Mareblu non mantiene le promesse e allora…

… bisogna entrare in azione

di Giorgia Monti – Campagna Mare Greenpeace (*)

Da due settimane la nostra nave Esperanza si trova in Oceano Indiano per combattere la pesca distruttiva di Thai Union: il colosso mondiale del tonno in scatola, proprietario del marchio italiano Mareblu.

CHIEDI a MAREBLU di utilizzare solo metodi di pesca sostenibile: FIRMA ORA!

Ogni giorno il nostro equipaggio sta rimuovendo dal mare i FAD: “sistemi di aggregazione per pesci” che i pescherecci di Thai Union disseminano per attrarre più tonni possibile.

Quella con i FAD è una pesca poco selettiva e non sostenibile perchè, con lo scopo di attrarre più pesci possibile, cattura anche squali, esemplari giovani di tonno e altre specie che vengono poi rigettate in mare senza vita, mettendo a rischio l’ecosistema marino.

I FAD sono trappole marine a tutti gli effetti!

Mareblu svuota i mari e tradisce la fiducia dei consumatori. Scrivi al direttore generale di Mareblu.

Firma ora!

Sul suo sito, sui social e in TV MAREBLU vuole farci credere che la sua pesca è sostenibile: la verità è che sta facendo ben poco per mantenere il suo impegno di eliminare metodi di pesca distruttiva dal 100% delle sue produzioni, entro il 2016.

#dalluogodipesca stiamo documentando come continui ad utilizzare i FAD che causano la morte di baby tuna e altri animali marini!

Chiedi a MAREBLU di non usare metodi di pesca che svuotano il mare!

FIRMA SUBITO! chiedi a Mareblu di mantenere le promesse ed eliminare davvero la pesca distruttiva dalle sue scatolette!

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *