altrimenti poi non posso fare la battuta che “è ora di cambiare”… Però prendo il computer».
«Sì, ma non deve aprirlo finchè non siamo a destinazione».
*****
«D’accordo, allora vengo con voi» si decide Cicinelli: «e ne approfitto per fare una cosa in centro a Roma, poi vi raggiungo al ministero. Ditemi in che stanza e a che ora».
«Benissimo» replica il poliziotto più vecchio: «Lei stamattina ha aperto la posta?».
«La posta?» ripete Cicinelli come se quella parola fosse un “mi illumimo d’immenso”…
«Esatto».
«Non ancora, perchè?».
«Allora Cicinelli deve farci una gentilezza: ci dia il suo computer e glielo restituiamo fra un paio d’ore al ministero».
Cicinelli sa che dovrebbe dire di no (per principio) ma la gentilezza lo sta spiazzando per cui gli scappa «certo».
*****
Sergio Palermo si affaccia sull’uscio e, con tono brusco, chiede alla guardia più anziana: «ma allora ‘sti cazzo di Barbieri e di Cicinelli sono arrivati?».
«Comandante, Cicinelli è giù che aspetta da quasi mezz’ora e Barbieri sta per arrivare».
«Dov’è Barbieri? Già a Roma?».
«Sì, ci ha telefonato la scorta pochi minuti fa. Stanno mangiando supplì a piazza Re di Roma».
«Geniale, uno dei punti più ingorgati della città. Va beh» replica Palermo chiudendo la porta.
«Ma quello era Primum?» chiede la guardia più giovane.
«Anche tu fai come Crozza in tv e lo chiami Primum?» ride il collega.
«E’ il suo soprannome, no?».
«Allora la storia non la sai… Secondo te perchè i giornalisti scrivono Primus e Crozza lo chiama Primum?».
«Boh».
«Perchè quando è diventato famoso dopo gli arresti dei super-latitanti in una conferenza stampa un giornalista gli chiese se si sentiva più bravo dei colleghi che per anni non c’erano riusciti. E lui rispose “qui facciamo lavoro di squadra e io al massimo sarò un Primum inter Pares».
«E che vuol dire?».
«In latino significa il primo fra pari».
«E allora?».
«Doveva dire Primus. I giornalisti han finto di non sentire ma Crozza ne ha fatto un tormentone».
«Bono quello… ma senti un po’ sto Primus o Primum che ‘sta combinando qua che da ieri ha fatto correre un sacco di colleghi?»
«Hai presente “ubbidir tacendo”? Ecco statte zitto».
*****
«Cicinelli? Ma che cazzo fai qui?». Dietro la porta splancata Barbieri intravede l’amico che ha una faccia perplessa come la sua.
«E tu? Non eri a Imola?»
«Sì, due ore e mezzo fa ero a Imola ma poi Lewis Hamilton mi ha portato qui, mortacci quanto corrono questi…».
«Scusate se interrompo i convenevoli. Abbiamo un po’ di cose serie da discutere insieme. Mi posso presentare?».
«Se non mi sbaglio lei è il colonnello Sergio Palermo, Primus per i titolisti… oppure un suo sosia» butta lì Cicinelli.
«Esatto. In primo luogo grazie di essere venuti, vedrete che… valeva la pena. Poi vi spiegherò. Ma adesso per favore andate a quel tavolo dove c’è il computer di Cicinelli e accendetelo».
I due vanno al tavolo, pensando (telepatia o banalità?) “fin qui tutto bene”.
«Ok, aprite la posta e guardate il messaggio delle 06,42».
«Senta colonnello o generale» azzarda Barbieri «questo significa che ci state controllando la posta? A due vecchietti come noi?».
«No, Barbieri. Significa che alle 06,42 io ho ricevuto il vostro stesso messaggio, per l’esattezza ero in cc, come vedrete. Adesso per favore leggete».
I due eseguono. Man mano la faccia di Barbieri somiglia sempre più a un pesce lesso mentre il sopracciglio di Cicinelli si alza a livello Mangiafuoco.
«Finito?» chiede Primus.
«E’ uno scherzo?» si butta Barbieri.
«No, ma prima di chiarirci ditemi cosa vi fa venire in mente questo messaggio. Anzi facciamo un gioco leggetelo ad alta voce e commentiamolo assieme».
