A un passo dal culo mio-4

Stazione
Binario due della stazione di Brescia. Su un pilone due scritte (con grafie diverse) in successione. La prima: «Io, per fortuna o no, sono italiano. Giorgio Gaber». Sotto: «Io invece, per fortuna o no, non sono italiano ma kosovaro».

Ancora… Gaber
Letta su un muro a Bologna (via Saragozza). «Io se fossi dio vi farei tutti un po’ più poveri».

Lui, lei, loro
Sabato sera. Su un autobus salgono 4 giovanissimi. Le due ragazze ridendo si tolgono le scarpe da ginnastica per sostituirle con altre luccicanti e soprattutto dotate di tacchi vertiginosi (le tirano fuori rispettivamente da una borsetta e da una sacca). Una coppia di cinquantenni ha osservato la scena. Lui sussurra a lei: «ai nostri tempi non succedeva». Lei ci pensa un poco, poi: «oh sì, succedeva anche ai nostri tempi».

Altro autobus
«Grazie che si è alzato» dice la donna anziana al ragazzo che risponde: «si figuri e poi… tocca a tutti, no? Magari mi farà piacere fra 30 anni se qualcuno mi cederà il posto». Sottovoce un altro ragazzo: «A me non mi tocca. Io mi ammazzo prima di ridurmi così».

Mi racconta Fausto
E’ una bella giornata. Il barbiere mi dice che sull’autobus i controllori (salgono in quattro) hanno multato di 60 euro un operaio straniero perchè aveva timbrato un biglietto della stessa azienda comunale di trasporti ma del valore di 10 (dieci) centesimi inferiore al dovuto su quella linea; biglietto timbrato su quell’autobus. Mia moglie ha comprato degli alimentari presso un banchetto. Il venditore le regala un pacchetto della stessa merce dicendo che  un alto dirigente di quell’ospedale pubblico oggi non lo ha ritirato (gratis)  come invece fa sempre. Dice anche che oggi, come sempre, ha dovuto dare gratis analoghi pacchetti a membri delle forze dell’ordine. La radio dice che un deputato ha detto ad una deputata portatrice di handicap (e che non può muovere le mani) di non far applaudire qualcuno al suo posto (è il suo assistente che vota anche per lei). Quante cose si dicono. E’ una bella giornata.

Un amico…
… mi racconta di avere visto questa scritta (in italiano) sul muro  di una città libica:  «Sono nata in Tunisia,sono cresciuta in Egitto, mi sto sacrificando in Libia, presto arriverò in Palestina: il mio nome è Libertà».

Esercito
«Tu che hai fatto il militare» inizia A.
«…e dunque sei un uomo di mondo, come diceva Totò» lo interrompe B.
Riparte A: «No guarda, parlo sul serio».
B: «Dimmi pure».
A: «Hai fatto il militare quando era obbligatorio, vero?».
Sospirando B: «Purtroppo».
A: «Come definiresti quell’esperienza, come lo spiegheresti a un ragazzo che non lo farà».
B: «Discorso lungo ma guarda ricordo una frase che lessi su un muro. Era così “l’esercito serve a rendere difficile il facile attraverso l’inutile”. Rende l’idea?».

Sul binario
Due tizi prendono il caffè a un distributore automatico.
Il più alto: «Vorrei sapere perchè tutte le macchinette sono così scomode. Bisogna chinarsi e lo sportello ti sega le mani, Ma chi le progetta ‘ste robe?».
Quello basso: «Lo so, lo so. Le progettano gli stessi che disegnano i treni nuovi. Ci hai fatto caso? Non c’è posto per i bagagli e nel gabinetto non riesci neppure a muoverti».

Al ristorante
La coppia si siede e subito arriva il cameriere: «volete già ordinare?».
Lei: «sì grazie ma si può abbassare o spegnere il televisore?».
Cameriere (guardando verso il banco): «No, credo di no».
Lui e lei si scambiano uno sguardo, poi si alzano – «grazie comunque. Buonasera» . Ed escono.

Al giardino pubblico
Lei elegante, lui un po’ meno. Sulla panchina.
Una mosca ronza lì vicino. Lei: «uffa». Poco dopo lei strilla: «formiche ovunque». Qualche minuto ancora lei: «anche i grilli ma insomma…».
Lui serafico: «Credo che in questi luoghi ci siano molte creature viventi».

Qui non si fa politica
Mostra scientifica. Arriva una scolaresca. Il conduttore è un “colto simpatico” e dunque spiega un sacco di cose sorridendo. Indicando il Grande Carro racconta la storia di Callisto. «Era la più bella ninfa, Zeus era un farfallone e la voleva. Ma lei gli disse di no, oltretutto amava Era… Alla fine Zeus la prese con l’inganno… Alla fine Era trasformò Callisto in orsa. Ragazzi lo sapete che cose simili succedono anche oggi?». I ragazzi ridono ma uno degli adulti (maestra? genitore?) va a protestare con la direzione. Poche ore dopo (lo scopro per caso) il «colto simpatico» viene richiamato così: «La prossima volta nessun riferimento politico».

Scuola di Roma
Arriva un ragazzo nuovo, accento del nord. Subito gli altri (un istituto tecnico) gli chiedono: «Che squadra tifi?». Lui sorride: «Nessuna». Tutti sorpresi, uno azzarda: «Perchè?». Il nuovo: «non faccio tifo per i miliardari». Facce a pesce. Uno sbotta: «ma da dove viene questo?».

Bologna, via San Donato
Una scritta: «Il consumo ti consuma».

Ancora Bologna, via Musolesi
Col pennarello su un muro: «Alice in bottiglia cerca l’essenza meraviglia».

Il titolo di questa rubrica (che esce anche sulla rivbista “Come solidarietà“) rimanda a un’espressione spesso addotta a pretesto per disinteressarsi: se “non è a un passo dal culo mio” non mi riguarda. E’ una concezione del mondo che non condivido.  Ma che è anche fasulla. Storie e dolori altrui, politica, economia o ecologia sono davvero a un palmo da noi, è che magari non lo sappiamo. Ecco allora questo appuntamento che propone – senza commenti – piccole storie “rubate” sui bus o in metrò, al bar, mentre si parcheggia, in fila al supermarket, alla uscita della pizzeria, ecc. Se volete inviare commenti oppure le storie  “a un passo dal culo vostro”… questo è uno spazio aperto. (db)

Redazione
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