A Cuba nuove proteste indotte

Domani, 15 novembre, potrebbero esserci una serie di manifestazioni antigovernative spacciate come “marce civiche” e promosse dall’estrema destra statunitense per destabilizzare l’isola sfruttando e cavalcando il malessere della popolazione.

di David Lifodi

                            Foto: https://www.resumenlatinoamericano.org/

Domani, 15 novembre, a Cuba si prepara una nuova marcia “civica”, che, giurano gli organizzatori, sarà pacifica, in molte città dell’isola.

In realtà, il rischio che le manifestazioni possano degenerare e si trasformino in un nuovo tentativo di promuovere il cosiddetto golpe blando è molto alto.

Secondo quanto riferisce il sito web l’Antidiplomatico, dietro alla nuova mobilitazione si celerebbero, ancora una volta, organizzazioni legate all’estrema destra statunitense. Uno dei principali promotori della protesta, Yunior García Aguilera, sarebbe stato intercettato in una conversazione con Ramón Saúl Sánchez, ex membro dei gruppi terroristici come Omega-7 e Alpha 66. Nel corso della telefonata, riporta l’Antidiplomatico, “a García è stata offerta assistenza logistica e il sostegno propagandistico nei media statunitensi”.

Da Cuba fanno sapere che Ramón Saúl Sánchez, già esponente del Coordinamento delle organizzazioni rivoluzionarie unite, ha partecipato anche all’attentato del 6 ottobre 1976 contro la Nazionale cubana di scherma che stava recandosi alle Barbados.

Quanto a Yunior García Aguilera, ha partecipato, nel 2018, al progetto “Tiempos de Cambio y el nuevo rol de las Fuerzas Armadas en Cuba”, oltre ad aver ricevuto lezioni, in Spagna, da esperti in proteste per il cambiamento politico, sociale ed economico, un modo elegante per non dire che si tratta di docenti esperti nel creare le condizioni per le rivoluzioni colorate.

Telesur Tv riporta che tra i promotori delle proteste denominate del 15N vi sia anche il Centro para la Apertura y el Desarrollo de América Latina (Cadal), con sede in Argentina.

Nel 2017, Cadal ha ricevuto finanziamenti per circa 107.000 dollari dalla National Foundation for Democracy (Ned) e altri 100.000, nel corso di quest’anno che sta per terminare, nell’ambito del progetto Un Enfoque Regional para Promover Valores Democráticos con Cuba.

Sempre Telesur Tv ha informato dei vincoli tra Yunior García Aguilera e lo stesso Cadal di Manuel Cuesta: sono stati loro due ad aver partecipato alle lezioni eversive di Richard Youngs all’Università di San Luis, in Spagna. Young fa parte della Canergie Foundation for International Peace, il cui capo di allora era l’attuale direttore della Cia William Burns.

Da parte Usa, la Casa bianca ha già fatto sapere che, in caso di processi nei confronti dei promotori della marcia del 15N, la risposta non si farà attendere, in un evidente tentativo di alzare la tensione.

Il governo cubano, via via, ha commesso errori, spesso indotti anche da una sindrome di stato d’assedio infinita e la risposta alle provocazioni avvenute nel corso dell’estate ha lasciato perplessi sotto certi aspetti, ma le marce di domani, se davvero si terranno, rappresentano una ulteriore provocazione nei confronti dello stato cubano, in primo luogo perché non è stata chiesta alcuna richiesta formale e, in seconda istanza, per l’evidente tentativo di strumentalizzare le reali difficoltà della popolazione cubana da parte di gruppi come la Plataforma Cuba próxima o la Fundación Nacional Cubano Americana.