«Leggo io» si precipita Gianluca: «Caro Cicinelli e caro Barbieri (anzi db come ti fai chiamare)…»
«Non è un segreto» interrompe Barbieri
«… troverete in cc il colonnello Sergio Palermo che se non ve lo ricordate è noto come Primum». Nel leggere Cicinelli allunga un occhio su Palermo che però non batte ciglio. «Anzi, secondo me lui adesso è davanti a voi perchè se è bravo a fare il suo mestiere, come dicono, vi ha già fatto condurre in qualche caserma…».
«Vada avanti Cicinelli, non siamo a teatro. Non guardi il pubblico».
«Questa è una sfida a voi due, giornalisti provetti e a Primum. Fra 365 giorni da oggi, minuto più o minuto meno, io ucciderò una persona – Cicinelli si interrompe e precisa: “una persona” è sottolineato – ben nota al grande pubblico, come direste voi scribacchini. Forse, strada facendo, vi dirò perchè ho scelto proprio lui… o lei. Sta a voi scegliere da che parte stare: se darmi la caccia insieme a Palermo o ricordarvi da dove venite. La persona che ucciderò non è un criminale, secondo il Codice Penale, ma ha fatto del male a tutto il mondo…».
«Interessante questa sottolineatura» si inserisce Barbieri.
«Pare anche a me» si risveglia Primus che per qualche minuto si era perso dietro i suoi pensieri: «Andiamo avanti».
Gianluca si schiarisce la voce, sistema il ciuffo e poi declama: «Al momento non so, se voi e Primum collaborerete. Io ogni mese vi darò un indizio…» e su questa frase si inserisce Barbieri: «come faceva Zodiac».
«E dopo lui tanti altri» aggiunge Palermo.
«C’è anche un romanzo arabo, di quel suo ex collega…» inizia Cicinelli ma Primum lo interrompe: «finisca di leggere per favore».
«Ogni mese un indizio per aiutarvi a scoprire chi sono. Se però non mi fermate al più tardi il 2 gennaio la persona predestinata morirà. VERRA’ UCCISA PUBBLICAMENTE. Per ora è tutto. A presto».
Silenzio.
«Avete commenti?». Il tono di Primus è dialogante, non da interrogatorio.
Cicinelli riprende fiato: «Bestemmie a parte, no. Ma se siamo qui evidentemente voi avete motivi per pensare che costui… («o costei» interrompe Daniele) … o costei, già, faccia sul serio».
«Sì, ma prima di dirvi cosa sappiamo noi vorrei le vostre impressioni a caldo. Cosa vi fa venire in mente un messaggio del genere?».
«Se non è uno scherzo… è proprio una brutta storia. Ma perchè noi due?» sbotta Barbieri.
«Infatti perchè? Con tutto il rispetto per il vostro lavoro» il tono di Primum è serio, senza tracce di ironia «voi due non siete proooooprio fra i giornalisti più famosi d’Italia».
«Verdad» sussurra Barbieri.
«E allora?» insiste il militare: «perchè voi? E cosa avete in comune, oltre a essere amici ed ex gruppettari? Ma la primissima domanda resta: vi viene in mente un nome?».
Silenzio.
Poi «no» dice Cicinelli deciso e «no» conferma Barbieri.
«Sicuri?».
Il «sì» parte quasi in stereofonia.
«Luigi Scricciolo» dice Primus seccamente.
Mentre db scatta con un «che c’entra il povero Luigino?» anche Cicinelli si alza in piedi, visibilmente incazzato e quasi urla: «cioè? Di che parliamo?».
Primus prende un elastico fra le mani, poi lo posa: «Voi avete un percorso politico simile ma neanche tanto, come migliaia di persone all’estrema sinistra. Però voi avete un punto di contatto emotivo e politico: eravate amici di Luigi Scricciolo».
Cicinelli e db si guardano. Con il corpo Barbieri fa capire che vuol dire qualcosa ma l’amico gli pone la mano su un braccio e fa: «Parlo prima io. Senta dottor Palermo, lei ha ragione: abbiamo in comune questo dolore cioè la persecuzione e la morte prematura di Luigino. Punto e basta. Sono passati molti anni e dunque con ogni evidenza Scricciolo non c’entra. Se poi lei vuole tenere questa storia in sospeso allora….» (guarda l’amico) «allora lei rischia di farci ricordare la lunga, schifosa persecuzione contro un innocente e la Ragion di Stato per cui neanche gli fu chiesto scusa. In questo caso noi usciamo da quella porta e arrivederci: se ci vuol vedere passi per un giudice. Se invece ritira quel nome allora riprendiamo il discorso da dove si è interrotto». Si gira verso l’amico come a chiedergli conferma e db con tono deciso dice solo: «E’ così».
