Adesione alla mobilitazione per i diritti dei militari esposti ad amianto…

a uranio impoverito, radon, vaccini, distress e a guerre evitabili

di Vito Totire (*)

AEA – associazione esposti amianto e rischi per la salute – sostiene l’iniziativa di AFEVA Sardegna e della Afea nazionale a tutela dei lavoratori “della Difesa e della sicurezza nazionale” esposti a rischi ambientali e lavorativi. Alcuni soci della Aea osserveranno un giorno di digiuno a staffetta da domani in occasione dell’iniziativa in piazza Montecitorio.

I punti che ci paiono fondamentali sono:

  1. la valutazione epidemiologica e medico-legale delle condizioni di salute deve essere affidata alle Asl;
  2. deve essere accantonata l’ipotesi di incaricare di questi delicati compiti l’Inail che ha dimostrato di appiattirsi sempre e acriticamente sulle valutazioni del rischio fornite dal datore di lavoro; peraltro la condotta dell’Inail è ovvia in quanto l’ente non ha poteri ispettivi e si limita a “fotocopiare” le valutazioni del rischio senza vagliarle criticamente;
  3. occorre dare ampio mandato ispettivo e di polizia-giudiziaria alla Asl anche nei confronti delle strutture militari, affinché l’affidamento dei compiti sia associato al conferimento dei poteri per eseguirli;
  4. occorre battere l’ipotesi trasformistica che – con l’obiettivo di superare la gestione “domestica” della valutazione – intende conferire tutto all’Inail; sarebbe una manovra appunto gattopardesca che sotto uno slogan teoricamente giusto (superare la gestione “domestica”) e peggiorerebbe la situazione inducendo standard di valutazione prevedibilmente meno realistici di quelli oggi adottati dagli organismi della Difesa;
  5. in prospettiva tutte le competenze (sia in ambito civile che militare) devono essere conferite agli organi ispettivi della Asl con superamento del ruolo Inail;
  6. l’esposizione a multipli fattori di rischio – amianto, uranio impoverito, vaccini, radon, distress con annesso rischio di DPTS ecc – deve costituire la premessa per avviare per tutti (militari e civili) il monitoraggio degli effetti sanitari di tutti i fattori di rischio a cominciare da quelli cancerogeni che possono avere effetti negativi dopo lunga latenza; al fine di superare l’ignavia di un ceto politico che nega ai lavoratori un diritto benché esplicitamente normato fin dal 1991 (decreto 277/91).

Per tutti questi motivi AEA si associa, a partire da domani, e sostiene lo sciopero della fame di Salvatore Garau e altri assicurando che in Italia accanto a un “Paese legale” (le commissioni parlamentari) esiste anche un “Paese reale” e che quest’ultimo non ha smarrito il senso della giustizia.

No alla giustizia “domestica” ma per davvero!

Bologna, 11 dicembre 2017

(*) Vito Totire è presidente nazionale AEA

Redazione
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