Adrienne Rich «Una donna in forma di mostro»
137esimo appuntamento con “la cicala del sabato”
Planetariun
Pensando a Caroline Herschel (1750—1848)
astronoma, sorella di William; e alle altre.
Una donna in forma di mostro
un mostro in forma di donna
ne sono pieni i cieli
una donna ‘nella neve
fra Orologi e strumenti
o curva a misurare pertiche di terra’
per scoprire nei suoi 98 anni
8 comete
lei che era regolata dalla luna
come noi
lievita nel cielo notturno
a cavallo di lenti lucidate
Galassie di donne, lassù
a scontare la propria irruenza
costole raggelate
in quegli spazi della mente
Un occhio,
‘virile, preciso e assolutamente certo’
dai folli grovigli di Uranusborg
incontra la NOVA
ogni impulso di luce che esplode
dal centro
mentre la vita ci abbandona
Tycho che infine sussurra
‘che non sembri ch’io sia vissuto invano’
Quello che vediamo, vediamo
e vedere è cambiare
la luce che prosciuga una montagna
e lascia vivo un uomo
Il battito cardiaco della pulsar
cuore che trasuda dal mio corpo
L’impulso radio
che si riversa dal Toro
Sono bombardata eppure rimango in piedi
Sono rimasta tutta la vita in piedi nella
traiettoria diretta di una batteria di segnali
a trasmettere accuratamente
il linguaggio più intraducibile dell’universo
Sono una nebulosa galattica così profonda così
involuta che un’onda luminosa potrebbe impiegarci 15
anni ad attraversarmi E ce li ha
messi Sono uno strumento in forma
di donna che tenta di tradurre pulsazioni
in immagini per il sollievo del corpo
e la ricostruzione della mente.
(da Collected Poems: 1920-2012, traduzione di Chiara Maria Colombari)
(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie inviate quella da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]
NELLA FOTO (ripresa da Wikipedia): da sinistra Audre Lorde, Meridel Le Sueur e Adrienne Rich nel 1980 – ad Austin, Texas – durante i lavori di un laboratorio di scrittura.
L’ora che volge al disio è già passato. E i marinai, dal core intenerito, già dormono della grossa. Anche il sottoscritto si accinge a tentare l’abbrivio del sonno. Non prima di aver letto una poesia. E così, la cicala del sabato me ne dà l’opportunità. Adrienne Rich mi lascia senza fiato, per un attimo cerco di proiettarmi nella galasia oscura e luminiosa: quanti misteri! Resto piccolo mortale davanti all’immensità; stupisco perché il mistero è l’unità di misura della mortalità. Ma davvero crediamo di esser gli unici sovrani dell’universo? Meno male che la poesia della Rich svela la grandezza e la finitezza aprendo ad altri misteri.
Mi passa per la mente una cometa, è rossa: la interpretava Demetrio Stratos di Alessandria con gli AREA.