«D’accordo, ho tirato un pallone nel buio. Scusate. Riprendiamo?».
Un attimo di pausa, poi Cicinelli riprende la parola: «Adesso però, tocca a lei. Perchè giudicate così serio questo messaggio? Al punto da farci venire qui».
«Giocherò pulito con voi. Da stamattina controllo le vostre biografie e mi sono fatto l’idea che voi non siate matti né pericolosi. Un po’ anti-Stato sì…» brevissima pausa: «ma pazzi, assassini e bombaroli no. Giusto?».
«Sì» scappa di bocca a Cicinelli.
«Io non vorrei fare il pignolo» aggiunge Barbieri «ma credo che dobbiamo definire meglio cosa significa pazzi e forse anche assassini. Un mio omonimo che fa il semiologo direbbe che la follia è cosa diversa per chi sta in alto e per chi non siede a tavola con i potenti».
«Grazie per la puntualizzazione. Scorrendo le vostre schede avevo capito che fra voi due il più caca-cazzo era lei, Barbieri ma non la prenda per un’offesa….».
«Per carità è un complimento» ghigna Barbieri.
«E allora diciamo che se voi per ora – Palermo calca la voce – vi fidate di me e io per ora mi fido di voi potremmo collaborare per tentare di capire chi è costui. Se fa sul serio bisogna fermarlo, giusto?».
«Costui o costei» si inserisce db.
«Vedo che insiste Barbieri. Ha qualche motivo per pensare che sia una donna o lo fa solo per sex balance?».
«La seconda che ha detto colonnello o quel che è. E mi risparmio le battute sulle statistiche criminali che mostrano un aumento della delinquenza femminile, senile e in divisa».
«Ok, ascoltatemi voi due. Smettiamo con battute e frecciate. Io adesso vi spiego perchè stiamo prendendo questa roba ma-le-det-ta-mente sul serio. Se però voi lo dite in giro, o peggio lo scrivete senza la mia autorizzazione, vi farò cagare sangue. In senso tecnico, ovviamente».
«Emorroidale Watson» scappa a Barbieri ma è a bassissima voce e forse nessuno lo sente.
«D’accordo» dice Gianluca e dopo un attimo db bissa: «Anch’io».
«Allora il 1 gennaio abbiamo trovato davanti a una caserma dei carabinieri un’auto con inserito un messaggio che ripeteva a loop dalle casse: “Qui dentro c’è VX ovvero gas nervino. Chiamate gli artificieri o meglio esperti di guerra chimica. Non è uno scherzo e per farvelo capire vi dirò che il più serio esperto di gas nervino in Italia è il professor”…». Palermo si ferma e li guarda: «a voi il nome non lo dico. E il messaggio continuava così: “il professor Tiziocaio, che abita a Roma, lo trovate a uno di questi numeri. Parlatene con Primus, insomma Sergio Palermo”. I colleghi mi hanno trovato e poi abbiamo rintracciato Tiziocaio per chiedergli di aiutarci a capire. Lui si è precipitato, molto preoccupato già solo che si sapessero il suo nome e i suoi telefoni. Con tutte le cautele abbiamo aperto l’auto. Un lungo lavoro». Palermo si ferma, quasi come se volesse tirarsi la domanda che arriva.
«E dentro il gas nervino c’era? altrimenti non saremmo qui» chiede Cicinelli.
«Il gas nervino c’era. Bastava rompere un contenitore e potevano morire molte e molte persone. Questo tipo – o tipa che sia – dispone di gas nervino che, lo sapete, non è proprio ddt. La notizia non è trapelata…. Cosa sapete del gas nervino?».
Mentre Gianluca borbotta «quello che sanno tutti» Daniele sibila: «Murakami».
«Cosa ha detto Barbieri?».
«Murakami, uno scrittore giapponese. E’ autore di un bellissimo libro sull’attentato che venne fatto in Giappone, mi pare nel 1995. Si ricorda la storia?».
«Qualcosa rammento, pochi morti mi sembra nella metropolitana di Tokio, una setta religiosa» risponde Primum: «può avere qualche collegamento?».