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Misure disumane, la Casa bianca metta fine al bloqueo (Appello ripreso dal quotidiano “il manifesto” del 14 novembre 2021)

Gli Stati uniti mantengono contro Cuba un bloqueo da più di sessanta anni. A partire dagli anni ’90 del secolo passato, Washington ha emanato una serie di leggi che lo rendono ancora più duro, cercando di impedire la possibilità di acquistare alimenti, cercando di piegare il popolo cubano per fame.
Solo il governo di Donald Trump ha emanato 243 misure, buona parte di esse durante la pandemia da Covid-19, che colpiscono ancor più duramente l’economia cubana. Queste misure sono rimaste in vigore con il governo di Joe Biden. L’obiettivo non è cambiato: soffocare l’economia cubana e provocare sofferenze alla sua popolazione affinché si ribelli contro il governo rivoluzionario.
Washington ha ignorato con arroganza l’annuale condanna dell’Assemblea generale delle Nazioni unite, che esige di porre fine a questo disumano procedimento. Parallelamente, da decenni il governo degli Stati uniti sta investendo milioni di dollari nella creazione di «dissidenti», di «oppositori» di tutti i tipi, irrilevanti all’interno di Cuba ,ma che però vengono elogiati dalla stampa internazionale, allo scopo di danneggiare l’immagine della rivoluzione e così legittimare l’applicazione del criminale bloqueo. In tal modo si cerca anche l’isolamento di Cuba, essendo uno degli obiettivi primari quello che l’Unione Europea rompa le sue relazioni con l’isola.
Senza nasconderlo il governo statunitense, stanzia milioni di dollari per promuovere la sovversione interna, invocando la disobbedienza civile, l’anarchia e il caos, con l’ unico scopo di porre fine all’attuale sistema politico e stabilirne uno che corrisponda ai propri e unici interessi.
A Washington non importa nulla degli immensi risultati ottenuti dalla rivoluzione in campo scientifico; tra l’altro Cuba, entro poche settimane, sarà il primo paese al mondo con tutta la sua popolazione vaccinata contro il Covid-19 e tramite propri vaccini, sebbene Washington abbia fatto tutto il possibile affinché Cuba non potesse acquistare nessuna siringa con cui iniettarli.
Washington, oltre ad avere la complicità della stampa corporativa, si affida anche a persone provenienti dalla Florida, principalmente per organizzare campagne che invitano a scendere in strada per protestare violentemente al fine di rovesciare il governo.
All’interno del Paese, soggetti che si sentono sostenuti e protetti da Washington, usando come bandiera la difficile situazione economica dovuta al bloqueo (situazione aggravata dal Covid, come in tutte le altre nazioni), invitano a manifestazioni sovversive. Lo fanno senza curarsi delle leggi vigenti che vietano qualsiasi attentato contro il sistema politico vigente, come è logico in tutti gli stati del mondo. Ed è molto più grave quando tutto questo è sostenuto da una potenza straniera.
Noi, firmatari, chiediamo ancora una volta al governo degli Stati uniti di porre fine al disumano bloqueo contro Cuba e di fermare i suoi tentativi di destabilizzare una nazione che in nessun momento ha realizzato azioni contro la sua sicurezza; che ancor meno si è immischiata negli affari interni degli Usa o ha invitato la cittadinanza statunitense a sovvertire l’ordine costituito, nonostante i molteplici e gravi problemi sociali interni che ha questa potenza mondiale.
