Aforismi di Oscar Wilde – 11

A cura di Mauro Antonio Miglieruolo

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L’arte trova perfezione all’interno e non all’esterno di se stessa. Non deve essere giudicata tramite alcuno standard esterno di verosimiglianza. È un velo anziché uno specchio. Ha fiori che nemmeno la foresta conosce, uccelli che nessun bosco possiede. Fa e disfa molti mondi e può far scendere la luna dal paradiso con un filo scarlatto. Le sue sono forme più reali degli uomini viventi e suoi sono i grandi archetipi di cui le cose che esistono non sono altro che copie incomplete. Ai suoi occhi la natura non ha alcuna legge e alcuna uniformità. (OW)

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Il che comporta che la natura concepisce l’esistenza di tutte le possibili leggi e ammette molteplici uniformità…

Sta parlando forse della fantascienza, costui? Come uno che, sapendo nulla di essa, ma presentendola, cerchi faticosamente, non possedendone ancora il concetto e neppure il nome, il modo di poterla evocare.

Ma evocare come si evoca un fantasma, ectoplasma in attesa di prendere vita, piuttosto che risultato di una morte.

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La popolarità è la corona d’alloro che il mondo impone alla brutta arte. Qualunque cosa sia popolare è sbagliata.

(OW)

È perché sono sbagliato o perché è sbagliato il concetto proposto che, sia pure parcamente, ambisco a un minimo di popolarità?

Preferisco pensare che non si tratti di un concetto sbagliato, che semplicemente sia incompleto. Non solo il brutto diventa popolare. Lo diventa anche ciò in cui i contemporanei possono specchiarsi, di qualsiasi specchio si tratti. È sufficiente fornisca loro una spiegazione, per quanto superficiale, del perché sono come sono e della natura dei tempi che attraversano.

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Vi sono poco cose più facili che vivere male e morire bene.

(OW)

Non scetticismo. Cinismo. Non credo nel cinismo. Non porta da nessuna parte. Né all’uomo illumina la via,  né chi la via ha perduto aiuta a trovare.

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Se un uomo tratta la vita artisticamente, il suo cervello diventa il suo cuore.

(OW)

Se un uomo ragiona con il cuore in più del cervello può, se vuole, vivere la sua vita artisticamente. Come fosse un poema o un romanzo.

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Si può vivere anni talvolta senza vivere affatto. Poi tutta la vita si concentra in una sola ora.

(OW)

Io ne ho fatto l’esperienza. A molti, forse a tutti, è dato attraversarla. Non tutti però accettano di prenderne atto. Cioè, di rendersene conto.

Ognuno ha la sua ora.

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Il buon gusto è una scusa che ho sempre addotto per condurre una vita cattiva.

(OW)

Confessione dolorosa che vale per lui come per tutti. Ci forniamo di mille pretesti per impedirci di approdare alla tanto temuta felicità.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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