Un attimo di silenzio. Poi mentre Cicinelli si finge nebbia, l’amico si arrampica sulle parole come fossero specchi: «Pochi morti ma tanti intossicati… Una vicenda quasi incomprensibile… Il libro di Murakami è interessantissimo… Collegamenti con noi però non ne vedo».
Una pausa poi Palermo riparte: «In ogni caso i gas nervini non sono scherzi e dunque abbiamo deciso di prendere la faccenda sul serio. Io coordinerò la caccia. Non sospetto di voi due ma c’è un motivo se siete stati chiamati in causa, di sicuro è qualcuno che vi conosce. Proviamo a capire senza aspettare il 1 febbraio». Pausa «E’ tutto chiaro?».
Barbieri e Cicinelli si guardano: «ok» e «okappa» rispondono.
«Qualcosa da dire subito?».
«Una domanda sciocca ma la faccio egualmente» è db a parlare: «avete già cercato di capire da dove viene quel messaggio?».
«Ovviamente» risponde Primus: «sembra essere stato generato nel caveau di una banca a Zurigo. Il che significa due cose: che il nostro sconosciuto, o la nostra sconosciuta che sia, ha notevoli capacità informatiche… se escludiamo che sia un banchiere svizzero» («mai dire mai» sussurra Cicinelli a se stesso) «e seconda cosa che ha un suo stile ironico, insomma vuole prenderci per il culo». Pausa. «Altre domande o idee?».
I due scuotono la testa.
«Allora per oggi potete andare. Ci risentiamo presto. E di sicuro ci rivedremo perchè questa faccenda non finirà qui. E con me non provate nemmeno lontanamente a fare gli stronzi».
Mentre i due si guardano arriva la carota: « Ah Cicinelli, credo che lei non abbia pranzato, così se vuole mettere qualcosa sotto i denti e poi essere riaccompagnato a casa dirò ai colleghi di preparare un’auto qui sotto fra mezz’ora. Va bene? Lo stesso vale per lei Barbieri che mi dicono abbia già mangiato… anche la sua auto sarà pronta qui sotto fra mezz’ora».
«Temo i Greci … soprattutto quando portano doni» sussurra Gianluca ma la battuta è uscita talmente a bassa voce che nessuno la sente.
*****
I due amici si ritrovano fuori: in tutti i sensi cioè un po’ fuori anche di testa.
«Merda» sbotta Cicinelli.
«Infatti, vecchia merda fritta più merda fresca» specifica Barbieri.
«Non mi strafrega uno stracazzo di mangiare. Adesso che siamo soli per mezz’ora ci sono tre cose da capire, mio caro db…» inizia Cicinelli ma l’altro interrompe subito: «davvero siamo soli?».
«Già, questa è una delle tre cose da capire. Di sicuro è la prima in ordine temporale: se ci hanno messo cimici, trojan o puttanate simili, nei computer e telefoni («ci puoi giurare» sentenzia Barbieri con le parole e muovendo la testa) …. e addosso. Che ne pensi?».
«Addosso? Al volo così, con una stretta di mano?»
«Si può».
«L’esperto sei tu. Allora diciamo sì, lo hanno fatto. E noi parliamo tranquilli come se fossimo al primo mattino del mondo, innocenti e vergini. Il secondo punto immagino quale sia: possiamo fidarci di quel tipo? Tu che ne pensi?».
«Fidarsi sì e fidarsi no, la risposta dipende dal contesto, dagli sviluppi. E poi sai una cosa buffa?».
«Dilla»
Ride alla sua maniera Cicinelli, quasi sussultando: «Probabilmente adesso Primum si sta chiedendo la stessa cosa: posso fidarmi di quei due stronzi?».
Anche Barbieri ride: «Concordo… Vai con il terzo punto».
La faccia di Cicinelli si fa di pietra: «Oh db, ma che cazzo c’entriamo noi due?».
«Gran domanda. Ma io ne aggiungerei una quarta».
«Cioè?».
«Il messaggio era indirizzato a lui e la macchina nervosa e nervina ha fatto il suo nome, no? Escludo sia un caso e allora cazzo c’entra Sergio Palermo? Il quale, correggimi se dico cazzate, si è occupato quasi sempre di droga e criminalità organizzata».
«E questo, amico mio, ci porta alla quinta domanda, forse la più urgente».
«Oh Cicinelli, non fare il contagocce. Parla. Ma poi cosa c’è di urgente? Abbiamo 365 giorni… Ne mangeremo di nespole e di supplì».