Promotori: Ignacio Ramonet, giornalista, Spagna; Hernando Calvo Ospina scrittore, Francia; Atilio Borón, sociologo, Argentina; Fernando Buen Abad, filosofo, Messico.
Firmatari: Dilma Roussef, ex presidente del Brasile; Rafaél Correa, ex-presidente dell’Ecuador; José Manuel Zelaya, ex-presidente dell’Honduras; Ernesto Samper Pizano, ex-presidente della Colombia; Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel per la pace, Argentina; Martín Almada, Premio Nobel alternativo Paraguay; Pablo González Casanova, Premio Unesco, Messico. Alfred de Zayas, esperto indipendente Onu, Usa; Jean Ziegler, ex-relatore speciale Onu, Svizzera; César Luis Menotti, ex-allenatore della nazionale Argentina di calcio; Monsignore Jacques Gaillot, Francia; Leonardo Boff, teologo della Liberazione, Brasile; Marcelo Barros, monaco benedettino Brasile; Heinz Bierbaum, eurodeputato, presidente Sinistra Europea, Germania; Maite Mola, eurodeputata,  vicepresidente Sinistra Europea, Spagna; Manu Pineda, eurodeputato, Spagna; Yeidckol Polevnsky, Camera dei Deputati, Messico; Héctor Díaz-Polanco, deputato Città del Messico, Messico; Bert Anciaux, senatore, Belgio; Carlo Sommaruga, senatore,  Svizzera; François-Michel Lambert, deputato, Francia; André Chassaigne, deputato, Francia; María de Lourdes Santiago, senatrice, Porto Rico; Miguel Mejía, ministro, República Dominicana; Juan E. Romero, deputato Assemblea Nazionale, Venezuela; Michele de Col, consigliere comunale Venezia, Italia; Dmitrij Palagi, consigliere comunale Firenze, Italia; Thanasis Petrakos, consigliere regionale, Grecia; José Agualsaca, legislatore, Ecuador; Costas Isychos, ex-deputato e ex-ministro, Grecia; Dimitris Stratoulis, ex-deputato e ex-ministro, Grecia; Nandia Valavani, ex-vice ministra delle Finanze e ex deputata, Grecia; Paulo Vanucchi, ex-ministro Brasile; Olivio Dutra, ex-ministro, Brasile; Juan Ramón Quintana, ex-ministro, Bolivia; Paolo Ferrero, ex-ministro, Italia; Ricardo Patiño, ex-ministro, Ecuador; Galo Chiriboga, ex-fiscalista, Ecuador; Gabriela Rivadeneira, ex-presidente Assemblea nazionale, Ecuador; Piedad Córdoba, ex-senatrice, Colombia; Giovanni Russo Spena, ex-senatore, Italia; Leonardo Caponi, ex-senatore, Italia; Eleonora Forenza, ex-deputata europea, Italia; Juliana Isabel Marino, ex-ambasciatore, Argentina; Rosa Rinaldi, ex vicepresidente provincia de Roma, Italia; Blanca Flor Bonilla, ex-deputata, El Salvador; Kenarik boujikian, ex-giudice del TJ-SP,  Brasile; Carlos Viteri, ex-deputato, Ecuador; Fidel Narváez, diplomatico, Ecuador; Juan Carlos Monedero, Podemos, Spagna; João Pedro Stedile, Movimento dei Senza Terra, Brasile; Tania Díaz González, deputata e vicepresidenta per la comunicazione del PSUV, Venezuela; Mauricio Acerbo, segretario Rifondazione comunista, Italia; Marco Consolo, relazioni internazionali Rifondazione comunista, Italia; Andrea Ferroni, Coordinatore nazionale della Gioventù comunista, Italia; Sinistra Unita, Spagna; Partito Comunista, Spagna; Partito comunista dei Popoli, Spagna; Partito comunista (m-l), Spagna; Ruben Suarez Ciria, Fronte ampio, Uruguay; Lois López Leoira, Internazionale antiimperialista dei