63 62 61razzista
OMSIZZAR (*)
«Alle scuole di qualsiasi ordine e grado, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere iscritti alunni figli di clandestini». Questo importante decreto è seguito da un altro che (art 3) ribadisce: «Alle scuole pubbliche o private, frequentate da alunni italiani, non potranno essere iscritti alunni figli di clandestini». Se sostituite alla parola «clandestini» la frase «di razza ebraica» avrete un passaggio-chiave delle leggi razziali del 1938, che oggi quasi tutti deprecano… mi pare di capire. Questa piccola provocazione di confondere ebrei con clandestini è di Guglielmo Ragozzino sul quotidiano «il manifesto» (del 13 marzo 2010). A proposto ma quel giornale lì è pieno di ebrei, clandestini o comunisti? Sbarrare la casella prescelta e telefonare all’Ufficio delazioni&sondaggi il cui numero, come noto, è «63 62 61razzista anche se in pubblico neghi».
Prima Corrado Giustiniani scrive (il 9 febbraio) del «decalogo della persecuzione istituzionale» contro gli immigrati, poi altri interventi simili per arrivare (il 13 marzo) a un articolone di Elisabetta Reguitti su «Tutti i modi per perseguitare i bambini stranieri». Stiamo parlando del quotidiano «Il fatto». Come sopra: cioè quel giornale è di ebrei, clandestini o comunisti? Sbarrare la soluzione prescelta e chiamare il «63 62 61razzista». Subito.
Domenica 4 aprile il quotidiano «Repubblica», sotto il titolo «Il mito della razza bianca» fa scrivere tre pagine ad Antonio Monda e a Vittorio Zucconi a proposito della «Storia criminale di un’illusione». Non chiedo neanche se questo fogliaccio sia di clandestini, comunisti o ebrei (tutti e tre, è ovvio) ma telefonate al solito numero. Ricordo che la chiamata è gratuita e, per ora, facoltativa.
Nero e non solo. Qui ci occupiamo perlopiù del razzismo classico quello che giudica in base alla pelle (o a presunte etnie). Ma i razzismi sono tanti, in preoccupante crescita. Forse le diverse intolleranze si sorreggono e giustificano l’un l’altra. Qualche esempio? Le crescenti aggressioni a omosessuali non sono fenomeno solo italiano; colpisce in marzo che un generale Usa attribuisca l’orrore di Srebrenica (8mila musulmani massacrati nel ’95 senza che le truppe Onu intervenissero) alla presenza di «molti gay fra i soldati olandesi». Una notizia-choc arriva anche dalle elezioni in Puglia: il candidato cieco riceve minacce (non vogliamo «anormali»). E’ evidente che la misoginia ritorni nei fatti come nelle parole: la vittoria elettorale a Torino è come uno stupro, sentenzia per esempio Fabrizio Cicchitto. Non consoli che in altri Paesi le cose vadano peggio. A inizio aprile, per esempio, si apprende che a Tel Aviv gli «ultra-ortodossi» hanno ottenuto autobus con le donne segregate in fondo. Un passo avanti verso l’Arabia Saudita?
Ci si saluta sulla rivista «Cem» (che dal prossimo mese cambia impaginazione) ma questa rubrica continua qui. So che ci sono persone affezionate al mio astigmatismo («io guardo come gli altri ci guardano» direbbe qualche antropologa/o) e dunque proseguo, a ritmo mensile, a proporre su questo blog provocazioni, irriverenze, malignità e/o forse minime verità.
(*) Ah, se il titolo di questa rubrica vi suona misterioso provate a leggere Omsizzar al contrario…