Abusi sessuali nella Chiesa: i silenzi e …

… e le false soluzioni.

«Un sistema basato su un esercizio violento del potere»; video-intervista a Federica Tourn, autrice di inchieste indipendenti e fra le promotrici del coordinamento ItalyChurchToo. (*). A seguire un articolo ripreso da left.it

Abusi sessuali e pedofilia nella Chiesa. Una realtà drammatica dai numeri devastanti sempre taciuta o poco e mal raccontata in Italia. Al massimo sulla grande cronaca nazionale trova spazio un reato (tra innumerevoli taciuti!) per pochi giorni e poi inabissare tutto. Nessuna denuncia, nessun contrasto sistemico e strutturato sembra aver mai trovato asilo politico nello Stato al mondo più vicino al Vaticano.

Nonostante questo c’è chi costantemente denuncia, documenta e svolge fino in fondo il ruolo che dovrebbe appartenere ad ogni coscienza, ad ogni persona, ad ogni attivista e militante per la giustizia.

La Rete L’Abuso è in prima linea, coraggiosamente, da tanti anni monitorando costantemente le notizie degli abusi, l’impervio cammino della giustizia, l’omertà, la negazione e la minimizzazione che vede in prima linea alti esponenti della stessa Chiesa Cattolica.

Nei mesi scorsi Rete L’Abuso è stata tra le fondatrici del coordinamento ItalyChurchToo, che riunisce associazioni, movimenti, giornalisti, cittadini e punta anche in Italia – come già accaduto in tanti altri Stati nel mondo – a costruire un movimento e una spinta dal basso che possa rappresentare una svolta. Federica Tourn, giornalista freelance, è stata autrice di importanti inchieste ed approfondimenti pubblicati a ridosso dell’assemblea CEI che ha eletto Zuppi e più di recente pubblicati dal quotidiano Domani.

Articoli in cui Federica ha raccontato la nascita di ItalyChurchToo, l’apparenza con ben poca sostanza dietro le «svolte» sbandierate mediaticamente e cosa realmente accade nelle varie Diocesi: emblematico, sotto tanti aspetti, la Diocesi di Bolzano a cui ha dedicato un articolo pubblicato il 13 giugno.

In questa videointervista Federica Tourn ci ha raccontato le sue inchieste, il grande impegno di Rete L’Abuso, la nascita del Coordinamento ItalyChurchToo e come è possibile sostenerli, la genesi e il contenuto della lettera «Chiediamo verità, giustizia e prevenzione» del Coordinamento alla CEI (che è disponibile qui https://italychurchtoo.it/2022/05/chiediamo-verita-giustizia-e-prevenzione-la-lettera-del-coordinamento-alla-cei/ ed è possibile sottoscrivere, diffondere e sostenere ).

Decostruendo e analizzando le strutture di potere, patriarcali e clericali….

CONTINUA IN https://www.wordnews.it/un-sistema-basato-su-un-esercizio-violento-del-potere

QUI I DUE VIDEO:

https://youtu.be/dxThJQ-k0eU

https://youtu.be/yZ2Rd1Xj5oo

(*) ripreso da www.wordnews.it

Lotta alla pedofilia nella Chiesa

La “via italiana” del cardinale Zuppi? Inadeguata e forse anche dannosa

Il Coordinamento ItalyChurchToo – di cui Left è tra i fondatori – chiede alla Conferenza episcopale italiana misure concrete e trasparenti a cominciare da una vera commissione indipendente che indaghi a fondo sui crimini compiuti nei confronti dei minori e delle donne da parte di appartenenti al clero

Il 27 maggio, in conferenza stampa, il neo-presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinale Matteo Maria Zuppi, ha illustrato quella che ha definito la “via italiana” nella lotta agli abusi nella Chiesa, in cinque punti. In una nota diffusa il 23 giugno, il Coordinamento valuta le cinque linee d’azione non solo carenti, ma segno di una direzione divergente rispetto all’assunzione di responsabilità e trasparenza richieste. Andiamo per ordine:

1. Potenziamento della rete dei referenti diocesani e dei relativi Servizi per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili e2. Implementazione della costituzione dei Centri di ascolto

Il Coordinamento ritiene che i servizi diocesani per la tutela dei minori, così come sono concepiti, non abbiano le caratteristiche di terzietà necessarie per accogliere la denuncia delle vittime, spesso restie a rivolgersi a un centro istituito dalla stessa istituzione all’interno della quale hanno vissuto l’abuso. La resistenza a fare riferimento a tali centri è spesso aggravata dalla presenza di preti quali referenti diocesani; nel merito, i Centri d’ascolto, inoltre, lungi dall’offrire una disponibilità di contatto continuativa e articolata, sono spesso affidati a singole figure con una limitata offerta di tempi e qualità di ascolto.

3. Realizzazione di un primo Report nazionale – poi annuale – sulle attività di prevenzione e formazione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni (2020-2021), raccolti e analizzati da un Centro accademico di ricerca, ai fini di un monitoraggio permanente dei dati e dell’efficacia delle attività messe in campo.

Il Coordinamento ritiene inutile, per i motivi di cui sopra, un Report annuale basato sui soli dati raccolti dai servizi diocesani, destinati a risultare gravemente lacunosi e parziali e, pertanto, a fornire un’immagine falsata del fenomeno. La collaborazione con un Centro accademico di ricerca in fase di analisi dei dati non costituisce quella garanzia di indipendenza necessaria…

CONTINUA QUI

https://left.it/2022/06/23/lotta-alla-pedofilia-la-via-italiana-del-card-zuppi-inadeguata-e-forse-anche-dannosa/?inf_contact_key=4a7cb30238b3de09f6800f4a57a1c4d209c74070ac2bf3cfa7869e3cfd4ff832 ve

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in base a un articolo pubblicato su “Avvenire” il 23 giugno si apprende che il Centro accademico di ricerca che il 27 maggio la Cei aveva definito “indipendente” è l’Università Cattolica – No comment

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