popoli, Argentina; Ana Valentino, Movimento Octubres, Argentina; Manuel Bertoldi, Fronte Patria Grande, Argentina; Franco Zunino, Presidente Arci Savona, Italia; José Escoda, Fronte Socialista, Porto Rico; Oscar Bonilla, Azione Politica, Ecuador; Cristian Armando, Fondazione sogni collettivi, Argentina; Ricardo Ulcuango, dirigente indigena, Ecuador; Kanelis Giorgos, vicesegretario Centro di lavoro Kalamata, Grecia; Pratis Dimitris, sindacato Doy Mesinias, Grecia; Fernando Cardozo, CTA Autónoma, Argentina; Mariano Ciafardini, Partito Solidario, Argentina; Chico Buarque, musicista, Brasile; Willie Toledo, attore, Spagna; Norman Briski, attore, Argentina; Chabela Rodríguez, cantante, Porto Rico; Daniel Devita, musicista, Argentina; Chico Díaz, attore Brasile; Takis Vamvakidis, attore, Grecia; Pierre Carles, regista, Francia; Adorno Martín, regista, Argentina; Tania Hermida, regista, Ecuador; Ricardo Kiko Cerone, direttore di teatro, Argentina; Enrique Dacal, direttore di teatro, Argentina; Jorge Falcone, documentarista, Argentina; Paula Ferré, trovatore, Argentina; Fabián Bertero, musicista, Argentina; Facundo Jofre, trovatore, Argentina; Solimar Ortíz Jusino, poeta, Porto Rico; William Pérez Vega, Poeta in Marcia. Porto Rico; Juan Camacho, poeta, Porto Rico; Francis Combes, poeta, Francia; Raúl Zurita, poeta, Chile; Jaime Svart, poeta Cile/ Grecia; Manuel Santos Iñurrieta, drammaturgo, Argentina; Pablo Guayasamin, responsabile culturale, Ecuador; Techi Cusmanich, responsabile culturale, Grecia; Pilar Bustos, artista Ecuador; Javier Etayo, comico, Paesi Baschi. María Centeno, artista, Venezuela. Martha Moreleon, artista, Messico/Grecia; Pavel Eguez, pittore, Ecuador; Mauricio Vidales, poeta, Colombia; Cachito Vera, responsabile culturale Ecuador; Ilonka Vargas, artista Ecuador; Loukia Konstantinou, Centro culturale “Nostra America”, Grecia; Fernando Morais, scrittore Brasile; Frei Betto, scrittore, Brasile; Luis Britto García, scrittore, Venezuela; Michel Collon, scrittore, Belgio; Panagiotis Maniatis, scrittore, Grecia; Argentina Chiriboga, scrittrice, Ecuador; Vicente Battista, scrittore, Argentina; Τasos Kantaras, scrittore Grecia; Galo Mora, scrittore, Ecuador; José Regato, scrittore, Ecuador; Jenny Londoño, scrittrice, Ecuador; Patricia Villegas, presidenta Telesur, Venezuela; Wafi Ibrahim, giornalista, Libano; Manuel Cabieses, giornalista, Cile; Stella Calloni, giornalista, Argentina; Mario Silva, giornalista, Venezuela; Gustavo Veiga, giornalista, Argentina; Maxime Vivas, giornalista, Francia; Cathy Dos Santos, giornalista, Francia; Pascual Serrano, giornalista, Spagna; Geraldina Colotti, giornalista, Italia; Orlando Pérez, giornalista, Ecuador; Carlos Aznárez, giornalista, Argentina; Ivano Iogna Prat, giornalista, Lussemburgo; Mery Kampouraki, giornalista, Grecia; Maria Kaliva, giornalista, Grecia; Daniele Biacchessi, giornalista, Italia; Juan Carlos Espinal, giornalista, Repubblica Dominicana; Ascanio Bernardeschi, giornalista, Italia; Kintto Lucas, giornalista, Ecuador; Telma Luzzani, giornalista, Argentina; José Manzaneda, Cubainformazione, Spagna; Jorge Elbaum, giornalista, Argentina; Fabrizio Casari, giornalista, Italia; Sandra Russo, giornalista, Argentina; Omar Ospina, giornalista, Ecuador; Sally Burch, giornalista, Ecuador; Xavier