«Sì ma la domanda che corre come Bolt è questa: quando entreranno in gioco i media?».
«Hai detto quando o se?».
«Non fare il sordo, db: ho detto quando».
«Ho la sensazione che ti sbagli o perlomeno che la cosa non dipenderà dal nostro amico, o amica che sia».
«Una persona sola? Escludi un gruppo?».
«A fiuto sì ma è presto per scommetterci. Cicinelli, ho un casino di dubbi e dubbietti ma di una cosa sono sicuro».
«Siamo nella merda, caro il mio db».
«Esattamente».
Mentre parla db ha tirato fuori dalla sua sacca, rigorosamente etnica, un foglietto e ha scarabocchiato qualcosa con una penna. Lo porge (con finta disinvoltura) all’amico… il quale lo legge, poi prima di stracciare il foglietto e metterlo in tasca fa cenno di sì con la testa.
Gianluca fa per avviarsi ma torna indietro: «ma quanti supplì hai mangiato?».
«8».
«Ma il medico non ti aveva vietato i fritti?».
«Era un mondo parallelo, una notizia non verificata, un omonimo, l’ultimo desiderio, una ricaduta e comunque smentisco di avere mangiato 8 supplì, erano 7 e un mozzico».
«Stronzo».
(*) di solito la “bottega” evita i pur minimi conflitti d’interesse: tipo fare pubblicità ai libri di chi scrive qui. Ma qualche volta è inevitabile. Nel caso di «365», che è in visione da alcuni editori, c’è qualche motivo di interesse generale. Per esempio si annuncia la postfazione di Umberto Eco: vi sembrerà strano ma ci risulta così. Ne riparleremo.
IL COLLAGE è di PABUDA; ci sembrava adatto a un articolo – o quello che è – visibile intorno a mezzanotte, proprio come suona Thelonious Monk (lo vedete nelle altre due immagini).
W-O-W!!!!
Letto d’un fiato ‘round midday!
Avvincente e inquietante
Ma DAVVERO? Quando esce? Cioè, letto questo capitolo il resto della giornata e della giornata di domani pure non farei altro, se potessi, che leggere il resto fino alla fine.
Dateci aggiornamenti strada facendo.
Faccio professione di onestà e ammetto che mi sono messo a leggere il primo capitolo di “365 da oggi” per dovere. Ma, da quasi subito, questa auto imposizione si è trasformata in piacere e soprattutto nel desiderio di scoprire come andrà a finire. Questo primo capitolo può essere paragonato al trailer del film che ha il compito di convincere lo spettatore a vedere il prodotto. E dalle prime luci del mattino la merce offerta dal duo Cicinelli -DB appare interessante, coinvolgente e ben amalgamata, giocata non tanto sulla descrizione dell’ambiente e della situazione, ma su dialoghi che s’incontrano sulla punta del fioretto e che sono in grado di descrivere indirettamente il contesto. Sicuramente mi prenoto per una lettura completa.
Questo primo capitolo me lo sono mangiato in un boccone proprio come uno di quei supplì spettacolari e tanto amati da DB che stanno a Piazza Re di Roma! Un bel ritmo avvincente! E ora come si fa? Datevi una mossa a vuotare presto il sacco!!
E il resto? Attendo fiduciosa!
Ottimo. Acrobazie verbali per mantenere le distanze da Primum incluse.
Se continua con ritmi la metà di quello inizale siamo (siete) a cavallo.
condivido il commento di Sandra del 6 novembre 2022 (21,46).
Fiduciosa.
Commento (anche se sarebbe meglio mai che tardi) 365 giorni all’alba. Dalla rivelazione che la fine della naia non significherà la fine dello sfruttamento ma solo il suo fatidico inizio dopo l’apprendistato. Quale rivelazione ci attenderà qui, dopo un inizio così scoppiettante? Forse una boiata pazzesca di fantozziana memoria? Vedremo… per il momento attendiamo fiduciosi che passino i 365 giorni e si possa leggere anche il resto! Attenzione che ogni punizione va scontata con giorni in più.
DB carissimo, ti ho ritrovato tutto in questo primo capitolo. MI vien voglia di leggere subito il secondo, spero solo che in qualche libreria di Cagliari si trovi altrimenti lo ordinerò. Prima che scadano i 365 giorni.
LETTO subito, bello bello bello, caro DB. Spero che in qualche libreria di Cagliari si trovi ….altrimenti lo ordinerò.