A un passo dal culo mio/3

Al bar
Signora: «Dai vediamo se nei negozi c’è qualche offerta per la festa della mamma».
Ragazza: «Ma guarda che oggi è la giornata della donna».
Signora: «Beh, che differenza c’è?».

Ancora al bar
«Non ci crederai, finalmente dovevo andare 15 giorni di vacanza in Egitto con mia moglie e quelli piantano tutto quel casino. Ho dovuto rinunciare, ma guarda che i guai capitano tutti a noi due».

Nove comandamenti (modificati)
In un bar-centro sociale di Ravenna, a piazza Caduti. Fra un tavolino e l’altro un quadretto (senza firma) espone queste «Regole universali di civiltà», sia in italiano che in (parrebbe a un profano) arabo.
1) Ama il prossimo tuo come te stesso. 2) Onora il padre e la madre. 3) Non uccidere. 4) Non rubare. 5) Non attestare il falso. 6) Non desiderare la roba. 7) Non utilizzare doghe e alcolici, denuncia chi spaccia e ne fa uso abituale. 8) Rispetta la natura con le sue regole. 9) Rispetta il lavoro come tuo diritto, assolvi il riposo dovuto, non prestarti alle altrui volontà di sfruttamento.

Cosa nuoce?
Il tipo basso offre una sigaretta mettendo in bella evidenza il pacchetto.
«Hai visto?» fa.
Il tipo più alto: «Le sigarette del Che? Sì le conoscevo. Sono buone».
«No, intendevo hai visto la scritta sulla scatola?»
«Ah, è la solita: “il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno”…».
«Pensi che se il Che avesse dato la sua autorizzazione ci sarebbe stato scritto così?».
«Cioè?».
«Su un pacchetto con la faccia di Guevara starebbe meglio: “il capitalismo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno”. Ti pare?».

Andrea la racconta così
Bella la tua rubrica, senti questa. Centro commerciale a Bologna, devo cambiare l’acqua al pesce. (traduco: fare la pipì). Cerco una toilette, tardo a trovarla, lo stimolo si fa fastidioso. Finalmente la trovo, mi catapulto dentro ma è occupata. Lo stimolo si fa pericoloso. Sento un inequivocabile ploff. Esce un sessantenne con espressione di sollievo. Non mi torna qualcosa, manca un rumore. Quando entro nella ritirata trovo il prodotto del ploff che risalta sul bianco e realizzo che il rumore mancante era scroscchhhhh.
Mi rivolgo allo zozzone che si sta lavando le mani: «scusi ma le sembra il modo di lasciare un bagno che verrà utilizzato da decine di persone». Sorpreso mi guarda dall’alto e bofonchia: «beh, non sono a casa mia, io faccio pulire mia moglie». Incredulo ribatto: «alla sua età è ora che impari a pulire il bagno da solo, soprattuto se a uso pubblico». Lui non fa una piega e prende per la porta d’uscita.
Non mi ero accorto che un trentenne palestratissimo aveva assistito. Lui più incazzato che schifato gli ringhia: «non hai sentito? sei uno zozzone e devi pulire». Il sessantenne deve aver temuto che la sua testa fosse utilizzata come spazzolone. In men che non si dica il water è diventato igienico come una tazza da thè: più ad un passo dal mio culo di così.

Differenze
Fra pendolari.
Primo: «Sai la differenza fra un treno e un ovetto Kinder?».
Secondo: «Qui non c’è mai un regalo».
Primo: «Ci sei vicino».
Terzo: «La sorpresa nel treno non è per bambini».
Primo: «Kinder è puntuale con le sue sorprese, le ferrovie italiane non ti sorprendono con la puntualità».

Capire l’Italia
Ancora in treno. D è italiano, G si svela poi per romeno. Iniziano a chiacchierare, il viaggio è lungo ed entrano in confidenza. Così G a un certo punto chiede a D: «Vorrei farti due domande davvero delicate e difficili. Ma prima prometti che mi risponderai con sincerità». D borbotta «certo, se so le risposte…» e G inizia. «La prima domanda è su Berlusconi è un grande uomo politico o è un gangster». D si schernisce: «Questa la so e l’altra?». G si tocca la testa: «oh, è più difficile… vedi?». D scuote la testa: «Cosa devo vedere?». G: «ho pochi capelli… secondo te il sistema di Cesare Ragazzi funziona?».

Nelle due “puntate” precedenti ho spiegato che il titolo di questa rubrica, «A un passo dal culo mio» rimanda a un’espressione romana spesso addotta a pretesto per disinteressarsi: se “non è a un passo dal culo mio” (la politica, i guai, i problemi…) non mi interessa. Ma poi è davvero così? Storie e dolori altrui, politica, economia o ecologia sono davvero a un palmo dal culo, anche se preferiamo non accorgercene. Ecco allora l’idea di questo appuntamento (più o meno mensile) che propongo – senza commenti – sia sulla rivista «Come» (a firma Gianni Boccardelli) che su codesto blog: piccole storie “rubate” sui bus o in metrò, al bar, mentre si parcheggia, in fila al supermarket, sul muro per strada, all’uscita della pizzeria, ecc. Se volete inviarmi le vostre impressioni o le storie “a un passo dal culo vostro”… mi fa piacere. (db)

Redazione
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