Lasso, giornalista, Ecuador; Elaine Tavares, giornalista, Brasile; Mabel Elina Cury, giornalista, Argentina; Horacio Finoli, giornalista, Argentina; Patricia Latour, giornalista, Francia; Fernando Arellano Ortiz, giornalista, Colombia; Vaquelis Gonatas, Retesolidaria, Grecia; Beinusz Smukler, Associazione americana dei giuristi, Usa; Carol Proner, giurista, Brasile; Eduardo “Tuto” Villanueva, avvocato, Porto Rico; Wilma Reverón Collazo, avvocatessa, Porto Rico; Paul-Emile Dupret, giurista, Belgio; Carmen Diniz, giurista, Brasile; Yiannis Rachiotis, avvocato, Grecia; Geovy Jaramillo, avvocato, Equador; Gianluca Schiavon, giurista, Italia; Héctor Ortega, avvocato, Spagna; Karla Díaz Martínez, avvocatessa, Chile; Glenna Cabello, politologa, Venezuela; Gianni Vattimo, filosofo, Italia; Graciela Ramirez, attivista, Argentina; Milagros Rivera, dirigente sociale, Porto Rico; Irene León, sociologa, Ecuador; Paul Estrade, cattedratico, Francia; Paula Klachko, sociologo, Argentina; Themis Tzimas cattedratico, Grecia; Dimitris Katsonis, cattedratico, Grecia; Pasquale Voza, cattedratico, Italia; Angelo Baracca, cattedratico, Italia; Francisco Sierra Caballero, cattedratico, España; Ana Esther Ceceña, cattedrática, Messico; Waldir Rampinelli, cattedratico, Brasile; Nildo Domingos, cattedratico, Brasile; Emilio H. Taddei, cattedratico, Argentina; Ioannis Kouzis, cattedratico Grecia; Juan Torres López, cattedratico Spagna; Andrea Vento, docente, Italia; Gonzalo Perera, matematico, Uruguay; Rosella Franconi, Ricercatrice Istituto Enea, Italia; Fabrizio Chiodo, scientifico, Italia; Clóvis Cavalcanti, economista ecologico, Brasile; Gilberto López y Rivas, antropologo, Mexico; Alicia Castellanos, antropologa, Mexico; Tiziano Tussi, Comitato scientifico Cespi, Italia; Giovanna Di Matteo, geografa, Italia; Luis E. Wainer, sociologo, Argentina; David Chávez, sociologo, Ecuador; Juan Paz y Miño, storico, Ecuador; Eirini Nedelkou, architetto, Grecia; Mario Della Rocca, ricercatore, Argentina; Erika Silva, sociologo, Ecuador; Julio Peña y Lillo, sociologo, Ecuador; María Fernanda Barreto, ricercatrice, Venezuela; Nelson Rolim de Moura, editore, Brasile; Pedro Páez, economista, Ecuador; Miguel Ruiz, economista, Ecuador; Ricardo Sánchez, economista, Ecuador; Melania Mora, economista, Ecuador; Cristian Orosco, economista, Ecuador; Mario Ramos, sociologo, Ecuador; Alessandro Fanetti, ricercatore, Italia; Arantxa Tirado, politologa, Spagna; Rafael Quintero, sociologo, Ecuador; Movimento Statale di Solidarietà con Cuba, Spagna; Medicuba, Spagna; Sodepaz, Spagna; Samuel Wanitsch, coordinatore Svizzera-Cuba; Marco Papacci,  presidente Associazione nazionale Italia-Cuba; Didier Philippe, presidente Associazione Francia-Cuba; Victor Fernandez, presidente Cuba Cooperazione, Francia; Didier Lalande, presidente Associazione Cuba Linda, Francia; Charly Bouhana, presidente Associazione Cuba Sí Francia; Roberto Casella, Circolo Granma Italia-Cuba; Anna Serena Bartolucci presidente AsiCuba, Italia.

(*) Link all’articolo originale: https://ilmanifesto.it/misure-disumane-la-casa-bianca-metta-fine-al-bloqueo/

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David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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